Messa in scena

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Spazio autrice
Carissime amiche, eccovi il nuovo capitolo...la storia sta per giungere alla sua svolta...ma non aggiungo altro...
Aspetto le vostre🌟 e, ovviamente, i vostri commenti. Via abbraccio. Vostra Velmachelly

La stanza si è svuotata della presenza ingombrante e superflua di Lucia e si è  riempita delle voci che conosco. Quella del nonno e della nonna, di mia madre e di Alicia, che ormai riconoscerei tra mille.
Marta invece continua dormire tranquillamente nella sua carrozzina.
Mi avvicino per guardarla meglio. Ha ancora qualche graffio sul viso, un braccino livido, probabilmente per una botta, ma per il resto sembra stare bene.
Nella mia mente riaffiorano le immagini dell'incidente, le parole di Laura, Paulo  che tira fuori marta dalla carcassa dell'auto.
Una mano si posa sulla mia spalla, non ho bisogno di vedere chi è, riconoscere a occhi chiuso il tocco di mia madre.
"Maddalena?"
Mi volto a guardarla e mi accorgo che il suo viso e tirato, triste e forse ha anche pianto.
"Maddalena, possiamo parlare?" Mi chiede con voce incerta.
Voglio davvero parlare? Ho davvero voglia e bisogno di sentire quello che ha da dirmi? NO
Oggi sono state dette anche troppe parole.  So che non riuscirei ad ascoltarne altre, non avrei la forza, la lucidità e forse nemmeno la sensibilità per ascoltarla ora.
"No, mamma...e non perché sono arrabbiata con te per lo schiaffo...e solo che oggi, adesso, non ce la faccio a parlare ancora...tra le domande del PM, le parole di  Marco  e Lucia...non ci riesco! Non sono arrabbiata, credimi! Sono solo...stanca"
"Ho bisogno  di parlarti Maddy, lo capisco che ora sei stanca, che è stata una giornata difficile, che rivedere tuo padre...ti ha infastidito...lo so...scusami per quello schiaffo! Io...devo raccontarti...devo parlarti di alcune cose...è  importante! Magari domani, possiamo parlare domani?"
La ascolto, il suo discorso è  a tratti sconnesso a tratti sembra sofferente nel pronunciare le parole. La tentazione di ascoltarla è  forte, ma la consapevolezza di non riuscire a sopportare altre discussioni è  più grande.
"Va bene, domani parleremo..."
La abbraccio por farle capire che davvero non sono in collera con lei. Lei mi stringe forte, in un abbraccio come non me ne ha dati altri, c'è qualcosa di diverso, lo percepisco, lo sento chiaramente, ma per ora devo metterlo da parte.
"Maddy, Marta  può venire a casa con noi..."
"No! Assolutamente  no, mamma, Marta resta con me!"
"Tesoro, sei distrutta, l'hai appena detto tu stessa! Una bambina di pochi mesi è  impegnativa, hai bisogno di riposare..."
"Mamma, ho promesso a Laura  che mi sarei presa cura di Marta  e lo farò! Marta resta con me! E non ne discutiamo più!"
"Va bene...sapevo che avresti detto così! Nella borsa della carrozzina ci sono i pannolini, il latte, il ciuccio...sotto c'è una piccola valigia con vestitini, body, bavaglini e tutto quello che una bambina può sporcare..."
"Grazie! Nell'altro trolley cosa c'è?"
"Ti ho portato dei vestiti di ricambio, se ti serve altro chiamami e te lo porto domani..."
"Grazie mamma, sono certa che c'è tutto."
"Perche non vai a farti una doccia e a cambiarti? Quella ragazza ti ha strappato la maglia!"
Mi guardo un attimo intorno, il nonno sta parlando con Paulo, Alicia e la nonna si sono messe a cucinare, Marta continua a dormire, in fondo penso che una doccia non può che farmi bene.
"Si, ha ragione, vado subito..."
Afferro il mio trolley nero e mi avvio verso la stanza degli ospiti che Paulo mi ha dato. Mentre attraverso il poco spazio che mi separa dalla stanza, sento i suoi occhi che mi seguono.
Mi guarda, mi fissa, in una muta domanda che comprendo subito. Perché  vai in quella stanza? Mi chiedono i suoi occhi.
In quale altra stanza devo andare? Nella tua? Così  per dirne una a caso! Penso.
Lui smette di parlare con mio nonno e si avvicina a me.
"Ti do una mano..." mi dice
"Non serve..." tutti sembrano indaffarati, tutti occupati a guardare o fare altro, tranne Alicia.
"Paulo! Ma che fai!  Metti la tua fidanzata  nella camera degli ospiti? ...la tua stanza e molto più grande, starete più comodi, soprattutto ci starà anche la carrozzina di Marta!"
Impietrita! Dire che sono impietrita può rendere l'idea! Non è  possibile! Non è possibile che Alicia  continui a sostenere la "tesi della futura nuora"!
Un attimo di silenzio cala nel soggiorno.
Un attimo in cui ci sono due possibilità, due scelte che io, ma soprattutto Paulo, possiamo fare: dire che non è  vero niente o portare avanti un assurda sceneggiata.
Lui si volta un attimo a incrociare il mio sguardo che chiaramente vuole dirgli di mettere fine a questa storia assurda.
Credo che lo capisca al volo e quindi attendo il chiarimento.
Lui si gira verso la madre, afferra il manico del mio trolley e con voce sicura risponde:
"Era giusto quello che stavo facendo mamma, Malena  ha confuso la stanza!"
Lo guardo fulminandolo con gli occhi. Ma che cosa sta facendo?
"Infatti mi sembrava assurdo...lascia che Maddalena si faccia una doccia e poi ceniamo!"
"Certo! Sistemiamo la valigia e arriviamo!"
Alicia si volta sorridente verso i fornelli su cui sta trafficanti con mia nonna.
Il nonno sta chiacchierando con mia madre, seduto sul divano, come se fosse tutto assolutamente  normale, sono io l'unica che trova tutto pazzesco!.
Paulo si avvia verso la sua camera, al piano di sopra  portando senza sforzo la mia piccola valigia, con gli occhi mi fa segno di seguirlo, mentre io vorrei solo nascondermi da qualche parte e stare con me stessa.
Invece lo segue su per le scale, un passo indietro, entro nella sua stanza e aspetto che chiuda la porta.
"Ma che cazzo stai facendo?" Gli dico immediatamente.
"Sto sistemando la tua valigia..."  mi risponde mentre entra nella cabina armadio.
"Non far finta di non aver capito!...perché non hai parlato quando TUA madre ha fatto quell'affermazione a Lucia?"
"Quale delle tante che ha detto? Quella che doveva darle del lei? Aveva ragione!"
La situazione, il suo modo di rispondermi, la sua calma mi stanno esasperando.
"LO SAI BENISSIMO DI COSA STO PARLANDO! e smettila di disfare la mia valigia! Guardami quando ti parlo! Perché  ha detto che STIAMO PER SPOSARCI?"
Lui si volta, serio ma non alterato, posa ciò che sta estraendo dalla mia valigia e si mette di fronte a me.
"Abbassa la voce Malena! O ti sentiranno tutti!"
"Non me ne frega un cazzo di chi sente! La mia famiglia non deve pensare che ci stiamo per sposare!"
La mia voce è  effettivamente troppo alta.
Mi mette una mano sulla bocca e chiude la porta scorrevole della cabina, tanto l'armadio è  grande quasi come la camera da letto!
"Shhhhhh! Ti ho detto di abbassare la voce! Ti vuoi calmare?"
Cedo. Alla fine, con lui cedo sempre.
Abbasso lo sguardo sulla sua mano che è  ancora ferma sulla mia bocca, per fargli capire che non alzerò la voce.
Lui comprende e sposta la mano.
"È  così tremendo pensare di sposarmi?" Dice tranquillamente
La domanda mi spiazza totalmente. Cosa dovrei rispondere? Che non lo vorrei? Oppure che lo vorrei ma so che non può accadere?
"Non è questo il punto Paulo..."
"E qual è il punto Malena? A volte una bugia a fin di bene e meglio di una scomoda verità!"
