SPAZIO AUTRICE
Eccomi di nuovo qui! Un nuovo capitolo si aggiunge a questa storia, ma come l'altra volta non vi anticipo nulla...il titolo vorrà dire qualcosa?...attendo le vostre 🌟 e, con ansia, i vostri commenti! Vi abbraccio. Vostra Velmachelly@menziona un utente
Dopo il trillo del campanello siamo rimasti fermi, immobili.
"Hanno suonato Paulo..."
"Ho sentito..."
"Aspettavi qualcuno?"
"No..." risponde pensieroso.
"Forse il PM si è scordato qualcosa...dovresti aprire..."
"Può essere, ma se fosse lui, racconteremo quello che è appena successo, ok?"
"Va bene!" Acconsento, mentre il campanello suona ancora, con un trillo più lungo e impaziente.
Si dirige alla porta e prima di aprire, senza guardare il monitor, fa scattare anche il portone d'ingresso.
Io resto li, a braccia conserte, con le mani che strofinando le braccia, pronta a rispondere a qualche altra domanda che metta ancora più a nudo la mia vita, tanto, ormai, non c'è molta privacy da tutelare se Marco farà girare i presunti filmini di cui dice di essere in possesso.
L'ascensore arriva al piano, lui ha lasciato la porta socchiusa e si e messo di fronte a me.
Sembra sicuro. Sembra che abbia agito in questo modo chissà quante altre volte. Sembra...uno che non ha paura di difendersi e forse lo ha già fatto più di quanto io possa immaginare.
Mi guarda in modo diverso, con un misto di fermezza e "compassione", un filo di incoraggiamento e una stimolo a non aver paura, a non temere per le parole del mio EX.
Appoggia una mano sul mio braccio.
"Hai freddo?" Mi chiede
"No...non lo so...vorrei che fosse tutto finito!"
"Finirà! Credimi...finirà"
È su quella parola, "finirà", che qualcuno apre la porta ed entra, nessuno di noi si e voltato a guardare, ma la voce che ci raggiunge ci coglie di sorpresa.
"PAULO!!!" il timbro stridulo e quasi in falsetto di una voce femminile ci fa voltare di scatto.
Sulla porta, una ragazza bionda, ci guarda con gli occhi sgranati e increduli.
"PAULOOO!" ripete con un ottava superiore, stavolta con una vena di sdegno nel tono.
Ci metto meno di un secondo a riconoscerla è la ragazza delle foto, quella che Laura mi ha mostrato prima che accadesse l'inverosimile.
Bionda, alta, magra, seno probabilmente rifatto, avvolta in un mini abito nero che dalle spalle all'orlo sarà lungo 60 cm, pelliccetta che arriva a malapena all'ombelico, in piedi su un tacco 12 color cipria in tinta alla pochette che stringe in mano, continua a guardarci con gli occhi increduli! Mi fissa come fossi un insetto spregevole, un qualcosa che deve essere eliminato subito.
"Lucia! Ma...che ca....che cosa ci fai qui?" La voce di Paulo è tornata tagliente e fredda.
"Come sarebbe cosa ci faccio qui!?...dobbiamo uscire! Mi hai invitato tu a venire stasera!"
Mi volto a guardarlo, lo vedo socchiudere gli occhi e imprecare in spagnolo a mezza bocca.
Resto ferma al mio posto, spettatrice involontaria di una scena a cui non avrei dovuto partecipare.
"Cazzo!" Dice lui
"Ti sei dimenticato del nostro appuntamento!? TI SEI SCORDATO DI MEEEE!" la voce è sempre più stridula e alta, un altro tono e la sentiranno solo i cani come gli ultrasuoni!
Mentre parla si indica con l'indice della mano destra, come a dire "come puoi esserti scordato di me! Mi hai vista?"
Paulo si volta un secondo a guardarmi, ma io sono immobile, una statua, credo di non aver nessuna espressione e in quanto alle emozioni che provo dentro di me, beh...non so esprimerle, non so nemmeno se ne provo.
"Lucia, mi sono scordato di avvertirti che stasera non posso...scusami..."
"Come sarebbe a dire che NON PUOI! Sono già qui! Questa CHI È?" Dice con quel tono stridente e lo sguardo sdegnato, scrutando la mia tuta, che poi e quella della mamma di lui, solo che lei non lo sa.
"Non sono affari tuoi, per favore, devo chiederti di andare..."
Cerca di blandirla con calma, ma io so che non funzionerà. Non si farà mandare via così facilmente. Conosco questo genere di ragazze, sono disposte a tutto, letteralmente a tutto, pur di non perdere la loro preda. Sono cacciatrici, segugie del denaro e della fama, vera o riflessa che sia non ha importanza.
