Capitolo Ventiquattro
«Signorina, si sente bene?» arriva un'infermiera che sembra preoccupata.
No, no che non sto bene. È difficile stare bene in una situazione del genere.
«Sì, mi scusi. Ora vado» dico asciugandomi le lacrime e prendo la borsa con ancora i libri della scuola.
Dò un ultimo sguardo a Jen e poi esco dalla stanza senza neanche salutare l'infermiera.
***
Narratore Esterno
La notte è calata da un pezzo, ci sono moltissime stelle in cielo. Londra sembra più silenziosa del solito e sulle strade passano macchine a distanza di moltissimo tempo.
Ognuno è a casa propria a dormire tranquillamente e le luci delle abitazioni sono spente.
«Sei pronto?» chiede il moro.
«Si, ma non ho ancora capito perché devo farlo» risponde il biondo titubante.
«Fallo e basta, poi ti spiego» parla stavolta più a bassa voce il capo.
L'altro annuisce, e poi cammina pronto per svolgere la sua missione.
Sale due scalini alla volta ed entra nella prima stanza del terzo piano.
Sul letto è distesa una ragazza dai capelli rossicci e il viso pallido. È molto bella e il biondo non riesce a far a meno di chiedersi il motivo di tutto ciò.
Mentre la osserva e si perde nel suo viso meraviglioso, sente il telefono della sua tasca vibrare.
Si allontana per rispondere.
«Capo?» dice sussurrando.
«Non dirmi che stai perdendo tempo a riflettere... sbrigati!» gli parla il capo e lui attacca senza neanche rispondere.
Si avvicina alla presa e cercando di spegnere la propria umanità per qualche istante, con le forbici rompe i fili. Un fischio stridente riempie i corridoi e il biondo scappa via.
Punto di vista di Angel
Non riesco a dormire, c'è qualcosa che mi tormenta. La mia mente è rivolta solo a Jen. Ho l'impressione che sia successo qualcosa.
Dopo quasi un'ora che rimango stesa sul letto, capisco che non riuscirò ad addormentarmi. Ho un peso sullo stomaco.
Mi alzo e indosso le mie pantofole.
«Liam» sussurro quando arrivo nella sua stanza.
Mugugna qualcosa di incomprensibile.
Lo scuoto un po' ripetendo il suo nome con più insistenza.
«Che c'è Angel?» mi chiede mettendosi seduto e strofinandosi gli occhi.
«Mi accompagni da Jen?» gli chiedo cercando di fare una faccia abbastanza convincente.
«Intendi in... ospedale?» mi chiede ed io annuisco.
Dopo qualche indecisione alla fine accetta ed esco dalla sua stanza per lasciarlo preparare. Guardo il cellulare e vedo che sono le quattro del mattino. Merda, non me ne ero resa conto.
Mi dispiace per Liam, l'ho costretto ad alzarsi a quest'ora.
Quando arriviamo all'ospedale, ringrazio mille volte Liam e gli chiedo di aspettarmi fuori, dicendogli che ci metterò poco.
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•All Of Me Hates You• H.S.
Fanfiction"...E all'improvviso capisco che non ha senso cercare di scappare da lui, perché ormai c'è qualcosa che ci lega: qualcosa di indistruttibile. Cos'è questa sensazione che mi prende lo stomaco? Cos'è che riesce ad offuscarmi la mente e a catapultarmi...