Spazio autrice
Carissime amiche, con colpevole ritardo pubblico il nuovo capitolo. Avrei voluto farlo prima ma i molti impegni non mi hanno consentito di essere più rapida.
Vi chiedo pazienza, cerco di fare del mio meglio e di farlo in un tempo ragionevole ma non sempre mi è possibile, forse sarà così anche per i prossimi capitoli e quindi mi scuso in anticipo chiedendovi ancora di essere pazienti.
Detto ciò mi auguro che sia valsa la pena di attendere queste nuove righe.
Aspetto di sapere cosa ne pensate.
Attendo le vostre⭐ma soprattutto i vostri commenti e come sempre anzi più che mai, vi abbraccio forte, vostra Velmachelly.
Il freddo non serve più, ho smesso di sentirlo nel l'attimo esatto in cui sono salita sulla sella dove lui era già seduto.
La razionalità non serve più. È scomparsa quando la mia pelle, sotto lo strato di vestiti che indosso, ha percepito il calore del suo corpo.
I suoni sono scomparsi, o si sono pesantemente affievoliti.
L'olfatto non sente più gli odori della terra, dell'erba, dell'aria, il mio naso capta solo il suo profumo, quell'alone di profumo che ho sentito anche ieri sera è che potrei riconoscere a occhi chiusi.
Basta. Ogni tentativo che ho fatto fino a questo momento, di razionalizzare ciò che è successo, di inquadrare in una casella l'attrazione di ieri sera, di spiegarmi il perché, il per cosa è il per come caspita sono arrivata a comportarmi così? Cessano di esistere in questo istante. Non c'è raziocinio che possa spiegarmi quello che sento, non c'è logica che posso usare con lui, e temo non ci siano nemmeno freni.
"Possiamo andare se vuoi..."
La sua voce così vicina al mio orecchio mi riporta alla realtà, ma quale realtà?
"Quella che in cui vivi tutto quello che sentì al cento per cento!" La diavolina, che per l'occasione si è infilata una tutina nera di pelle stile Cat woman, riappare svolazzando nella mia mente con un sorriso felice.
Non ho altra scelta, devo fare come dice. Probabilmente mi farò male, molto male, perché lui non riuscirà a trovarmi veramente, ma non c'è altra strada da percorrere.
"Riesci a stare in sella anche senza le staffe?" Gli domando.
"Uhm...questo non lo so..."
"Ok, facciamo così, prendi tu le staffe, io posso fare senza..."
Libero gli agganci dai miei piedi e aspetto che lui li infili. Mi passa per la mente l'idea che potrebbe cadere, o farsi male e sarebbe un disastro! Quanto vale il suo cartellino sul mercato? Un centinaio di milioni di euro...se gli succede qualcosa dovrei vendere l'intera tenuta per ripagare il danno! Ma perché a mio nonno è venuta questa idea?
"Ti senti sicuro Paulo?"
"Si, hai paura che cada?"
"Se cadi e ti fai male io devo vendere tutta la tenuta per ripagare il danno! Mi avrai sulla coscienza!"
Lui ride. La sua risata non arriva solo al mio orecchio, va dritta al cervello e al cuore percorrendo due strade diverse.
"Non cadrò, tranchila Nina...non voglio averti sulla coscienza...ma averti in altri modi...quello sì"
La scarica di un fulmine percorre tutta la mia colonna vertebrale.
Non rispondo. Ho perso la lucidità.
Mi volto leggermente per cercare di intravedere il suo viso, lui si sporge un po' per mostrarsi, con quel sorriso malizioso.
"Sei sempre così sicuro?" Chiedo
"Quando devo combattere una sfida si..." Risponde subito
"Le sfide si possono perdere"
"Non è un'opzione contemplata...ci vuole tempo, pazienza e impegno, ma si arriva a vincere..."
Socchiudo gli occhi per guardarlo meglio e fargli capire che non è proprio come dice lui, ma il suo sguardo non demorde, rimane fisso sulle mie pupille.
"Capisco...andiamo..."
Sprono Mask e lui parte subito, il suo movimento però fa barcollare entrambi.
Sento le sue mani che mi afferrano la vita per non cadere, d'istinto tirò le redini è fermo il cavallo.
"Tutto bene?" Chiedo
"Si, mi ha colto di sorpresa...scusami"risponde
"Non preoccuparti, non è colpa tua, stare in sella in due non è come montare da soli...bisogna quasi essere un solo corpo, così il cavallo non percepisce qualcosa di strano...ora ti dico cosa devi fare..."
"Va bene...sei tu l'esperta..."
Già, sono io l'esperta.
"Mi devi abbracciare..."
Le sue braccia mi circondano immediatamente. Scivolano sul mio ventre, sotto al seno in modo delicato ma con sicurezza.
Il mio cuore accelera i battiti spegnendo tutto quello che è razionalità in me.
"Così?" Mi dice ancora più vicino al mio orecchio.
"Si..." La mia voce è sconosciuta anche a me stessa.
"Così va bene..." Rispondo toccandogli le braccia che mi stringono
"Ma...devi stringermi un po' di più...non ho le staffe e mi devi aiutare a restare ancorata alla sella..."
Mi stringe più forte, lo sento più vicino e la sensazione e piacevolissima, tanto piacevole che non so fermarmi.
"Così va bene?" Chiede a voce più bassa.
"No...cioè...si...ma..."
"Ma cosa? " mi chiede a vocean ancora più bassa.
"Stammi più vicino..."
Lo sento sospirare in maniera quasi impercettibile, mi stringe un po' di più, ma a me ancora non basta. Non è questione di sicurezza è solo il mio istinto, la mia parte "animale" quella che vive solo di sensazioni, che si nutre di emozioni,desideri e fantasia che vuole soddisfare la sete che ha di lui.
"Un altro po'...appoggia il petto alla mia schiena..."
Quella richiesta quasi sorprende anche me stessa, lo fa muovere sulla sella avvicinandosi a me nel modo in cui desidero.
Il suo torace aderisce alla mia schiena, le braccia mi attiranon piu vicino a lui, le sue gambe combaciano perfettamente alle mie, ora posso sentirlo totalmente, sento la mia schiena attaccata al suo torace, posso quasi percepire il suo battito, i muscoli delle sue gambe attaccati alle mie, tutto il mio corpo sembra trovare pace.
"Così va bene, Nina"
"Perfettamente..." rispondo con una voce che ancora una volta fatico a riconoscere.
"Anche secondo me va bene...prima di partire però devo...spostare i tuoi capelli..."
" oh, scusa, ti danno fastidio? Se vuoi li lego..."
"No, non legarli, basta fare così..."
Sento la sua mano che delicatamente sposta la mia chioma di lato, lasciando che un filo di freddo mi arrivi sul collo.
Il brivido dura un istante, il tempo che ci impiega a chinare la testa e posare le labbra calde sul mio collo scoperto, a quel punto, con quel contatto inaspettato, il mio corpo ha davvero un fremito.
"Hai freddo Nina?" Mi chiede subito premuroso.
"No...non è il freddo..."
Alzo la mano e la posso sulla sua testa, coperta dal cappello, accarezzandolo e facendogli capire che quel contatto mi piace, e i brividi, quelli che sento, sono solo procurati dalle sue labbra sulla pelle sensibile del mio collo.
Bacia di nuovo quella zona e io mi lascio andare a un sospiro di piacere che dipinge un sorriso sulle mie labbra e mi fa desiderare di prolungare ancora quel contatto, magari, però in un posto più appartato e non al centro del prato della tenuta.
"Dobbiamo andare..." gli dico piano lui semplicemente acconsente, mi tiene tra le braccia come gli ho chiesto di fare.
