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"Ora taci e lascia che ti salvi la vita"

Stiles

Mi sveglio di soprassalto come scosso da un incubo o da una scarica elettrica, ritrovandomi disteso a pancia in giù su un puff di colore rosso fuoco. Sollevo lentamente la testa dalla superficie morbida, percependo un improvviso dolore che parte dalla fronte e che, nel giro di pochi secondi, mi colpisce la testa per intero. Chiudo gli occhi per massaggiarli con le dita e mi lascio cadere di nuovo a terra con le spalle contro il calorifero.
In quello stesso momento Scott compare all'interno della stanza. "Buongiorno bella addormentata" sghignazza.
"Che cosa è successo?" finalmente riapro gli occhi, ma solo in due piccole fessure a causa della luce accecante che entra dalla finestra appena sopra di me.
"Immaginavo non ti saresti ricordato..."
Scatto sull'attenti puntando lo sguardo sulla figura del mio migliore amico. "Ricordare cosa?"
Scott sospira. "Hai... hai attaccato Laura ieri sera" Strabuzzo gli occhi e sento il mio cuore perdere almeno tre o quattro battiti consecutivi. "E hai anche tentato di morderla-"
"Cosa?! Lei dov'è adesso? Come sta?" chiedo a raffica, cercando disperatamente di liberarmi dalla prigionia di queste catene.
"È in camera sua, credo, ma sta bene... l'ho portata via prima che si mettesse male sul serio"
Scott si avvicina con un mazzo di chiavi e, dopo essersi inginocchiato al mio fianco, inizia ad aprire i lucchetti e a togliermi le catene.
"Com'è successo?" chiedo in un sussurro mentre libero entrambi i miei polsi "Com'è potuto succedere?"
"La trasformazione è stata più rapida e imprevedibile di quanto pensassi e... lei non è riuscita a spostarsi in tempo"
Rimosso anche l'ultimo lucchetto, aiuto Scott a sistemare nuovamente le catene nel borsone; poi usciamo dalla sua stanza per fermarci davanti alla porta della camera di Laura. Busso piano contro il legno massiccio, non ricevendo alcuna risposta in cambio. "Laura, so di essere l'ultima persona con cui vorresti parlare, ora più che mai, ma..." sospiro "volevo dirti che mi dispiace... avrei dovuto dare retta a Scott e lasciarti in pace, non avrei dovuto coinvolgerti in tutto questo, dirti che sei la mia ancora per poi..." deglutisco, mentre nella mia testa si materializzano delle immagini in cui le faccio del male per colpa della mia nuova natura "non volevo farti del male" concludo in un sussurro. Chiudo gli occhi, appoggiando la fronte contro la porta, esattamente come il braccio piegato sopra di essa, mentre le lacrime scorrono già sulle mie guance.
Tiro su il naso, allontanandomi di qualche passo dalla porta per asciugarmi il volto con la manica della felpa. Scott assesta una pacca di compassione sulla mia spalla, invitandomi a seguirlo giù per le scale. I miei occhi però sperano ancora di vedere Laura apparire da quella porta. Almeno fino a che non arriviamo in cucina, dove Melissa, rientrata da poco dall'ospedale, sta bevendo una tazza di caffè.
"Buongiorno ragazzi" ci saluta entrambi con il solito sorriso affettuoso "Dormito bene?"
Scott ed io ci scambiamo un'occhiata. Vorrei risponderle 'se escludiamo la parte in cui per poco non azzanno tua nipote a causa della luna piena che mi ha provocato istinti omicidi degni di un serial killer di professione nonostante fossi incatenato al calorifero in camera di tuo figlio, allora sì, ho dormito davvero benissimo'. Ma entrambi ci limitiamo ad annuire.
"Hai già visto Laura per caso?" chiede Scott addentando un biscotto.
Sua madre annuisce, finendo la sua tazza di caffè. "Oh sì, è uscita stamattina presto... voleva fare una passeggiata"
L'occhiata che lancio al mio amico questa volta è tutt'altro che complice: dai nostri visi paonazzi traspare chiaramente un sentimento comune di puro terrore. E se Derek ne avesse approfittato per rapirla di nuovo?
"Ti ha detto dove andava?" domanda Scott visibilmente preoccupato, riuscendo comunque a controllare la sua voce per non destare i sospetti di Melissa.
La donna scuote la testa, ignara di aver appena consegnato a Derek l'opportunità perfetta per finire il lavoro su un piatto d'argento.

Laura

Cammino sul ciglio della strada senza una meta ben precisa da almeno mezz'ora, con le cuffie nelle orecchie e il ritornello di Wake Me Up When September Ends che sovrasta i miei pensieri. Le macchine mi sfrecciano accanto senza curarsi minimamente della mia presenza.
È quando poi la canzone finisce che la mia mente ricomincia ad esplodere per effetto dei mille pensieri che la abitano: primo tra tutti è Stiles. Il suo essere diventato un lupo mannaro a tutti gli effetti, ma ancor di più il fatto che non sia in grado di controllarsi, unito a ciò che è successo ieri sera ha creato dentro di me una confusione totale di sentimenti e pensieri, ha innestato una vera e propria lotta tra testa e cuore: la prima infatti mi rinfaccia di non aver seguito alla lettera il piano che mi ero preparata per stargli il più possibile alla larga - che ho mandato personalmente in fumo - ribadendo ora più che mai l'importanza di ritornare su quei passi; d'altro canto sento il mio cuore che mi ricorda quanto tengo a Stiles, ardendo di quel sentimento che sto coltivando piano piano nei suoi confronti. In entrambi i casi il prezzo da pagare non ha precedenti: o perdo Stiles, o rischio di trasformarmi in un mostro feroce capace di uccidere chiunque capiti sulla sua strada. E sebbene la seconda ipotesi sia nettamente peggiore, dovrà pur esserci un modo per non rinunciare a Stiles.
Copro il volto con le mani e attutisco il grugnito esasperato che lascia le mie labbra. "È tutto così dannatamente complicato..." Sbuffo, e per la frustrazione colpisco un sasso con la scarpa, scaraventandolo contro la corteccia di un albero. Solo a quel punto mi rendo conto di non essere più sulla strada. Aggrotto la fronte prima di guardarmi attorno e ritrovarmi nel bel mezzo del bosco. Non ho idea di come sia arrivata qui, proprio come non so dove mi trovo né come tornare indietro.
Estraggo il cellulare dalla tasca della felpa e abbasso le cuffie all'altezza del collo. Compongo velocemente il numero di Scott, continuando a guardarmi attorno, e non solo in cerca di un improbabile segnale. Il cuore inizia a battere più velocemente quando mi rendo conto che il cellulare non ha campo, neanche una misera tacca. E mi ritrovo sola, nel bel mezzo del nulla, disarmata e non con uno, ma ben due lupi mannari che non aspettano altro che cogliermi impreparata. Grandioso, direi.
Rimetto il cellulare al suo posto, poi mi giro nel tentativo di ripercorrere la strada a ritroso, ritornando sui miei passi. Invece finisco per perdermi ulteriormente.
Il rumore di qualche ramo che viene spezzato mi sorprende alle spalle. Mi volto di scatto, ma senza trovare nulla. Poi di nuovo, stavolta davanti a me, ma quando mi giro ancora una volta non c'è nessuno.
"Scott?" chiedo a voce piuttosto alta, non ricevendo risposta se non altri rumori che si fanno sempre più vicini. Deglutisco, sentendo la paura scorrere in ogni singola parte del mio corpo. "Scott sei tu? Stiles?" riprovo, la voce che si affievolisce sempre di più "Allison?" Ormai giro su me stessa, guardando in ogni angolo attorno a me "Isaac?". Fino a quando i miei occhi scorgono due figure, ancora troppo lontane per identificarle, che si stanno avvicinando.
Tiro un sospiro di sollievo, forse troppo presto. Strizzo gli occhi per mettere a fuoco le sagome, riconoscendo una folta chioma bionda ed un giubbotto di pelle nero fin troppo famigliari. Spalanco occhi e bocca, mentre il mio cuore inizia a battere sempre più forte ad ogni passo in meno che mi separa da loro e la mia testa, invasa da mille paure e pensieri, sembra quasi scoppiare. Deglutisco di nuovo. I miei piedi iniziano ad arretrare lentamente, mentre i miei occhi ancora non riescono a staccarsi dai loro volti animaleschi. Questa volta però non me ne starò ferma ad aspettare che qualcuno mi salvi o si sacrifichi per me. Questa volta agisco.
