Fuga

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Carissime amiche, finalmente sono riuscita a comporre un nuovo capitolo, mi auguro di aver ripreso  totalmente l'uso delle mani e pertanto confido di pubblicare al più presto e con regolarità i prossimi aggiornamenti.
Mi auguro che il capitolo sia di vostro gradimento.
Aspetto, come sempre, i vostri commenti. Vi abbraccio forte. Vostra Velmachelly 😘❤


Buio. Buio è  tuto ciò che mi circonda. Freddo e umido è tutto quello che sento.
Piedi che affondano nella terra, sulle foglie bagnate. Faccio fatica a staccare i piedi dal terreno ma so che lo devo fare.
Ho il fiatone, come se avessi corso.
Un lamento in lontananza. Sento un pianto che viene da un punto indefinito davanti a me.
Lo riconosco. Marta. È  di Marta quel pianto.
Inizio a muovermi a tentoni. Tocco il tronco di un albero e capisco di essere nel bosco.
"Arrivo! Laura? Laura? Dove siete?"
Un angoscia mi stringe Lo stomaco. Il cuore mi  pulsa nelle tempie come un martello.
Cerco di correre ma faccio fatica.
Il pianto di Marta si avvicina. Sto andando  nella giusta direzione.
Alle spalle sento un fruscio, qualcuno mi sta seguendo e io devo fare in fretta.
Non so come, non so quando  ma nel buio della notte tra il rumore e il frusciante degli alberi scorgo la figura di Laura.
È in piedi, mi volta le spalle e guarda un tronco.
"Laura...eccomi!"
Le tocco la spalla e lei si gira.
Il volto pallidissimo.
Gli occhi quasi vuoti.
Tra le braccia tiene la bambina.
La guardo bene e mi accorgo che il suo viso è  pieno di ferite.
Mi porge la bambina.
La prendo in braccio e lei smette di piangere.
"Andiamo Laura...vieni via da qui..."
I suoi occhi mi guardano  con quelle pupille assenti che mi spaventano.
"Vai! Porta via Marta con te...io devo restare qui..."
"Ma cosa dici? Andiamo..."
"Tu vai..."
"Laura! Vieni via..." ripeto, ma lei scuote la testa.
I passi di chi mi segue si avvicinano. Sento che è un pericolo e che non posso restare lì.
Mi volto indietro, ancora non scorgo nessuna figura.
"Laura, non ti muovere, porto via a Marta e torno a prenderti..."
Non dice niente. Fa solo un piccolo sorriso.
Giro su me stessa. Stringo Marta al petto e inizio a correre, con fatica, ma più  forte di prima.
Mi volto indietro solo un attimo, quel tanto che mi basta per vedere il volto di mia sorella diventare ancora più bianco.
Dalla sua fronte inizia a scorrere del sangue che sgorga e scende a ricoprire  il volto, poi si accascia a terra, con la schiena appoggiata al tronco che sembra  essere statoscorticato da qualcosa.
Non ho più tempo. Lo so. Corro. Stringo Marta e gli occhi si appannato di lacrime...Corro...Corro...e ad un certo punto sento  il bisogno di urlare.

