Attesa

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Due mesi dopo

Non mi ha cercata.
O forse non mi ha trovata.
No! Se mi avesse cercato alla fine sarebbe arrivato a me, ma non l'ha fatto, è questa la verità, amara, triste, ma vera.
Continuo a scrutare i campi e gli steccati per il bestiame in sella al mio cavallo, Mask.
Dalla collinetta in cima a cui mi sono fermata, la visuale sui terreni della tenuta è perfetta.
I campi digradano dolcemente verso il basso e io ogni mattina mi concedo la mia solitaria passeggiata a cavallo, per dare un occhiata alla situazione e perché lavorare, stancarmi, fisicamente e psicologicamente, è l'unico modo per non ripensare continuamente a quella sera, a quelle braccia, a quel bacio, che è stato solo una parentesi in un tempo che forse non è mai esistito.
Lascio le redini e faccio scendere Mask lungo il pendio dolce della collina. Mi dirigo con calma verso la zona dei vigneti.
Sono le sei del mattino, in giro ancora non c'è nessuno, né i lavoranti, né gli ospiti del hotel.
"La Contessa", così si chiama l'albergo, è ancora immersa nel silenzio e nella nebbiolina tipica delle colline dell'astigiano.
Il castello, la struttura centrale della nostra tenuta è ancora abbastanza addormentato.
Le stanze in cui abitano i miei nonni e mia madre, ora insieme a Laura e Marta, sono ancora buie.
Al piano nobile, le luci del salone in cui viene servita la colazione per gli ospiti sono state accese da poco.
Gli inservienti stanno disponendo i vassoi per il buffet della colazione, la cucina sta finendo di preparare le portate per gli ospiti internazionali.
Tutto è come sempre, preciso e apparentemente immobile nella sua maestosa bellezza.
Amo questo posto, ci sono nata e cresciuta e come io faccio parte di lui, lui, con i suoi caseggiati, il castello, la palazzina del ristorante, la serra, le cantine, le viti, gli alberi da frutto e il bestiame delle stalle, la mia casa che è sul limite opposto al castello, tutto, assolutamente tutto, fa parte di me.
Faccio il giro dello steccato dove pascolano le mucche durante il giorno, saluto con una mano Giorgio, l'allevatore che come me è più che attivo nelle sue faccende. Proseguo fino alla zona del frantoio, un altro edificio che è stato in parte trasformato come albergo e in parte mantiene la sua funzione.
Passo a fianco alla piscina di fronte alla casa in pietra a vista, aggiro il cortile antistante e inforco il sentiero costeggiato dai cipressi fino a giungere al ristorante "La Contessina", forse il luogo che ho voluto ristrutturare e che sento più mio.
Le luci interne sono spente, quelle esterne si spegneranno tra pochi minuti, il locale è apposto.
Con le redini sposto Mask sulla sinistra e lo conduco verso il bosco, pochi metri al suo interno si trova il laghetto, altro posto che amo, soprattuto quando d'estate, a notte fonda, posso concedermi un bagno rinfrescante nelle sue acque, senza timore che qualcuno mi disturbi.
Faccio il giro della "pozza d'acqua" e poi salgo su, verso un altro villino che viene affittato per intero ai villegianti che vogliono pace e tranquillità.
"I cavallini", si chiama così perché una volta ospitava una piccola stalla per cavalli, vicina alla casa che ho tenuto per me, oggi è un confortevole appartamento con due camere da letto, due bagni, un soggiorno con camino e cucina open space in stile rustico ma elegante.
Constatato che anche qui è tutto regolare, ridiscendo puntando dritta alle stalle.
Quando arrivo Edoardo, figlio di Giorgio è già pronto ad accogliermi.
Gli cedo le redini e smonto da cavallo.
"Buongiorno Edo..."
"Buon giorno contessina!"
"Quante volte ti ho chiesto di non chiamarmi così Edo?"
"Tante...scusa..."
Sorrido. Edoardo è il classico ragazzo che non farebbe male a una mosca nemmeno per sbaglio.
Troppo timido. Troppo paffutello. Non è mai riuscito a instaurare un rapporto vero con una donna, una relazione che lo portasse a un matrimonio...dubito persino che abbia mai toccato una donna...in tutti i sensi. Ci conosciamo da quando siamo bambini, abbiamo anche fatto elementari e medie nella stessa scuola e nella medesima classe, poi da adolescenti, le nostre strade si sono divise ma una passione ci unisce ancora, quella per il calcio in generale e per la Juve in particolare.
A parte questo, il suo mondo è tutto qui, tra gli steccati dei recinte e le pietre delle case, un po' come il mio mondo, solo che a contrario di lui io qualche relazione me la sono concessa.
Alcune durate poco, una forse troppo. In ogni caso Marco non fa più parte della mia vita da più di sei mesi e a pensarci bene non mi manca per nulla.
La sua gelosia, il suo essere prepotente e possessivo mi soffocavano. A sentire lui ogni uomo mi guardava con l'inequivocabile intenzione di "scoparmi".
Ormai non potevo nemmeno guardare un altro essere maschile senza che lui desse in escandescenza.
No, non poteva continuare! L'unica cosa che mi manca è il sesso!
Lo ammetto, sono sei mesi che non faccio sesso e la cosa è scioccante al solo pensiero! Il sesso fa parte della mia "natura", non posso stare con un uomo senza avere un contatto fisico con lui, impensabile.
Mentre rifletto mi accorgo che Edoardo continua a fissarmi. Ripongo la sella di Mask al suo posto, noto con la coda dell'occhio che mi sta squadrando dalla testa ai piedi.
Lo vedo fissarmi il sedere, guardare la camicia aperta sotto il maglione con scollo a V che indosso.
Ho sempre saputo che è innamorato di me, ma non c'è mai stata alcuna possibilità che tra noi ci fosse qualcosa oltre all'amicizia o il rapporto di lavoro.
Sistemo bene la sella di Mask  mentre lui continua fissarmi ipnotizzato il fondoschiena.
Nella mia mente passa l'idea vaga e impropria di soddisfare me stessa e lui, magari qui, nelle stalle, dove nessuno a quest'ora può vederci...ma no! Una piccola figura vestita da diavolino con in mano un forcone nella sinistra è un cartello con la scritta "NO!!!"n nella destra,  a caratteri cubitali a prova di cieco, appare svolazzando sulla mia spalla.
Ha ragione, sarebbe una stupidaggine, soprattutto per lui, che senza dubbio è ancora vergine e poi..."poi per te! Che per tutto il tempo penseresti all'argentino!" Sibila la diavolina e ammetto che ha ragione.
Nella mia mente ormai si è radicata quell'immagine di lui. Quella sensazione di quel bacio, il piacere di sentire le sue mani scivolarmi addosso, dalla vita in giù...e si, anche il pensiero tormentoso di come è a letto, la voglia di scoprire cosa gli piace, la brama di possederlo e farmi possedere...sto diventando matta! Non mi sono mai ridotta così per un uomo.
"Di solito sono loro a fantasticare su di te...strano essere dall'altra parte vero?"
Già, strano...ma poi questa da dove è spuntata? Mah, probabilmente fa parte del mio delirio da astinenza sessuale!
Finisco di sistemare anche le ultime imbracature, ma Edoardo continua a restare li.
Mi volto e gli faccio un sorriso, il suo viso diventa rosso paonazzo, mi chino a raccogliere un secchio e mentre mi alzo mi accorgo che i suoi pantaloni si sono gonfiati nella zona inguinale.
Faccio finta di nulla, ma io non sono in grado di far finta di niente.
"Edo, da quanto tempo ci conosciamo?" Chiedo
"Eh...da quando eravamo piccoli..."
"Appunto, e da allora ti imbamboli ancora a fissarmi le tette e il culo?" Dico ridendo
"Eh...scusa...io...mi...scusa"
"Scherzo Edo! Non è un problema...però, voglio dire...hai una ragazza? O un amica con cui diciamo...esci?"
Lui mi fissa un attimo, il suo colore è sempre rosso ma meno paonazzo di prima.
"Beh, sinceramente...in questo momento...sai, il lavoro mi stanca..."
"Edo? Non ti ho chiesto quante ore di lavoro fai, ti ho chiesto se hai una ragazza? La risposta è semplice, sì o no?"
"Ehm...no...in questo momento no..."
Lo dice abbassando gli occhi e prendendo una scopa per pulire il pavimento della stalla dal fieno.
"In questo momento no, vuol dire che prima c'era qualcuna?"
"Ssssi...una..."
"Bene...quindi, con lei avrai..."
Mi guarda con gli occhi sbarrati.
"Abbiamo...?!?."
"Avete...fatto sesso?"
Sorride. Forse è meno inesperto di quello che pensavo.
"Beh, si...abbiamo...diciamo fatto...sai...forse non proprio...perché la mamma dice che prima del matrimonio le ragazze serie...non...fanno...ecco proprio...come posso dire...tutto"
"LA MAMMA DICE????" La diavolina infervorata rispunta svolazzante sulla mia spalla, avvolta in una tutina rosso fuoco di lattice lucido e sbattendo il tripode sulla mano.
"Oh signore! Siamo ancora al punto che la mamma dice che non si fanno le cose sporche prima del matrimonio?" Penso con sconcerto e sostenendo la disapprovazione della mia amica passionale.
"Pare proprio di sì! MEDIOEVO!!!" Dice lei accarezzandosi le piccole corna sulla testa.
"Edoardo, non siamo più negli anni '50 dove una ragazza era una poco di buono se non arrivava vergine al matrimonio! Lo sai questo vero?"
"Oh, sì certo..."
"Quindi non è un peccato avere un rapporto con una persona se questa ti piace e se lei è consenziente...lo sai?"
"Si..." Lo dice abbassando gli occhi
"Edo, sei grande! Non hai più bisogno dei consigli della mamma!"
Lo dico accarezzandogli la spalla perché mi fa davvero pena, sua madre, Magda, fervente cattolica da sempre, ha inculcato in lui così tante paure e timori da tarpargli le ali sotto ogni punto di vista e questo mi dispiace immensamente.
"Non ti devi sentire in colpa se desideri la ragazza con cui stai o esci...fai quello che ti senti..."
"Quindi, non è un peccato se..."
"No! Edo! Sono certa che Dio non avrebbe mai creato nulla di così bello come fare l'amore con una persona per poi dirci che non si deve fare..."
"Forse hai ragione...quindi tu...?"
"Io cosa?"
"Voglio dire tu...hai ...fatto sesso...con qualcuno...cioè...sesso sesso intendo...quello..."
Mi scappa da ridere, non riesco a trattenermi ma cerco di non metterlo troppo a disagio.
"Beh, si Edo...."
I suoi occhi mi fissano intensamente.
"Quando stavi con Marco? Hai fatto...hai...scop...."
"Si, con Marco ho scopato se è questo che vuoi dire...ma non solo con lui...a volte è solo sesso a volte è davvero fare l'amore con qualcuno, ma in ogni caso non c'è niente di sbagliato o sporco o malato...capisci cosa voglio dire? È naturale...ecco!"
"È naturale...cioè tu sei stata con più di una persona?...hai...fatto tutto....con più di un uomo?"
"Edoardo?! Il punto qui non è cosa ho fatto o faccio io nella mia vita sessuale...il punto è che tu non ne hai una perché prendi alla lettera ciò che tua madre ti dice...cerca di vivere...sei troppo giovane per stare sempre in gabbia!"
Lo dico sinceramente, anche se questo discorso, questo scambio di parole è stato abbastanza surreale, mi duole saperlo incatenato alle convinzione di una madre che quasi lo schiavizza.
"VIVI Edo ! È la cosa per cui sei venuto al mondo!"
"Grazie!" Mi risponde lui, con un sorrise diverso, forse più sicuro o sereno ma che sono certa Magda provvederà a cancellare.
Lo salutò con una carezza sulla guancia e mi dirigo al castello, la giornata è iniziata e io ho tante, troppe cose da fare.
Cammino spedita spedita verso l'imponente magione, non salgo al piano nobile ma scendo in quelle che una volta erano le cucine e che in realtà lo sono ancora, solo che una parte è riservata alla mia famiglia, l'altra è adibita a cucina professionale per gli eventi e le cene nel castello.