Con uno scatto fulmineo mi volto e inizio a correre più velocemente possibile nella direzione opposta alla loro. Non ho la minima idea di dove andare, ma finché avrò forza di correre sicuramente non mi fermerò. Saetto tra le piante, schivo rami sporgenti, salto radici in superficie senza mai fermarmi. Mi volto qualche secondo per vedere sia Erica sia Derek che mi seguono molto da vicino: perciò stringo i denti e accelero l'andatura nella speranza di seminarli.
Dopo un paio di minuti, mi rendo conto di non averli più alle calcagna e rallento la mia corsa, decidendo di rifugiarmi in un antro scavato in modo naturale sotto una collinetta. Mi siedo a terra, portando le ginocchia al petto e circondando le gambe con le braccia. Afferro il cellulare con le mani tremanti per non avere campo ancora una volta. Chiudo gli occhi e prendo diversi respiri profondi per riuscire non solo a calmarmi, ma anche a rallentare il battito cardiaco.
Essendo lupi mannari, fiuteranno il mio odore o seguiranno le mie tracce come veri e propri segugi: questo significa che non ci metteranno molto a trovarmi. Nel frattempo, utilizzando la torcia del cellulare, raccolgo un paio di rami da terra e li stringo tra le mani come se potessero servirmi da scudo in caso di attacco. In realtà, adesso come adesso posso solo sperare che i primi a trovarmi siano Scott e gli altri. Ogni altra opzione comporterebbe la mia trasformazione inevitabile.
Tutti i miei sensi si attivano quando il rumore di foglie e rami calpestati giunge nuovamente alle mie orecchie. Mi appiattisco contro la parete di terra della piccola caverna, stringendo con ancora più forza i bastoncini tra le mani, e il mio cuore riprende a battere più veloce - inutili sono i tentativi di rallentarlo. I passi si fanno sempre più vicini, finché poi un paio di scarpe si ferma esattamente davanti all'entrata dell'antro. Alzo i bastoni poco più in alto della mia testa, come se spaccarli in testa ad un lupo mannaro potesse veramente salvarmi dalla sua furia, poi aspetto che l'interessato si faccia avanti per primo. Trattengo il respiro.
Una mano afferra i rami di edera che coprono parzialmente l'ingresso dell'antro, per poi spostarli di poco: mi sporgo in avanti, pronta ad attaccare, quando il viso di mio cugino Scott compare tra le foglie. Lascio andare tutto quel fiato che stavo trattenendo, facendo cadere a terra i ramoscelli che tenevo in mano e rilassando il mio corpo contro la parete.
"Stiles! L'ho trovata!" grida Scott rivolgendosi all'amico poco prima di tendermi una mano.
Dopo essere uscita da quel buco anche grazie all'aiuto di Scott, la prima cosa che faccio è allacciare le braccia attorno al suo collo e chiudere gli occhi. "Sono così felice di vedervi" Lui ricambia subito l'abbraccio, accarezzandomi la schiena con la mano.
Non appena mi allontano dalle sue braccia, i suoi occhi si spostano immediatamente dietro di me: seguendo la direzione del suo sguardo, i miei occhi incrociano la figura di Stiles, in piedi di fronte a me con un leggero sorriso sulle labbra. Con uno slancio, mi sistemo tra le sue braccia, che mi racchiudono in un abbraccio protettivo e allo stesso tempo carico di affetto. Basta un gesto per colmare il vuoto delle parole che non ci siamo detti, delle spiegazioni e delle scuse che non abbiamo avuto modo di scambiarci, dei sentimenti che ancora non abbiamo rivelato apertamente.
"Mi hai fatto preoccupare" sussurra poi con le labbra a contatto con i miei capelli.
Un sorriso spunta sulle mie labbra. "Non era mia intenzione"
"Lo so" conclude "Lo so"
Entrambi sappiamo che non è tutto. C'è ben altro da dire, da chiarire, da affrontare, ma non è questo il momento: adesso voglio solo godermi nuovamente il suo profumo che inebria i miei sensi, e le sue braccia che mi stringono forte contro il suo corpo, come per paura che possa sparire da un momento all'altro.
"Derek e Erica? Li avete visti?" chiedo voltandomi verso Scott. Le braccia di Stiles, dietro di me, ancora mi circondano il collo.
"No, ma se ne stanno occupando Allison ed Isaac"
"Dobbiamo aiutarli" mi allontano da Stiles, spinta da un improvviso moto di coraggio che esplode dentro di me, probabilmente dovuto all'adrenalina e alla paura di poco fa.
Annuisce. "Andiamo"
Ma prima ancora di riuscire a muovere un solo muscolo, il rumore di una freccia spezza l'aria in due. Subito Scott si gira verso di me con uno scatto. Stiles fa lo stesso. I loro occhi si spalancano. Un dolore lancinante che parte dallo stomaco mi mozza improvvisamente il fiato. Abbasso lo sguardo con una lentezza spaventosa, per vedere una freccia conficcata nel mio addome e una macchia di sangue che si espande velocemente sul tessuto della mia maglia. Le gambe cedono improvvisamente sotto il peso del mio corpo, mentre i suoni e il mondo tutto intorno a me si fa ovattato e sempre più buio man mano che i secondi passano.
Le braccia di Stiles mi afferrano in tempo per evitare la caduta e mi stringono di nuovo forte. Poi mi adagia delicatamente a terra, guardando il suo amico con il terrore dipinto sul volto.
"Dobbiamo fare qualcosa!" grida Stiles in preda al panico, infilandosi le mani tra i capelli e tirandoli leggermente. Scott cerca invece di riflettere, saettando lo sguardo da tutte le parti.
Intanto un rumore di passi rimbomba nelle mie orecchie. "Cos'è successo?" è la voce di Isaac. "Oh mio dio, Laura!" esclama Allison subito dopo; e la immagino portare entrambe le mani davanti alla bocca, con le lacrime che inizia ad appannare quei suoi dolcissimi occhi scuri.
Scott si volta nella loro direzione. "Hai scoccato tu la freccia?" il suo tono è duro, quasi distaccato. Quasi sicuramente la sua ragazza scuote energicamente la testa. "Non qui e nemmeno da quella traiettoria"
"Noi veniamo dalla parte opposta" interviene il ricciolo.
"Derek e Erica?" chiede ancora mio cugino.
"Erica è legata come un salame nei posteriori della jeep, ma Derek è riuscito a scappare... ma dubito che abbia scoccato lui quella freccia" questa volta è Isaac a rispondere.
"No, è improbabile" borbotta Scott.
Segue un istante interminabile di silenzio, nel quale io ho ancora una freccia infilata in pancia, con una quantità industriale di sangue che fuoriesce dal mio corpo.
"Così morirà!" esclama Allison, un singhiozzo le spezza la voce.
"No non morirà!" ribatte Scott lanciando una strana occhiata d'intesa a Stiles. Saetto lo sguardo con movimenti millimetrici tra i due ragazzi, non capendo cosa abbiano intenzione di fare. Almeno fino a quando il mio sguardo un po' sfocato riesce a distinguere due biglie gialle illuminarsi sul viso di Stiles. Scuoto la testa ritmicamente, farfugliando: "No, non farlo... è troppo pericoloso... diventerò un mostro... vi ucciderò tutti..."
Stiles si avvicina al mio viso, regalandomi un veloce bacio a stampo davanti a tutti. "Ora taci e lascia che ti salvi la vita"
Detto ciò, avvicina la sua bocca al mio braccio per poi penetrare la carne con i suoi canini aguzzi da licantropo. Un grido lascia il mio corpo in preda al dolore e alle palpitazioni: una scarica elettrica percorre improvvisamente tutta la spina dorsale, diffondendosi poi in ogni singola parte del mio corpo. Inizio a tremare come una foglia al vento. Succede tutto in una manciata di secondi: i peli su tutto il corpo, i vestiti strappati, gli artigli alle mani e due fauci fameliche a completare il tutto.



Spazio Autrice
E alla fine Laura è stata morsa. E alla fine Laura si è trasformata. Ma in cosa esattamente? E poi chi è stato a scoccare quella freccia? È stata solo una coincidenza?
Lo scopriremo.
Intanto, vi comunico che mancano soltanto due capitoli alla fine!
Baci stellari
Laura

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