Sono finte prede, finte bambine indifese, finte donne sensuali e non amano essere messe all'angolo o mandate fuori dalla scena, tantomeno apprezzano l'essere messe alla porta con il dubbio di venire scalzate, sostituite con un altra. Sono feroci quando fiutano il pericolo, fameliche se si trovano davanti un potenziale nemico e io, per lei, in questo momento sono entrambe le cose, un pericolo e un nemico.
E infatti, non se ne va.
"Ti ho chiesto CHI È LEI? CHI È QUESTA..." mi indica con una mano, gesticolando lievemente isterica, mi indica dall'alto in basso, guardandomi con aperto disprezzo.
La cosa, non so perché,sta passando dal surreale al comico, quasi mi strappa un sorriso.
"QUESTA...SPAVENTA PASSERI IN...TUTA!" Riesce a dire alla fine.
"Non sono tenuto a risponderti e gradire che non offendersi la mia ospite, mi sono scusato per l'appuntamento, direi che puoi andare!"
"IO devo andare? E dove dovrei andare?...non vado da nessuna parte!"
"Lucia, questa è casa mia e io non gradisco la tua presenza!"
"Non gradisci la mia presenza?...l'altra volta l'hai gradita però!..."
"Lucia, possiamo evitare scenate?"
"IO non faccio scenate! Sei tu che mi hai invitato fuori! E tu ora mi porti fuori!" Lo dice puntando i piedi come una bambina a cui è stato detto "no" alla richiesta di un giocattolo.
A questo punto mi scappa davvero un sorriso e una risatina lieve, non dovrei, lo so bene, ma è già stato tutto così surreale in questa giornata che poteva concludersi solo così, con la scenata di una ragazzina che si sente evidentemente in pericolo oppure defraudato di qualcosa, che in realtà non è ne mio ne suo.
Lei, in ogni caso si accorge subito della mia risata, si volta a guardarmi, gli occhi grandi sembrano uscirle dalla testa, la bocca aperta in una smorfia di stupore.
Cerco di ricompormi immediatamente, ma ormai il danno è fatto e non posso più farci nulla.
"Che cazzo hai da ridere?" Mi chiede con voce aspra.
"Niente...ero sovrappensiero...forse e meglio se vi lascio soli..." dico tranquillamente, cercando di smorzare i toni il più possibile.
"Ecco, è meglio se ti levi dalle palle! Hai detto bene!" Mi risponde.
Alzo le mani in segno di resa, riprendo il mio cellulare, poggiato ancora sul ripiano della cucina e lo infilo in tasca.
"Esco...vi lascio parlare..."
A quella affermazione Paulo interviene.
"NO! Da qui non esce nessuno! Tantomeno tu!" Mi dice deciso
"Paulo, è meglio se vi chiare senza la mia presenza...faccio due passi fuori"
"ASSOLUTAMENTE NO!" Risponde ancora lui perentorio, e per essere più chiaro chiude la porta d'ingresso che era rimasta aperta.
Rimango spiazzata. Perché devo restare a guardare una sceneggiata tra due "amanti"? In fondo, avranno qualcosa da dirsi che riguarda solo loro, non voglio stare a sentire le loro discussioni.
"Ok, allora vado in camera..."
"No, Malena! Resta qui!" Mi dice.
Assurdo! Stiamo sfiorando il melodramma.
"PERCHÉ NON VUOI CHE SE NE VADA!? Ha detto lei che vuole lasciarci soli! E PERCHÉ HA DETTO CHE VA IN CAMERA? sta qui da te?"
"Lucia, non risponderò a nessuna delle tue domande! Sono affari mie! A casa mia ospito chi mi pare! E adesso dovresti andartene!"
Lei lo guarda come se lo vedesse per la prima volta. E io guardo loro come se fossi in un film!
"MI STAI BUTTANDO FUORI? Per stare con questo...CESSO!"
A quelle parole lo stomaco mi si contrae e la voglia di risponderle diventa fortissima, ma non voglio fare il suo gioco e mi autoimpongo di non rispondere.
"Non ti permetto di offendere un ospite a casa mai!"
Lei è ormai fuori di testa, ha perso completamente la ragione.
Si volta verso di me, trasuda rabbia da ogni poro e credo che presto diventerà verde per il travaso di bile.
"BRUTTA STRONZA! COME TI SEI PERMESSA DI METTERTI IN MEZZO!"
Si avvicina rapida a me e in men che non si dica mi ritrovo con la sua mano che colpisce la mia faccia.
È maldestra e accecata dalla rabbia, ma riesce a prendere la mia guancia quel tanto che basta per colpirmi.
A quel punto però, ne ho abbastanza.
Con una mossa rapida le prendo il braccio, lo torco all'indietro e con la gamba destra assesto un colpo alle caviglie che le fa perdere l'equilibrio.