"E mentire alla mia famiglia su un matrimonio è  qualcosa che può far bene? A chi?"
"A te Malena! E a loro! Chi ti ha fatto del male è  ancora la fuori, forse ti sta cercando, oppure no, ma non lo sappiamo! Qualcuno è  entrato in casa tua! Qualcuno che, evidentemente , ti conosce, sa le tue abitudini, sa dove abiti...io posso essere uno scudo per te! Non ci hai pensato?"
No, non ci ho pensato. E perché avrei dovuto? Perche?
"Perché  dovresti farmi da scudo? Sono io che ti ho trascinato in questa situazione...dovresti voler scappare da me il più in fretta possibile!"
"Non ho mai fatto una sola scelta facile nella mia vita! Non sono mai scappato, mai! Nemmeno quando tutti volevano tenermi nascosta la verità  piu dolorosa...me ne sono andato, ma l'ho fatto dopo...mai prima...si, ho fatto scelte semplici per la mia vita privata, scelte che non mi impegnavano ne cuore ne mente, scelte come Lucia  è  vero, non lo nego...ma erano necessarie anche quelle..."
Sta parlando di lui, del suo dolore, della perdita di suo padre, di come ha dovuto vivere o scegliere di vivere.
"Sai Maddy, quando mio padre è morto, avrei potuto scegliere di restare, di non lasciare il mio paese, che mi manca non sai quanto...avrei potuto scegliere di restare la, e sarebbe andata come hai detto tu, oggi sarei un signor nessuno...hai perfettamente ragione su questo!"
Il cuore mi si stringe in una morsa. Ho detto tante cose, le ho dette per ferirlo e senza pensare e ora me ne pento.
"Mi dispiace...io non volevo dire..."
"Non ti devi scusare! Hai detto la verità! Hai perfettamente ragione, su tutta la linea! Nessuno me lo aveva detto prima...sei stata sincera...ed è  una dote che apprezzo! Alla fine però, ho scelto di fare un altra vita..."
"Paulo, non mi devi nessuna spiegazione..."
"Invece si! Ho scelto di realizzare un sogno, che era quello di mio padre ma anche il mio...sono in giro per il mondo quasi 365 giorni l'anno, non c'è un posto che posso definire "casa mia", questa non è casa mia, questo è  solo un altro appartamento che mi hanno messo a disposizione, non c'è quasi niente che io ho scelto...passo più tempo nelle camere d'albergo che qui dentro, se non sono in volo su un aere per andare a giocare in qualche parte del mondo, sono su un campo di calcio, passo la mia vita a tenere sotto controllo tutto! Davvero tutto Malena! Dal cibo che devo mangiare alle ore di sonno che mi servono per recuperare, non posso nemmeno festeggiare il Natale strafogandomi di cibo! Non posso bere perché ogni caloria in più deve essere smaltita, non posso nemmeno scegliere quando fare sesso! Non prima di una partita, non dopo perché sono troppo stanco...lo capisci questo?"
Faccio cenno di si con la testa, ma sono completamente  ipnotizzata dalle sue parole.
"Si, il mio conto in banca e molto ben fornito. Si, so che per le donne, per molte donne sono un bancomat vivente. Si, so che se non fossi un calciatore strapagato più della metà di loro non mi si filerebbe per niente! So tutto questo e lo so perfettamente. Vivo in una gabbia dorata a parere di molti. Ma la realtà è  che la mia è  una prigione d'oro! Dentro la quale, per la maggior parte del tempo sono solo, con i miei impegni, i miei dubbi e spesso i miei fantasmi!"
Non so cosa rispondere alle sue parole, sembra così sincero.
"La mia vita è  questa Malena, non me ne lamento, non potrei, non sarebbe giusto...ma ti assicuro che il denaro non può comprare tutto o almeno non può cambiare molte cose...non ti fidi di me...e anche questo lo posso capire...ma finché sei con me, sei al sicuro!"
"Paulo...ok, mi vuoi aiutare e io ti ringrazio...ma non capisco come far credere alla  mia famiglia che stiamo per sposarci o siamo fidanzati possa servire..."
Lui sospira e si guarda le scarpe, scuote la testa come si fa  con i bambini quando sono troppo testardi davanti a un "no".
"Malena, ascoltami...io sono convinto che chi vuole farti del male è  qualcuno che ti sta vicino, o forse qualcuno che ti conosce molto bene, sa quello che fai, sa dove vai, sapeva che avresti usato l'auto...pensaci Malena? Ti ha aggredita mentre tornavi a casa dopo essere stata con me, è  entrato nel TUO garage senza che te ne accorgessi e ha manomesso i freni della tua auto...è  stato solo un caso che tu abbia prestato la macchina a Laura, altrimenti ci saresti tu in quel letto d'ospedale! Ti conosce..."
Il suo ragionamento non fa una piega. In un attimo prende forma un ipotesi che non ho mai neppure osato pensare.
"Tu credi che sia qualcuno della mai famiglia?" Lo guardo con gli occhi sgranati.
"No, non ho detto questo! Voglio dire che è  qualcuno che ti conosce molto bene, in modo approfondito..."
"Ok, ma perché vuoi mantenere in piedi questa farsa del fidanzamento? Non capisco?"
"Maddy, finché Laura  non si riprenderà, se manteniamo in piedi questa "farsa" come dici tu, chi ti vuol ferire lo verrà a sapere e se lo saprà,  farà qualcos'altro, un altra mossa e verrà allo scoperto! Ma tu sarai al sicuro, fidati, per una volta, fidati Malena!"
La mia mente lavora ad un ritmo frenetico. Sulla carta potrebbe avere ragione, ma nella realtà?
"Paulo, se questa cosa rimane in piedi, quanto pensi ci metterà La Stampa a sapere che stai per sposarti? Soprattutto dopo che Lucia  è  stata mandata via in quel modo? Ti metterai in una posizione scomoda, a favore di fotografi e giornalisti che vorranno sapere tutto di questa storia!"
Mi guarda e sorride, con quel sorriso di chi la sa lunga, non di derisione ma d'esperienza.
"Quando mia  madre  l'ha detto a Lucia ho capito che era geniale! Perfetto! Lucia potrebbe metterci pochissimo a spargere la voce, così come potrebbe non farlo, per non dire di essere stata scalzata da un altra...probabilmente sceglierà  di diffondere la notizia, ma non subito, non è così intelligente."
"Si, ma ti ritroverai con i giornalisti ovunque!"
"E dove sarebbe la novità? Io sono abituato ai giornalisti, ai fotografi, ai social network  e non solo che sbandierano la mia vita personale ai quattro venti...pensi che mi preoccupi? Per niente! Ma tu? Tu sei pronta a reggere a loro? Perché è  su te che si accaniranno, lo  sai?"
Lo guardo ancora una volta spiazzata.
"Cioè?" Chiedo con voce malferma.
"Non c'è niente che stuzzica di più il gossip che un personaggio famoso a fianco di una...come diresti tu "illustre sconosciuta"...sei qualcuno che non conoscono,  che appare alla ribalta all'improvviso, con in più la notizia di un matrimonio...faranno di tutto! Ti fotografano, ti seguiranno, scaveranno nella tua vita privata...sono senza pietà quando fiutano uno scoop! E questo lo è!"
"E dovrei stare tranquilla?" L'angoscia mi sta assalendo sempre di più.
"Si, devi stare tranquilla, perché il tuo parafulmine sono io. So affrontarli, so come distrarli e come manovrati, se non lo impari in fretta in questo mondo ti fanno a pezzi...l'ho imparato! Non hai nulla da temere, soprattutto  tra queste mura, qui sono totalmente certo che sei al sicuro!"
Lo guardo negli occhi, sembra calmo, pacato, uno che ha pianificato tutto, sembra sapere quello che fa e quello che dice, ed in fondo io, in questo momento ho bisogno di qualcuno a cui appoggiarmi e lui sembra la mia ancora di salvezza.
"Va bene, facciamo come dici tu...per qualche giorno...se non funziona, diremo la verità a tutti, ok?"
"Funzionerà! Ora fatti una doccia, cambiati e vieni di sotto,  cerca di essere il più tranquilla possibile...ti aspetto giù..."
Si avvicina, posa un bacio sulle mie labbra, riapre la porta della cabina, si volta a guardarmi con il suo sorriso sornione e lo sguardo di chi è  sicuro di vincere, non una battaglia, ma la guerra, poi mi lascia sola.

Come sono riuscito a convincerla, non lo so nemmeno io!
"Infatti! Non ci avrei scommesso un euro!" Risponde la mia voce interiore.
Nemmeno io ci avrei scommesso, per niente. Invece è  andata bene.
"Ma tu ci credi veramente a quello che le hai detto? Cioè, pensi davvero che sia qualcuno che la conosce bene a volerle fare del male? Ad avercela con lei?"
"Credo di sì...ma non so chi!"
"E quindi stai facendo tutto questo solo per proteggerla? Solo perché è  in pericolo?"
La mia voce coscienziosa sembra scettica e la cosa mi da un po'  fastidio.
"Certo che lo faccio per questo! Per chi mi hai preso?"
"Uhm...per uno che di solito sta alla larga da certe situazioni?"
"Certe situazioni? Quali?"
"Quelle che tendono a volerti mettere un anello al dito che  a te sembra un cappio! Quelle situazioni lì? Hai presente?"
"Si...ma questo è diverso...e solo una "finzione"...lo sa anche lei!"
"Ah, si! Lei lo sa che è tutta una finzione! Ma tu, lo sai?"
"Cosa vorresti dire?"
"...sei esasperante! Lo sai cosa voglio dire! Questa sarà anche una messa in scena, cosa di cui lei è  SICURA...per te, è  veramente solo "teatro"? Oppure..."
"Oppure cosa?"
"Oppure...ti stai mettendo alla prova? Una sorta di "prova generale"...è  perfetto per capire se sei pronto a...fermarti...diciamo così...qualche giorno a giocare alla famiglia felice, c'è tutto,  la donna, l'uomo e il bambino...perfetto!"
Pensandoci bene è  vero! E pensandoci ancora meglio...l'ho fatto apposta.
"Beccato!!!"
Qualcosa continua a tirarmi dentro questa storia e io non faccio niente per tornarmene fuori.
Ho bisogno di capire! E per capire devo averla vicino a me.
"Uhm...faccio finta di crederti"
Scendo le scale e torno in soggiorno, tutto sembra tranquillo, i nonni di Malena sono seduti sul divano, Francesca e mia madre preparano la cena, la tavola è  già apparecchiata, Marta continua a dormire nella sua carrozzina.
La scena non mi mette minimamente a disagio, anzi, mi sembra di tornare indietro  nel tempo, a un tempo e un luogo lontano chilometri da qui, quando la sera si tornava tutti a casa ed era normale stare insieme.
Poi è  cambiato tutto. Tornare a casa la sera non era più una priorità, mancava sempre qualcosa, mancava sempre qualcuno e a quel punto dovevo scegliere, o restare e farmi trascinare nelle abitudini, nella quotidianità, nella lentezza a volte esasperante del mio paese, oppure andarmene.
Ho scelto di andare, perché per quanto ci fosse gente in casa c'era sempre un vuoto, una voragine che non si riempiva mai e che inghiottiva tutto di me.
Lontano sarebbe stato diverso. Lo è stato davvero.
Durissimi i primi tempi, i primi mesi alla pensione a Cordoba.
Il mondo che si racchiude in una stanza. Il giorno sul campo, la notte con la mia solitudine e i miei fantasmi.
Quante volte ho pensato di lasciar perdere? Quante volte mi sono detto: "adesso basta! Mollo tutto e torno a casa!" Quante?
Non lo so. Centinaia. Migliaia. Milioni.
Ma c'era sempre un "ma" un "se"...se torni non troverai quello che credi
Se torni, sarà  una sconfitta.
Se torni, non avrai cambiato niente, non avrai fatto la differenza.
Ma, se resti...puoi lottare.
Se resti, puoi farcela o almeno tentare di farcela.
Se resti potresti avere un futuro diverso.
Sono restato. Sono restato perché tornare e ammettere la sconfitta non era una cosa che potevo sopportare.
