Capitolo Dieci

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Capitolo Dieci

Mi prende per il polso e mi trascina in un posto a me sconosciuto.
D'un tratto l'alcol nelle mie vene sembra sparito, insieme a tutto il divertimento che stavo provando fino a cinque minuti prima.

Sento un forte odore di alcool vicino a lui, è chiaramente ubriaco.

«Ti prego Austin, sei ubriaco. Lasciami andare» lo supplico mentre mi trascina in un vicolo.

«No cara Angel. Ora ci divertiamo un po', poi ti lascio andare» mi risponde ridendo.

Mi sbatte contro il muro violentemente provocandomi un dolore forte.

Comincia a baciarmi il collo mentre con le mani comincia a toccarmi il culo.

Ho seriamente paura, stavolta Harry non c'è e non voglio immaginare quello che sta per succedere.

Mi mette le mani sulle spalle e mi spinge a terra in modo che possa stare inginocchiata.

Si sbottona la cintura e si abbassa i pantaloni insieme ai boxer.

Chiudo gli occhi davanti alla sua erezione. Che schifo.

«Avanti piccola. Non avere paura» mi sollecita lui e quando vede che non mi decido a muovermi mi tira uno schiaffo in pieno viso.

«Non vuoi i preliminari? Preferisci andare direttamente al sodo?» mi chiede. Io ho ancora gli occhi chiusi, mi fa troppo schifo.

Non rispondo.

«Chi tace acconsente, ricorda che hai fatto tutto tu» mi dice e mi spinge contro il muro.

Sbottona i miei pantaloncini e mi mette la mano davanti alla bocca per impedirmi di urlare.

Chiudo gli occhi e lascio che mi sia fatta qualunque cosa. Ho paura, non ho forze per fare niente.

Quando mi abbassa i pantaloncini, capisco che non ho proprio più speranze.

Sto per perdere la mia verginità così, violentata in uno sporco vicolo vicino ad una discoteca.

Ed io che sognavo che l'avrei fatto la prima volta con la persona che amo...

Prima che possa abbassarmi anche le mutandine, non sento più le sue sporche mani sul mio corpo. Apro gli occhi e mi accorgo che qualcuno l'ha allontanato e lo sta prendendo a pugni.

Sinceramente ho sempre odiato la violenza, ma in questo momento vorrei incoraggiare chi sta picchiando quel bastardo.

Raccolgo un po' di forza per cercare di rimettermi il pantaloncino.

Mi metto seduta con la schiena contro il muro e mi tiro le gambe al petto.

Ho voglia di piangere, risento di nuovo quella stupida attrazione verso la lametta. Non so spiegarne il perché, sono confusa. Tutto quello che succede è confusionario, nella mia testa non c'è niente al suo posto: il cambio di vita, le nuove amicizie, Harry, Austin, Harry di nuovo, Austin che prova a violentarmi...

Non capisco più nulla. Vorrei essere a casa, per poter scappare in bagno e chiudere la porta a chiave; poter riusare la lametta sui miei polsi e sacrificare un po' di me stessa per sentirmi bene. È questo ciò che significa per me. Per me ha un senso, altrimenti non lo farei, anche se è difficile da capire.

«Angel, stai bene?» mi chiede e riconosco la voce di Zayn.

Annuisco poco convinta senza neanche alzare lo sguardo.

Non sto bene. Mi gira la testa, ho lo stomaco in subbuglio e sento che potrei vomitare da un momento all'altro.

«Potresti accompagnarmi a casa? O da Harry...?» gli chiedo con la voce debole. Sento che tra un po' scoppierò a piangere.

•All Of Me Hates You• H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora