Capitolo Otto

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Capitolo Otto

Punto di vista di Angel

Quando torno al tavolo noto la faccia di Austin quasi... sconvolta?

Boh.

Quando si risveglia dai suoi pensieri, sembra quasi sorpreso di vedermi. Mi sorride maliziosamente. Dov'è finito l'Austin dolce e noioso?

Mi siedo alla mia sedia e dopo qualche secondo finalmente arriva la cameriera che ci chiede cosa vogliamo. Ordiniamo tranquillamente e poi se ne va.

Nel momento in cui se ne va, Austin avvicina di più la sua sedia alla mia e pone la sua mano sul mio ginocchio scoperto. Lo sapevo, dovevo mettere le calze.

«Austin?» lo richiamo, invano. Al contrario trascina la sua mano più su, verso la mia coscia.

Cerco di fermare la sua mano, ma come prima è inutile. Mi sta facendo paura, rivoglio l'Austin dolce e romantico. E non avrei mai pensato di poterlo dire.

Sale con la mano ancora più su, fino all'orlo dei pantaloncini.

Ma perché ho deciso di mettermi questo maledetto pantaloncino? Non potevo mettere uno dei miei bei pantaloni lunghi? Un bel jeans? No, un fottuto pantaloncino che mi va anche troppo corto.

Nell'istante in cui porta la mano ancora più su, arriva la cameriera con le nostre ordinazioni. Amo quella cameriera, la adoro.

«Ecco a voi, volete qualcos'altro?» ci chiede gentilmente.

«Nono, siamo a posto così. Grazie!» risponde gentilmente Austin. Ora però lo fa il gentile...

«Ok, allora posso andare?» ci chiede di nuovo.

«No!» esclamo, quasi urlo.

Entrambi mi guardano aspettando che parli. La cameriera non se ne deve andare, altrimenti non so cosa potrebbe succedere.

«No perché... perché...»

«Senta signorina non mi faccia perdere tempo, io qui sto lavorando!» dice mentre se ne va sbuffando.

«Allora, a cosa eravamo rimasti?» mi chiede Austin maliziosamente.

«Ah, ehm... a si! Dovevamo iniziare a mangiare!» gli dico indicandogli i piatti.

«Quello può aspettare...» dice poggiando nuovamente la mano sulla mia coscia. La mia gamba e la sua mano hanno una forte attrazione, non si vogliono staccare!

«Ma... ma poi si raffredda!» dico sorridendo innocentemente.

«Ma se è un'insalata?» mi guarda storto.

«E allora che aspetti? Mangia, prima che si fa calda!» rispondo prendendogli la mano cogliendo il suo momento di distrazione per spostarla. Uff, che sollievo.

Mangio moooolto lentamente. Insomma, non si disturba una persona quando mangia, e quindi lui non potrà disturbarmi! Sto mangiando, è maleducazione!

Anche toccare le gambe sotto il tavolo è maleducazione, ma lui l'ha fatto lo stesso. Mi ricorda la mia coscienza.

Anche mandarti a fanculo è maleducazione, ma lo faccio lo stesso!

Beeene, ora mi metto anche a parlare con la mia coscienza!

A metà piatto il mio stomaco è pieno, ma se non continuo a mangiare ho paura di cosa possa succedere.

Aveva ragione Harry, in questo momento rimpiango di non essere andata con lui quando mi voleva "salvare".

•All Of Me Hates You• H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora