Pezzi

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Spazio autrice
Carissime amiche ho finalmente finito questo capitolo.
Forse nonno troverete così interessante come gli altri, ma è essenziale per la storia diciamo che è  il punto di svolta...
Ovviamente aspetto i vostri commenti, a cui tengo moltissimo, e le vostre 🌟se vorrete lasciarle.
Vi abbraccio  forte. Sempre vostra! Velmachelly

Stringo con cura la sella di Mask. Metto le staffe ben allineate ai fianchi. Controllo tutto un ultima volta e salgo.
Sono le sei del mattino. Nessuno è ancora in giro per la tenuta ed è  il momento che preferisco, quello in cui mi sembra di essere  l'unico essere vivente sulla terra.
Sono passati sette giorni dal mio "incidente" e finalmente posso tornare a montare.
Esco dalle scuderie al passo, anche Mask sembra felice di rivedermi. Percorriamo i primi vialetti con calma, come due che devono ritrovarsi dopo tanto tempo.
Sette giorni. Una settimana.
Sette giorni, una settimana di vuoto, silenzio, buio, nulla.
La mia mente torna inevitabilmente sui suoi pensieri, sempre gli stessi, come se fosse un disco rotto.
Lui è  sparito. Scomparso. Volatilizzato. Evaporato.
Quando ho riaperto gli occhi, la mattina dopo quella notte, quell'incubo, Paulo non c'era più.
Ho pensato che fosse uscito a  correre, che fosse tornato al villino a preparare le valige, ho pensato persino che fosse in cucina, a preparare la colazione...che stupida!
Mi sono alzata dal letto, ho atto il giro della casa per scoprire che ero SOLA. Il mio cuore lo sapeva già,  ma la mia mente doveva vedere.
Se ne è andato così. Senza un saluto. Senza una parola.
Ho scoperto poi che lui è la madre erano partiti prestissimo quel giorno. Sono passati dalla reception per saldare il conto, ma Massimo, il portiere di notte, che non era ancora smontato, aveva avuto l'ordine di non accettare alcun pagamento dalla famiglia Dybala, il loro soggiorno è  stato offerto come ringraziamento per tutto ciò che si sono trovati a fare in quella settimana, che doveva essere per loro di vacanza.
Hanno ringraziato e se ne sono andati. E poi basta.
Mentre attraverso il bosco al piccolo trotto mi rendo conto di quanto in questa settimana sono stata male e non mi riferisco al dolore fisico post incidente.
Mi ha fatto male la sua sparizione.
Mi ha fatto male non avere una parola, un biglietto, un messaggio, una spiegazione a quel comportamento.
Tiro le redini di Mask e lui subito si mette al passo, nitrendo un po'  scontento del brusco rallentamento.
Il prato davanti a me è  pieno di rugiada, sembrano un mare di fili d'erba coperti da piccole lacrime trasparenti.
La vista mi si appanna e sento una lacrima, questa vera, scendere sulla mia guancia.
Il nordo che mi chiude lo stomaco si spezza all'improvviso e li, dove nessuno può vedermi, finalmente posso lasciarmi andare e piangere le mie lacrime.
"Perché? Perché? Percheeeeeeeee'?..." grido a pieni polmoni nel silenzio della mattina, per poi lasciare spazio solo ai singhiozzi.
Paulo  mi manca. Mi manca da impazzire. È  come se qualcosa che era mio, o che era paerte di me si fosse spezzato o fosse sparito, o mi fosse stato tolto.
Mi manca...Mi manca dentro e fuori  di me...non so come spiegarlo meglio a me stessa.
Mi manca fisicamente. Mi manca la sua bocca, Il suo corpo, mi manca la sua voce, mi  mancano i suoi occhi, mi mancano le sue mani...Mi manca tutto! E...cazzo! Mi monaca persino il sesso con lui!
"O ti manca fare l'amore con lui?..."
La voce della diavolina, che ho tenuto segregata per tutti questi giorni torna a farsi sentire.
"Non ha importanza...Mi manca e basta! Non c'è  alcuna differenza..."
"Oh, si che c'è...ma non vuoi ammetterlo..."
"Non cambia nulla! Se n'è  andato..."
La sostanza è  la stessa. Mi ha lasciato lì, nel mio letto, Senza una spiegazione e poi, in fondo che spiegazione doveva darmi?
Nessuna. Eppure non riesco a non sentirmi, ferita, colpita alle spalle, tradita, abbandonata e addirittura...usata.
Nessuno mi ha mai fatto sentire così. È  come se fossi stata un oggetto, una...Non riesco nemmeno a dirlo...sfruttata solo per il sesso, solo per il mio corpo, solo per il piacere che potevo dargli e poi, abbandonata qui, come una scatola vuota.
Questo mi fa più male di tutto.
Mi asciugo le lacrime con forza, quasi volessi cancellarle dal mio volto.
Dentro sento salire la rabbia, una forma di rancore contro di lui e contro me stessa, non per quello che c'è stato, l'ho voluto anch'io, non posso negarlo, ma per ciò che provo ora,  per queste lacrime assurde quanto inappropriate, non potevo pretendere altro, non dovevo aspettarmi niente di più  e niente di meno di ciò che ho avuto.
Prendo un profondo respiro e raddrizza la schiena, da questo momento non ci saranno più lacrime per lui, se non altro in rispetto di me stessa.
Mask scuote la testa come se approvare quello che ho appena pensato, gli accarezzo la criniera con un piccolo sorriso e torno sui miei passa, diretta alle scuderie e alla giornata che mi aspetta.

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