"Ahhhhhhhhhhhhhhh"
Apro gli occhi di scatto e mi siedo sul letto.
Respiro corto. Sudore che mi scende lungo la schiena, non mi rendo conto che sto continuando a urlare finché la luce non si accende.
"MALENA! Malena! Che cosa succede?"
La voce di Paulo mi riporta alla realtà. Un sogno. È  stato solo un sogno. Un terribile incubo di cui la sensazione angosciante non mi abbandona.
Le lacrime iniziano a scendere.
"Ehi, ehi...guardami...Malena, guardami...stai male? Hai dolore da qualche parte?"
Paulo si è inginocchiato sul letto, mi ha preso il viso tra le mani.
"Non piangere...parlami...amor! Hablame...dime  que paso..."
"Un incubo..." è tutto quello che riesco a dire, poi cerco di appoggiarmi al suo petto.
Lui mi abbraccia e mi tiene stretta, parlando piano, come si fa con i bambini.
"Shshsh! Tranquilla...è  stato solo un brutto sogno..."
Faccio un profondo respiro, il cuore sta rallentando, cerco di controllare le lacrime.
Lui mi scosta per guardarmi in viso. I suoi occhi mi tranquillizzato.
"Respira profondamente...asi  mi niña...brava...sei un bagno di sudore...!" Dice spostandomi i capelli dal viso.
"Lo so! Sono uno schifo..." dico cercando di calmare un singhiozzo che mi spezza la voce.
"Sei bellissima in qualsiasi momento...ma ti aiuto a cambiarti, non puoi stare così..."
Faccio cenno di si con la testa che fortunatamente non mi fa così male.
Mi aiuta ad alzarmi, mi accompagna in bagno per la seconda volta in questa giornata.
Di nuovo torna portando un pigiama pulito e la biancheria intima.
Ancora mi aiuta lentamente a sfilarmi i vestiti fradici.
Di nuovo mi ritrovo nuda difronte a lui, senza alcun imbarazzo. Senza timore o timidezza.
Riesco a sciacquarmi il viso. Mi porge l'asciugamano.
"Forse è meglio se fai una doccia calda...ti aiuta a rilassarti..."
"Si...forse è meglio..."
Apre il getto nel box e io riesco ad avvicinarmi con lentezza ma senza problemi.
"Ce la faccio da sola..." dico
"Sei sicura?" Domanda guardandomi fissa.
"Si."
"Ok, ti preparo qualcosa di caldo...Non uscire da quel box finché non torno! CLARO?"
"Si"
Sotto il getto lascio che l'acqua scorra sulla mia pelle, come se potesse portare via con se, nello scarico, tutte le emozioni, le sensazioni angoscianti che quell'incubo mi ha lasciato.
Non passa molto prima che Paulo torni in bagno.
Chiudo il rubinetto apro il box e lui è  li fuori, pronto ad attenderli con l'accapatoio in mano.
Mi infilo nella  morbida spugna, ma soprattutto, lascio che il suo abbraccio mi avvolga dandomi un sollievo che non mi aspettavo.
Mi aiuta a rivestirmi e mi accompagna a letto.
Mi siedo sul materasso, lo vedo dirigersi in cucina e tornare un attimo dopo con una tazza di camomilla,  fumante che appoggia di fianco a me.
"Non so come ringraziarti..." dico
"Non c'è di ché...vuoi parlarmi del sogno?" Dice spostando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
"Un sogno assurdo...un incubo...Non né capo né coda..."
"Prova a spiegarmi..."
"Era buio, sentivo Marta  piangere da qualche parte nel bosco...la cercavo e l'ho trovata con Laura,  davanti un albero...Laura Era...bianca...pallida...Mi ha dato Marta e mi ha detto di scapare...io l'ho presa e lei ha iniziato a ricoprirsi di sangue... e poi è  caduta a terra...."
La voce minaccia di essere spezzata di nuovo dal pianto.
"Ok...ok...È stato un incubo...ma ora è passato...rilassati...bevi un po'  di questa..."
Mi porge la tazza che è  ancora fumante. La prendo e con un sospiro, bevo qualche sorso, persa nei miei pensieri.
Lui non dice niente, sistema il mio cuscino, va in bagno e poi ritorna.
Si sfila i pantaloni della tuta che non ricordo quando ha messo, Si infila sotto le coperte e Si avvicina.
Mi toglie la tazza dalle mani e mi aiuta a stendermi.
Il dolore è  vago e quasi lontano, potrei benissimo fare tutto da sola, ma averlo qui, vicino, mi da un senso di conforto che non ricordo di aver provato in altri momenti.
Mi copre, sia stende vicino a me, il suo corpo attaccato al mio fianco, la sua testa sul cuscinodi  di fianco alla mia.
"Sei comoda?" Domanda
"Si." Rispondo voltandomi a guardarlo e ritrovandomi  il suo viso a pochi centimetri.
"Adesso proviamo a dormire, devi riposare...hai fatto un brutto sogno...ma Adesso non pensarci, ci sono io qui...e non ti succederà nulla..."
La sua voce e  bassa e malodiosa. Continuo a fissarlo facendo un altro sospiro profondo.
La sua mano mi accarezza la guancia.
"Baciami!" Non so come mi viene e da dove è  uscita quella richiesta, credo di non averlo nemmeno formulato nella mia mente quel pensiero, eppure è  uscito.
Le sue labbra si posano sulle mie. Calde e morbide, hanno il potere di rilassarmi, farmi sentire protetta.
Il contatto e prolungato e a quel bacio a fior di labbra ne seguono diversi altri, delicati, piccoli, leggeri.
Sento la sua mano posarsi sul mio ventre e muoversi lentamente, in modo circolare. Quel movimento sembra fatto apposta per farmi sentire gli occhi pesanti, il corpo stanco e la mente che si svuota.
"Brava...chiudi gli occhi...mi niña linda..."
Sento appena le sue parole, il naso capta  il suo profumo, il mio corpo il calore del suo e la sua mano che continua il suo moto perpetuo...e mi lascio a dare.