Sono restato, perché se fossi tornato avrei trovato un posto vuoto e tanto quel vuoto lo portavo con me sempre.
Sono restato, perché non volevo abbassare la testa e ammettere di non avercela fatta.
E allora, quel vuoto l'ho riempito con i calci.
Quel vuoto l'ho combattuto con la rabbia prima, con la disciplina poi, ho cacciato in fondo il dolore, le lacrime, la solitudine, soprattutto  la solitudine.
Perche alla fine, oggi come ieri, sono solo, molto più solo di quanto chiunque può immaginare.
Quel vuoto, quell'assenza è  ancora lì, dietro la patina della fama, del successo, dei soldi, di tutto quello  he puoi comprare per nasconderti, per non mostrarti, per proteggerti.
Alla fine il successo è  arrivato, è  vero, ma il prezzo che ho dovuto pagare per tutto questo è  stato alto.
Forse è  arrivato il momento di cercare di calmarlo quel vuoto, con qualcosa che non sia materiale. Forse...

"Ah, eccoti! Credevo ti fossi perso? Malena, dov'è?" Mi chiede mia mamma appena mi vede.
"Sta facendo una doccia, ora arriva...hai già  preparato tutto?"
"Certo! Non mi sono scordata come preparare la cena per cinque o sei persone..." mi risponde
"Non avevo dubbi!"
"Grazie Alicia..per tutto..." dice Francesca, la voce carica di significato impigliata sull'orlo del pianto.
"E di che?! Non preoccuparti, mi fa piacere!"
"Grazie lo stesso...scusate" ripete prima di allontanarsi per andare verso il bagno.
Appena Francesca scompare, l'atmosfera in cucina cambia e io la riconosco subito quella sensazione, la conosco fin da quando ero bambino e sapevo di aver combinato qualcosa, così come sapevo che non l'avrei passata liscia...e non è cambiato niente!
"Cosa ti avevo chiesto Paulo?"
"Come mamma?" Domando facendo finta di non aver capito, ma tanto so che non c'è  via di scampo è  solo un espediente per prendere tempo.
"Non ci provare Paulo! Cosa ti avevo chiesto?" Ripete lei implacabile.
"Di non giocare con lei..."
"Esatto! E tu cosa hai fatto? Cosa stai facendo?"
"Non sto giocando mamma!"
"Veramente?! Ti aspetti che ti creda? Dopo che ho avuto a che fare con quella bambolina bionda?"
"È  stato un mio errore! Mi sono scordato di quell'appuntamento, se me ne fossi ricordato l'avrei disdetto!"
"Ne sono certa! Ma il punto è  questo, non te ne sei ricordato! L'hai dimenticato e quella è  venuta da te! Senza sapere cosa sta succedendo...che cosa ci trovi in una ragazza come quella Paulo? Levamela questa curiosità!"
"Un modo per passare il tempo! Qualche attimo in cui mi illudo che la mia vita sia semplice, la parentesi in cui posso togliermi un peso dalle spalle! Ecco cosa ci trovo mamma! Solo questo...avere 25 anni e non diver pensare a quante vite pesano sulle mie spalle! Quella dei tuoi figli, che sono anche i miei fratelli, ma cazzo mamma! Se non li mantenessi io, gli altri tuoi due figli, eh? Che vita farebbero? Lo vuoi sapere? Te lo immagini? Io si! Gustavo sarebbe un fallito che non porta a termine un lavoro nemmeno per sbaglio, probabilmente peserebbe 150 kg, si ingozzerebbe di cibo e birra e camperebbe sulle tue spalle! E Mariano? Quello che aveva più talento di me ma non ce l'ha fatta? Probabilmente sarebbe finito in prigione per appropriazione indebita! Spendo più denaro per tirare fuori loro dai casini che per tutto il resto! E uno è  pure il mio procuratore! Non ho lasciato indietro nessuno mamma! Nessuno della famiglia! Come avrebbe fatto papà! Ma  non toccava a me occuparmi di tutto questo...io ero e sono il più piccolo dei tuoi figli, ma quello che porta il peso più grande!"
"Lo so! Pensi a tutti noi, me compresa..."
"Oh, mamma TI PREGO! non volevo dire questo...tu non mi pesi, tu fai tutto per me e vuoi il meglio per ogniuno di noi! Ma, mamma, il problema è che Gustavo e Mariano mi vedono come un pozzo di soldi senza fondo! Possono attingere, prendere, sputtanarsi quello che vogliono, tanto poi ci penso io a sistemare le  cose!...lasciamo perdere...so cosa vuoi dirmi...non sto giocando o prendendo in giro Malena! È  in pericolo, la polizia ha scoperto che qualcuno si è introdotto a casa sua, nel suo garage, e ha manomesso la macchina..."
"Santo cielo! Allora è  vero che volevano colpire lei..."
"Si...ma finché starà  qui sarà  al sicuro..."
"Quella ragazza, Lucia...potrebbe raccontare.."
"Si, è  probabile mamma...ma va bene..."
"In che senso va bene, hijo?" Chiede stupita e dubbiosa
"In tutti i sensi va bene mamma..."
"Cioè..."
"Eccomi! Scusate...ci ho messo tanto?"
La voce di Malena interrompe il  nostro colloqui, sul volto di mia madre resta un punto esclamativo e un sorriso a mezza bocca,vuole crederci, per la prima volta, vedo sul suo volto il desiderio che il mio rapporto con una donna non sia qualcosa di passeggero...forse c'è  il tempo per capirlo.

La cena scorre in maniera incredibilmente  piacevole e familiare.
Sarà  che ho fame, sarà che tutto quello che alicia è  riuscita a preparare in così poco tempo è  veramente buonissimo, fatto sta che mangio con piacere e appetito che non avevo più da giorni.
Nessuno parla dell'incidente.
Nessuno parla di mio padre, riapparso dal nulla.
Nessuno parla delle indagini in  corso, anche se tutti sanno.
La conversazione e piacevolmente banale.
Ogni tanto guardo Paulo,  seduto a capotavola di fianco a me, la nostra conversazione e muta, silenziosa, fatta di sguardi, nessuno sembra accorgersi di nulla mentre io continuo a chiedergli silenziosamente se stiamo facendo la cosa giusta e lui continua a rassicurarmi.
Alla fine devo chiedere di Laura, perché non l'ho vista tutto il pomeriggio.
"Come sta Laura?" Chiedo a mia madre seduta quasi di fronte a me.
"Sta un po'  meglio, il  medico dice  che forse, da domani, inizieranno a ridurre i farmaci per vedere se riprende conoscenza da sola...è  un buon segno"
"Si, lo è...avrei voluto salutarla stasera, ma non ci sono riuscita..."
"Non preoccuparti, lo farai domani..." risponde la nonna dall'altro capo del tavolo.
"Papà  è  rimasto con lei stasera, mentre venivamo qui con Marta" mia madre lo dice tutto d'un fiato, quasi avesse paura di qualcosa, di me in realtà.
A quelle parole la mano che ho posato sul tavolo viene strappa da quella di Paulo, un gesto che probabilmente  non passa inosservato a nessuno ma che mi serve a restare calma.
"Capisco, è  giusto così..." dico solo questo e il silenzio che si crea è  assordante.
"Resterà  qui finché Laura  non si riprenderà...potreste incontrarvi quando vai a trovarla..." dice lentamente ancora mia mamma.
La mano di lui stringe più forte la mia, faccio un sospiro leggero, che nessuno può sentire.
"Non faro altre scenate, se è  questo  che ti preoccupa, mamma...capisco  che anche uno come lui voglia stare vicino alla figlia in un momento come questo..."
"Ma vuole stare vicino anche a te...è  un ottimo avvocato...potrebbe aiutarti..."
"Mamma, sono disposta ad accettare che voglia stare vicino a Laura...il resto è  troppo complicato...almeno per stasera..."
"Malena ha ragione...si è  già fatto tardi e noi dobbiamo tornare a casa..." interviene il nonno.
In men che non si dica, la tavola è  sparecchiata, la lavastoviglie avviata e la cucina rimessa in perfetto ordine.
Io passo il tempo vicino a Marta che si è  svegliata, ma è  tranquilla nella sua carrozzina.