Cade battendo il sedere a terra, ma mentre sta scivolando, con la forza della rabbia, propria solo di una donna inferocita, si attacca al collo della mia maglia e strattonandola la strappa da cima a fondo, lasciandomi praticamente a seno scorpo, se non fosse per il reggiseno che indosso.
Nonostante sia seduta a terra, con il braccio che ancora è tra le mie mani, continua divincolarsi come un pesce nella rete, sputando insulti velenosi.
"BRUTTA PUTTANA! MI HAI ROVINATO IL VESTITO!...STRONZA!" Sono stanca di essere insultata, per oggi ne ho abbastanza.
"Hai rotto i COGLIONI! L'hai capito o no? Non mi faccio insultare dalla prima stronzetta che passa! Ti è andata buca la serata? Pazienza! Sono certa che troverai qualcun'altro che ti porta fuori, magari a pagamento come sono abituate a fare quelle come te! Quindi adesso ti alzi, prendi la tua borsa di merda e te ne vai!" Dico tutto d'un fiato, nemmeno fossi posseduta dal fantasma di Wander Woman.
È tenace la ragazza, prova ancora a liberarsi ma la mia presa è più forte.
"Mi stai rompendo un braccio!" Dice con la faccia rossa per il dolore e la rabbia.
"Se non vuoi che te lo spezzi davvero, chiedimi scusa e poi alzati e VATTENE!"
"Col cazzo che mi scuso!"
La mia pazienza è finita. Con il suo polso ancora nelle mie mani, torco ulteriormente il braccio, tanto che lei è costretta a sdraiarsi faccia a terra.
Con il ginocchio le blocco la schiena e stavolta non ha via di scampo! Cavolo! Mi sono servite davvero quelle lezioni di autodifesa!
"Chiedimi scusa o te lo rompo veramente il braccio!" Dico a pochi centimetri dal suo orecchio.
"Ok...scu...sa!
"Non ho sentito?"
"Scusa!"
A quel punto Paulo interviene.
Lo sento afferrarmi le spalle e farmi lasciare la presa sulla malcapitata.
"Basta Malena! Lasciala..."
Faccio come mi dice.
La mollo, mi rialzò e mi sposto di qualche centimetro.
Lei si riprende, si rimette in piedi, raccoglie la pochette che le era caduta a terra e si sistema la pelliccia.
"TU SEI PAZZA!" Dice guardandomi, mentre tira su con il naso e cerca di non mostrare che sta per piangere.
"E anche tu sei fuori di testa! QUESTA È PERICOLOSA! Come fai a tenerla in casa?..."dice an ora rivolta a Paulo.
"Hai esagerato Lucia..."
"Io ho esagerato? E lei allora cosa ha fatto?..."
In quel momento, il chiavistello della porta gira e io sono terrorizzata al pensiero di sapere stavolta chi sta entrando.
La risposta arriva in un baleno, la porta si apre sulla figura di Alicia, del resto, chi altri poteva avere le chiavi di casa di Paulo?
Ma non è sola. Dietro di lei che entra subito nella stanza, si affacciano mio nonno, mia nonna e mia madre che regge in mano la carrozzina con dentro Marta!
"Che cosa sta succedendo qui?" Chiede Alicia passando con lo sguardo pungente prima sul figlio, poi su Lucia e in fine su di me.
"Mamma! Perché non mi hai chiamato?"
"Io TI HO CHIAMATO per dirti che stavamo arrivando, ma il TUO telefono deve essere in silenzioso! HIJO mio!" L'affermazione finale non è fatta con lo stesse tono materno che le ho sentito altre volte, Alicia è contrariata!
"Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?" Chiede di nuovo lei con tono che non ammette evasione alla domanda.
La prima a intervenire è Lucia, incredibile quanto questa ragazza non sia disposta a mollare la presa.
"OH, Signora Dybala! È un piacere per me conoscerla...avrei preferito non accadesse in questo modo...ma...quella donna che Paulo ospita in casa sua, è PERICOLOSA! Ha cercato di rompermi un braccio...guardi i segni sul mio polso! Solo perché non voleva che io e Paulo uscissimo! Avevamo un appuntamento, sa...insomma..."
La sua voce è diventata mellifluo e dolce, sono sconcertata da come sta cercando di ribaltare la situazione.
Lo sguardo di Alicia, continua a passare da Paulo a me.
"E tu chi saresti?" Chiede con una punta di acidità la madre di Paulo.
Lucia non si aspetta la domanda, sfodera un sorriso ebete, guarda Paulo, nella speranza che lui si esponga per lei a spiegare in che tipo di relazione si trovano.
Paulo non si muove di un millimetro ed non apre bocca. Penso sia la prima volta che lo vedo incerto.
E allora Lucia ci riprova.
"...oh, beh...io sono Lucia, un...amicadi suo figlio..." calca così tanto la pronuncia su quell' "amica" che deve sottintendere molte altre cose da essere veramente "pacchiana"
"Ah! Sei l' "amica" delle foto sul giornale?" Domanda Alicia in tono poco confidenziale, cosa che però non giunge all'orecchio di lucia.
"SIIII! SONO IO! CIOÈ...SIAMO NOI!" Dice con la vocina stridula e sibilante.
A questo punto Paulo si riscuote dal torpore e si fa avanti.
"Mamma, c'è stato un malinteso..." cerca di spiegare
"Questo lo avevo capito! Quello che non capisco è perché quella povera ragazza, abbia gli abiti strappati! Vuoi spiegarmi o no COSA È SUCCESSO?"
Paulo fa per parlare, ma Lucia...Lucia, convinta di aver conquistato Alicia perché l'ha riconosciuta, si mette di nuovo in mezzo.
"...è impazzita Alicia! Mi è saltata addosso! Quella donna è PAZZA! Va rinchiusa!"
Alicia alza una mano in segno di stop! Perentorio allo sproloqui di lei, che incredibilmente si ferma.
Alicia, non è donna da smancerie e lo conferma parlando subito in modo fermo e chiaro.
"Signorina; PUNTO PRIMO: non ti ho autorizzato a darmi del "TU", PUNTO SECONDO: non so e non voglio sapere cosa ti ha portato qui stasera...e in quali rapporti credi di essere con mio figlio..."
"Ma, signora...mi scusi..." Lucia tenta un ultimo salvataggio estremo.
"NON HO FINITO!" Scandisce Alicia.
Ammutolita Lucia e tutti gli altri!
"...non è a me che devi chiedere scusa! Ma a quella donna a cui hai strappato la maglia...che per altro era mia!"
"Oddio! Mi dispiace per la maglia...io l'ho fatto per DIFENDERMI!" Piagnucola lei.
Alzo gli occhi al cielo esasperataa, mi copro, rendendomi conto solo in quel momento di essere mezza nuda e con la pelle graffiata dalle unghie laccate di Lucia.
"Ti ripeto che non voglio sapere niente! Ma PRETENDO che tu chieda scusa alla MIA FUTURA NUORA! per qualunque cosa sia successo!"
A quelle parole, "FUTURA NUORA" volto la testa di scatto, Paulo si gira a guardarmi, e tutte le restanti teste, quella di Lucia compresa, si voltano nella mia direzione.
Alicia avanza verso di me a braccia tese, mi prende il viso tra le mani e mi scruta mentre io credo di avere una paresi.
"Ahi! Hija mia linda! No te preocupes! Non preoccuparti..." dice posandomi un bacio sulla guancia.
Poi si volta verso Lucia che è imbambolata quasi quanto me, mi cinge le spalle con il braccio e attende che l'altra parli.
Lucia guarda Paulo.
"Non mi avevi detto che...stavi..."
Lui non risponde nulla, fa solo un mezzo sorriso.
Lei si volta, guarda me e Alicia che cerca di risistemarmi la tuta.
"Scusa...scusate...devo andare!"
Con in mano la sua borsa, la testa bassa e le pive nel sacco, facendosi largo tra mia nonna e mio nonno, esce, sale in ascensore e scompare.
Il resto della mia famiglia entra, il primo è il nonno, poi mamma e nonna con al seguito Marta, che per fortuna dorme beata nella sua carrozzina.
La stanza si anima di voci e persone che conosco. Ma io e Paulo continuiamo a restare fermi ai nostri posti, solo i nostri occhi parlano ma nemmeno noi stiamo capendo cosa si dicono.La ragazza bionda che ho visto salire prima esce dal portone.
Ha la faccia scossa, il trucco leggermente sfatto.
So che è stata all'attico. So che è salita per andare da lui, ma dalla faccia capisco o che le cose non devono essere a date come lei si aspettava.
Un occasione.
Potrebbe essere un occasione...se non altro per sapere cosa succede...ma si!
Avvicino l'auto al marciapiede.
"Ehi, tutto bene? Hai bisogno di un passaggio?"
Mi guarda un secondo. Non sembra particolarmente sveglia, la classica biondina che cerca di accasarsi.
"Si, grazie...ho proprio bisogno di un passaggio"
Apre la portiera, sale e andiamo.
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CERCAMI
FanfictionUn locale affollato. Una serata noiosa. Niente è come Paulo lo vorrebbe. Ma tutto cambia in un attimo. Una voce. Una luce e poi un apparizione. Lei... "CERCAMI...mi hai trovato una volta, puoi farlo una seconda..." E poi è scomparsa Per Paulo iniz...