Il suo respiro è  diventato regolare.
Le palpebre incorniciate dalle lunghe ciglia sono chiuse.
Il viso è  tornato sereno e sembra quasi che sorrida.
Resto a guardarla, nella penombra  della lampada.
Potrei restare a guardarla per tutta la notte.
La sua bellezza è  disarmante. La perfezione del volto. La precisione con cui sono disegnate le labbra, la linea del naso, solo un artista avrebbe potuto creare  tanta bellezza.
Ed è  vera. È  interamente vera e naturale!
Non c'è una parte del suo corpo  che sia "finto" o "rifatto" per ottenere quel risultato.
Conosco decine, forse centinaia di raggazze che ucciderebbero per avere quell'aspetto e non solo per il viso
Anche il resto del corpo è  così...splendido...
Le gambe lunghe e snelle, i fianchi dalla linea sinuosa, la vita stretta, facile da afferrare e da stringere e il seno....Dios! Potrei morire sul suo seno! Ricordo la sensazione di pienezza che mi ha dato nelle mani, quella morbidezza naturale che si plasma al mio tocco, la mia bocca che affonda sui suoi capezzoli e il profumo della pelle che mi invade le narici...
I pensieri stanno prendendo una strada tortuosa e pericolosamente eccitante. Il desiderio di averla di nuovo fa rispondere il mio corpo nel modo che conosco fin troppo bene, ma ora non é  possibile soddisfare questo desiderio.
Faccio un profondo respiro per calmarmi e deviare i miei pensieri.
Lei si muove un po', sistemandosi meglio, ormai dorme profondamente, potrei anche smettere di accarezzare il ventre ma...non ci riesco.
Volta il viso con gli occhi chiusi dalla mia parte, sorrido, riesce a strapaprmi un sorriso anche mentre dorme.
Poso le labbra sul suo naso in modo delicato, per non sveglierla.
Continua a dormire ed io continuo a muovere la mano sulla sua pancia, su e giù o in modo circolare è  indifferente, resta il fatto che non riesco a staccarla.
E ad un tratto...boom! Un flash...
Mi immagino ancora lì, in un altra notte, in un altro giorno, in un altro momento della mia vita.
Noi ancora in questo letto, o in un altro, ma insieme.
Lei che dorme e io che non riesco a farlo e continuo ad accarezzare la pancia, questo ventre piatto che presto non sarà più così teso, perché dentro c'è qualcosa di prezioso.
Vedo la pancia crescere, e le mie mani che continuano a percorrerla  in una carezza costante.
Ci vedo. Stesi qui a parlare o dormire. A guardare il suo corpo che cambia per custodire il nostro bambino.
La vedo chiaramente. I capelli scuri sparsi sul cuscino, il viso luminoso e la bocca che ride per qualche cosa.
Il seno che  è  diventato ancora più pieno...Ed io che provo una felicità che non ho mai sentito prima...e...
Ritiro la mano di scatto, come se sue quello che ho toccato fin'ora bruci più del fuoco.
Mi allontano velocemente, come se lei d'improvviso si fosse trasformata in qualcosa di orribile e pericoloso.
Passo una mano trai capelli.
"Cazzo!...non avevo...mai..." La frase non riesce a prendere corpo nella mia mente.
"Non avevi mai sognato di diventare padre? È questo che non riesci a dire?...o non lo avevi mai desiderato  forse..."
"Zitta!"
La voce della mia coscienza più profonda mi infastidisce.
"Non ci ho mai pensato perché sono troppo giovane!"
"Balle! Non ci hai mai pensato perché sei abituato a uscire con delle bambole gonfiabili senza cervello, con le gambe lunghe e La sensibilità di un bancomat!"
"Non è..."
"Non ti disturbare a negare, lo sai che ho ragione...come sempre"
"VAFFANCULO!"
Scendo dal letto velocemente ma senza fare rumore, non voglio svegliarla.
Infilo le scarpe. Guardo l'orologio, sono quasi le cinque...cioè ho passato più di due ore a guardarla e a...
Niente! A fare niente!
"Stai scappando?" Insiste la vocina.
"Devo tornare a Torino per gli allenamenti..."
"Sono le cinque del mattino...puoi aspettare...se vuoi..."
"Non posso! Devo fare le valige!"
"Ci metti cinque minuti a farle, tu hai sempre la valigia pronta! E poi l'ha già preparata tua madre...e lo sai!" Insiste.
"Non voglio trovare traffico..."
"Sei patetico! Stai scappando perché ti spaventa ciò che hai provato, pensato, immaginato e anche desiderato per un attimo nella tua vita!"
"Si...forse...è Stato solo un sogno..."
"E la lascerai così? Senza dire nulla? Senza spiegare niente? Si sveglierà e tu...puff ...sarai sparito!"
Ha ragione, ma io in questo momento non sono lucido...non sono mai stato meno lucido di ora.
"Le manderò  un messaggio...più  tardi...adesso ho bisogno di...allontanarmi..."
"Eh, già...meglio se torni a giocare con le tue Barbie di plastica...Le donne vere non sono roba per te niño!"
Il commento mi infastidisce non poco, ma in questo momento, in questo preciso istante, dopo questa settimana...folle e surreale, ho bisogno di allontanarmi da qui, da questo posto è anche da lei.
Chiudo la porta di casa alle mie spalle e torno verso il mio villino.
Dietro di me resta lei, stesa nel suo letto, bella e...pericolosa.
Di fronte, forse c'è qualcosa che conosco meglio. Forse.

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