Poco dopo saluto il nonno, la nonna e mia madre.
"Se volete posso tenere io Marta per stanotte, voi avete bisogno di riposare!" Afferma Alicia
"Grazie Alicia, ho promesso a mia sorella che avrei badato io a lei, non preoccupatevi"
Nessuno si ripropone di tenere Marta, ma mia nonna non perde l'occasione di dire la sua.
"Beh, è  giusto! Visto  che vi sposerete fate un po' di pratica anticipata!" Dichiara infilandosi il cappotto.
Credo che il mio viso assuma tutte le sfumature del rosso a quell'affermazione.
Paulo si mette a ridere. Una risata spontanea, per nulla forzata, mi chiedo come possa fingere così bene. Ci sarà  abituato?
"Ha ragione signora! Faremo del nostro meglio!" Le risponde.
Loro si avviano alla porta, sorridenti, quasi felici per quella risposta che non sanno essere solo una battuta, una frase da un copione da recitare che poi verrà spazzata via dalla realtà.
Appena tutti sono usciti, ci ritroviamo soli,non c'è tempo di dire nulla, perché  Marta inizia a piangere.
Ci avviciniamo entrambi al piccolo e esserino che sgambettare in quella carrozzina.
"Cos'ha? Sta male?" Chiede Paulo in ansia.
La sua apprensione mi fa sorridere, gli uomini, tutti uguali!
"No, sta bene! Ma anche tu piangeresti se avessi fame e fossi immerso nella cacca!"
"Cioè? fa così perché ha fatto la cacca? E come lo sai? Istinto materno?" Mi chiede diffidente.
"No! Olfatto! Avvicinati alla carrozzina un po'  di più..."
Lo tiro leggermente verso me e Marta e la sua faccia a qualche centimetro dalla carrozzina dice tutto!
"Dios! Ma fa sempre questo odore?"
"Più o meno si! È  un lattante, non mangia cibi solidi!" Dico ridendo
"La dobbiamo cambiare e darle da mangiare! Ma prima  è  meglio lavarla!"
"Dobbiamo? Ok, dimmi cosa devo fare"
"Prendi la borsa dalla carrozzina, l'altra lasciala qui in cucina, c'è  il latte...portami su la borsa, la lavo e la cambio, poi le do da mangiare...da sola non riesco a portare tutto di sopra..."
"Ok...ti seguo"
"Ah, porta anche il pacco di pannolini!"
"Eseguo!"
La sua risposta mi fa sorridere ancora, dalla scala, mentre tengo in braccio Marta, lo vedo salire: una borsa su ogni spalla, in mano i pannolini, forse non sarà  così male occuparsi di Marta  con il suo aiuto.
Più che altro, potrebbe essere pericoloso...per il mio cuore.


"Cosa c'è? Dimmi che hai qualcosa di interessante? Dove sei?"
"Davanti a  casa sua...sono appena usciti tutti..."
"Tutti chi?"
" La madre, i nonni e la mamma di lui..."
"Lei dov'è? E rimasta in casa...con lui"
"E la bambina?"
"Anche...sono scesi a mani vuote"
"Cazzo! Cazzo! CAZZO!!!..."
"E non è tutto..."
"Come non è tutto? Cosa c'è ancora?"
"Ho dato un passaggio alla ragazza che era salita da lui stasera..."
"E allora?"
"Era piuttosto abbacchiata la biondina..."
"Le è  andata buca la serata, ovvio!"
"No! Non solo per quello..."
"E per cosa?..."
"Non ti piacerà..."
"PARLA! MENTECATTO!"
"La madre di lui l'ha praticamente buttata fuori dicendo che non non doveva "TOCACRE LA FUTURA MOGLIE DI SUO FIGLIO!"
"Che cazzo stai dicendo?"
"SI SPOSANO!"
"COSAAAAA????"
"È  quello che ha detto la madre...loro non hanno smentito!"
"Non può essere vero!"
"Come fai a dire che non è vero! La gente si innamora..."
"NON È  VERO TI DICO!!"
"Come fai a dirlo?"
"Troveremo il modo di scoprirlo..."


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