Mia madre Francesca, mia nonna Angela, mio nonno Giovanni, Laura con in braccio Marta sono seduti al tavolo della colazione.
Marta manda dolci gorgoglii mentre Laura la culla, mi avvicino e do un bacio sulla fronte a quell'esserino che tanto ha cambiato la nostra vita.
"Buongiorno tesoro" mi dice mia madre
"Buongiorno a tutti..." Mi avvicino a lei posandole un bacio sulla guancia e dandone poi uno prima a mia nonna che le siete accanto e poi a mio nonno, l'uomo che amo di più, quello su cui ho sempre potuto contare, come un padre, forse più di un padre.
"Eccola la mia Malena! Splendida come sempre..." Mio nonno mi adora, mi ha sempre adorato ed è stato lui a mettermi questo soprannome, Malena, e a me non dispiace affatto.
"Giovanni! Quando smetterai di chiamarla Malena e la chiamerai con il suo nome! Non so come fai a sopportarlo Maddy!"
Mia nonna interviene con la solita tiritera del soprannome, io semplicemente le sorrido, in fondo quel nomignolo lo uso anche per cantare, è un bel paravento dietro cui nascondersi.
"Perché non dovrei chiamarla Malena! È perfetto per lei! E poi tu l'hai chiamata per nome adesso?"
"Cosa c'entra! Io l'ho chiamata con il diminutivo del suo nome! Maddy, sta per Maddalena!" Mia nonna non molla la presa.
"È sempre una storpiatura! Per me è Malena, per te è Maddy...per sua madre è "tesoro"..."
"E io ho delle crisi d'identità!" Rispondo ridendo e portandomi dietro le risate di tutti.
"Malena, è bellissimo! Poi c'è anche un film se non sbaglio con quel titolo, la Bellucci interpretava questa donna bellissima desiderata da tutti...anche a me non dispiacerebbe un soprannome così!" Interviene Laura che continua a cullare Marta.
"Esatto! E mia nipote è bella quanto la Bellucci...anzi, di più...non so come possa essere ancora libera, senza un uomo..."
"ALT! Non tocchiamo questo tasto! Mia figlia merita di meglio di quel depravato di Marco che finalmente si è lasciata alle spalle..."
"Mamma, nonna, nonno, se avete finito la disamina della mia vita personale possiamo fare colazione..."
"Hai ragione tesoro...scusaci..."
La colazione finalmente ha inizio, le chiacchiere si spostano sulla nottata di Laura con Marta che è stata abbastanza tranquilla, sugli eventi da organizzare, sull'andamento della tenuta e via dicendo, tutte cose normali che mi permettono di rilassarmi.
"Ah, dimenticavo Maddy...pare che avrai dei vicini di casa questa settimana...due persone hanno affittato "I cavallini" , dice mia madre.
Poso la tazzina di caffè che ho in mano.
"Ah sì!? Speriamo non siano turisti rumorosi..."
"Beh, sono due, quanto schiamazzo possono fare due persone? Vedrai che non ti daranno fastidi"
"Quando arrivano?" Chiedo
"In serata, credo siano spagnoli...o comunque sud americani..."
"Come si chiamano?"
"Rodriguez..."
"Non sarà Belen...!" Rispondo
"E chi può saperlo! Ma ne dubito! Però hanno chiesto l'uso della piscina del villino privata, quindi credo cerchino un po' di privacy" mi spiega ancora mia madre.
"Uhm, meglio così..." Penso
"Bene, io torno al lavoro, devo fare il giro degli alberi di nocciolo e della cantina...ci vediamo in giornata!"
Mi alzo ed esco seguita dai saluti della mia famiglia.
Rodriguez. Speriamo siano davvero riservati come vogliono far credere.
Non amo molto i turisti sguaiati. "I cavallini" che sono la struttura più vicina a casa mia vengono affittati saltuariamente a una clientela conosciuta e selezionata.
Non conosco questi nuovi affittuari e l'istinto mi dice che potrebbe esserci qualcosa che...non lo so...non riesco a spiegarlo...
Continuo la mia giornata senza tornare sulla questione anche se quel cognome e l'idea di avere qualcuno che abita vicino a me torna spesso a occhieggiare nella mia mente.

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