Mask cammina lentamente, con la sua a cadenzata che quasi sembra cullarci.
Assapora ogni istante. Godo di ogni movimento che fa scivolare il mio corpo contro il suo, lascio che il freddo ci accarezzi, il sole ci illumini lentamente, la nebbiolina ci avvolga e poi si dissolva al nostro passaggio.
Respiro l'odore del bosco, della terra, del legno, degli alberi mescolato al suo profumo come se lui avesse sempre fatto parte di questo posto,di questa terra e di me.
Mi sembra di vedere tutto ciò che conosco con occhi nuovi, o forse di guardare il luogo in cui sono cresciuta con i suoi occhi, chissà cosa sta vedendo? Cosa sta provando davvero?
"Paulo, cosa stai guardando? Voglio dire, che impressione ti fa questo posto?...Cioè, lo so che sei arrivato ieri sera...scusa, lascia perdere è una domanda stupida...?"
"Perché stupida...non è per niente stupido quello che mi chiedi..."
"Uhm...non rispondere se non ne hai hai voglia...ho parlato senza pensare..."
"Quando sono arrivato, ho pensato che fosse un bellissimo posto...Ma, in fondo, credevo fosse il classico hotel super lusso..."
"A cui sei abituato immagino..." dico interrompendo il suo discorso.
"Non così tanto come puoi pensare...in ogni caso, ho capito quasi subito che mi sbagliavo...non è uno di quei luoghi a cinque stelle con tutti i comfort...questo è un posto con un anima..."
Lo ascolto mentre continuo a tenere la schiena appoggiata al suo petto e Mask, con il suo passo ci conduce verso le stalle.
"Che bella questa definizione..."un posto con un anima"...non ci avevo mai pensato...mi piace!"
Mask entra nella stalla tranquillo, sa perfettamente dove posizionarsi, in fondo all'edificio, dove si trova la rimessa per le selle e li infatti si ferma.
La passeggiata è terminata, a malincuore devo staccacrmi da lui.
Le sue braccia mi sciolgono dall'abbraccio, in modo rapido scende dalla sella si ferma accanto al cavallo per attendermi.
Infilo il piede nella staffa per darmi la spinta e scendere.
Lui è rimasto li, fermo, con le mani appoggiata alla sella.
Capisco che smontando, finirò dritta tra le sue braccia, ancora una volta a contatto con lui e non ci sarà scampo, perché non cercherò in alcun modo di fuggire.
Scivolo giu' dalla sella tenendo in mano le redini, si avvicina di più e nella discesa il mio corpo scivola contro il suo.
Mi lascio andare, so che non mi farebbe mai cadere, che le sue braccati sono una protezione a cui posso affidarmi.
Lascio le redini e mi volto verso di lui, basta un incrocio di sguardi e poi tutto si annulla nel momento in cui le nostre bocche si uniscono.
Ho atteso questo bacio, ora lo so.
Ho atteso per essere ancora stretta tra le sue braccia.
Ho atteso, da ieri sera...ho atteso...
Le nostre bocche sembrano conoscersi da sempre.
Il calore delle sue labbra mi spinge ad approfondire il bacio, a desiderare di assaporare di più, di gustare di più, in un movimeto lento e sensuale che fa crescere sempre più il desiderio.
Si scorta legegrmente da me guardandomi negli occhi.
"...è Così che avrei voluto svegliarti stamattina...se solo mi avessi dato la possibilità di farlo..."
"Non credo che perderò la prossima occasione..." dico sfiorando le sue labbra, di nuovo desiderosa di avere quel contatto.
L'incantesimo viene subito spezzato da una voce.
"Mask! Sei senza la tua padrona?!"
La voce di Edoardo ferisce il mio orecchio come una lama.
Paulo si stacca immediatamente e io d'istinto riprendo le redini.
"Sono qui Edo!" Dico a voce alta ma con un tono poco fermo.
"Ah, mi sembrava strano che Mark fosse da solo...non lo lasceresti..."
Esco dal box e dietro a me arriva anche Paulo.
Alla sua vista Edoardo sgrana gli occhi e rimane muto, mi aspettavo questa reazione, ciò che non mi attendevo è che Edoardo sitrovi alle stalle con la madre, Magda.
La madre è appesa al suo faccio come se fosse una parte di lui.
"Ma allora è vero! Cioè...Dybala è qui...avevo sentito delle voci...ma ..." Edo inizia quasi a balbettare, ha gli occhi che gli brillano come un bambino.
Devo intervenire perché la situazioni sta diventando imbarazzante.
"Ehm, si, Edo...è nostro ospite con sua madre..."
"Che bella cosa! Un figlio che va in vacanza con la mamma...tutti i figli non dovrebbero dimenticare quanto siamo importanti per loro...vero Edo? La mamma sarà sempre la donna che ama di più un figlio...SEMPRE!"
Le parole di Magda fanno calare un gelo imbarazzante.
Edoardo diventa rosso all'istante, abbassa lo sguardo verso i suoi stivali da lavoro. Gli occhi di Magda invece rimangono fissi su di noi, prima su Paulo, indulgenti ma con una vena che non riesco a definire e poi verso di me, pungenti come spilli.
Sostengo il suo sguardo, non è mai riuscita a metetrmi in soggezione, ne con le sue moralistiche parole da bigotta ne tanto meno con quel suo atteggiamento da giudice supremo e infallibile.
"Credo che Paulo trascorra cosi poco tempo con sua madre che una piccola vacanza sia una giusta parentesi per passare un po' di tempo insieme..." dico fissandola.
"Beh, certo! Ma questo non vuol dire che un figlio debba mettere da parte la madre quando "trova" un altra donna..."
Risponde lei. Non so perché ma la sua presenza oggi mi irrita più del solito.
"Mi scusi Magda, ma se non ricordo male, i vangeli o la Bibbia, non dicono qualcosa del tipo "...lascerai tuo padre e tua Made per unirti alla tua sposa ed essere un corpo e un anima sola...?" Forse non sono le parole esatte ma dai miei ricordi di catechismo sono quasi sicura di aver letto qualcosa del genere."
La vedo quasi sbiancare, dilatare le pupille e tremare a quella affermazione.
"Oh, si, non è sbagliato...solo non hai notato un piccolo dettaglio, dice che lascierai i tuoi genitori "per una SPOSA", una moglie, con cui DOPO il matrimonio diventerai una cosa sola..."
Il suo sorriso saccente non privo di sottintesi la fa quasi gongolare per questa effimera vittoria che crede di aver ottenuto.
"Bene, ora che abbiamo concluso la disputa teologica direi che è ora di mettersi al lavoro..." dico decisa
"Si, hai ragione...mamma puoi andare"
"Certo, certo, vi lascio alle vostre faccende...a dopo tesore" si alza sulla punta dei piedi, gli da un bacio sulla guancia.
Edoardo diventa ancora più rosso.
Paulo mi guarda alzando un sopracciglio e io gli rispondo scuotendo la testa.
"Buon lavoro e buona permanenza" con questa parole, Magda la santa, gira su se stessa e se e va.
"Scusate...a volte è davvero...pesante..." La faccia contrita di Edoardo mi fa provare ancora più pena per lui.
"Non preoccuparti Edo,non è colpa tua...mettiamoci al lavoro"
Usciamo dalla stalla, non prima che Edoardo abbia strappato la promessa di un autografo a Paulo.
"La signora è un filino apprensiva con il figlio?" Mi chiede lui mentre ci dirigiamo verso il castello.
"È una stronza bigotta! Una che schiavizzail figlio e lo rende un disadattato!"
"Non credo di aver capito tutto, ma stronza la definisce perfettamente!"
"Scusa! Tanto ad essere sboccata quando mi fanno incazzare, e lei ci riesce benissimo..."
Fa una piccola risata che mi costringe a guardarlo, a vedere il suo profilo ben delineato contro il verde che ci circonda.
"Sembri tenere molto a lui..." dice serrando leggermente te la mascella.
"Oh...no! Non è come pensi...io ed Edo siamo nati e cresciuti qui, insieme, abbiamo la stessa età...suo padre lavora nella tenuta da sempre...abbiamo frequentato la stessa scuola, la stessa classe, poi da adolescenti ci siamo persi di vista, ma la passione per la Juve ci ha tenuto uniti, ancora oggi andiamo allo stadio insieme..."
"NO! FERMA! Tu vieni allo stadio? Cioè TU SEI STATA ALlO STADIUM??? Stai scherzando!" Si è bloccato di colpo e sembra sinceramente sconcertato.
"Si, ho l'abbonamento allo STADIUM se è quello che vuoi sapere!" Rispondo
"E perché non ti ho mai vista? Cioè, perché non ci siamo incontrati?...voglio dire, dopo quella sera...potevi cercarmi..."
Adesso sono io a ridere.
"Beh, non ci siamo mai visti perché io allo stadio vado in curva, non proprio in tribuna vip...quello devi chiederlo al nonno! È lui ad avere l'abbonamento al club "Gianni e Umberto Agnelli"...e...volendo essere pignoli, eri tu che dovevi cercarmi, non il contrario..."
"Ah, beh, certo...era una cosa facilissima senza nemmeno un numero di telefono...quindi anche tuo nonno é un tifoso?..."
"Oh, siii! Tutta la mia famiglia è tifosa...dovresti parlare con lui...avrebbe un sacco di storie da raccontarti..."
"Credo che lo farò...quindi tu, vieni allo stadio sempre con Edoardo?"
"Si, o con il nonno..."
"Lo sai che è innamorato di te vero?"
"Chi? Mio nonno?!"dico ridendo
"NOOO! Edoardo!...tu es loca!"
"Avevo capito! Stavo scherzando...Si, lo so, ma non c'è niente e non ci sarà mai niente tra noi..."
"Forse è meglio che tu lo dica anche lui..."
"Lo sa già..."
"Meglio se glielo ricordi...da come ti guarda non si direbbe che ha capito il messaggio..."
"È solo frustrato perché non scopa! Quella megera della madre vuole una moglie illibata per il suo bambino! Retrograda del cazzo! È una castrazione psicologica...!"
"Parlate anche di sesso!? Ci credo che ha delle speranze..."
"Si, ne parlammo...Oh,ma insomma! Che problemi avete tutti con il sesso? Si fa ma non se ne parla? Siamo nel medioevo?!"
La sua mano mi afferra il polso e prima che io possa dire "che cosa stai facendo", mi ritrovo trascinata al limite del bostro, appoggiata con la schiena a un tronco e con le sue braccia ai lati della testa.
"Non ho nessun problema con il sesso...ma il pensiero che il tuo amico immagini di poterti toccare...o avere...o anche solo di baciarti...mi infastidisce...Non mi piace pensare che le tue labbra possano toccare una bocca che non è la mia..."
Non c'è spazio per altre parole, solo per il contatto delle nostre labbra.
Riesco a fatica a spostarmi anche se non vorrei.
"Ci aspettano per la colazione...dobbiamo andare..."
"Lo so...ma riprenderemo il discorso..."
"É una minaccia?" Chiedo
"NO, una promessa!"
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CERCAMI
FanfictionUn locale affollato. Una serata noiosa. Niente è come Paulo lo vorrebbe. Ma tutto cambia in un attimo. Una voce. Una luce e poi un apparizione. Lei... "CERCAMI...mi hai trovato una volta, puoi farlo una seconda..." E poi è scomparsa Per Paulo iniz...