non funzionano le gif, piango
— Avanti, l'hai visto? — sbottò Yoongi, sferrando un leggero pugno sul braccio del suo amico, — Fa la faccia da innocente e poi si mette quella roba in testa. Pensa di non attirare sguardi su di sé? —
Jin non fece che annuire distrattamente, più interessato al suo drink al melone che alle effettive parole di Min Yoongi.
— E quindi? Mi stai ascoltando? — Jin sbuffò per la millesima volta, decidendo di porre fine a quella conversazione.
— Yoongi, mi stai scassando da morire. Se ci tieni davvero tanto a sapere se è innocente o meno, vai a parlargli. Dannazione, è un barista, non un dio. —
Capitava poche volte di sentire Kim Seokjin così snervato, ma il suo dongsaeng doveva riconoscere che aveva avuto una giornata pesante. E così, invece di attaccarlo rudemente come al suo solito, lasciò cadere il discorso.
Eppure non riusciva a togliersi dalla testa quel ragazzino. Diamine, cosa gli prendeva? Era solo uno dei tanti che incontrava. Gliene capitavano sempre sotto tiro stando a giocare una sera qui e una lì. Ma forse quel casinò, ora gli piaceva un po' di più.
— Scusi! — esclamò per farsi sentire da una cameriera che gli venne incontro. — Vorremmo altri due cocktail al melone. — le disse e lei si allontanò subito per portarglieli.
Nel frattempo il ragazzo si alzò dalla poltrona su cui era stravaccato e si posizionò alla postazione di una slot machine. Iniziò a giocare, fin quando un rumore di vetri infranti non attirò la sua attenzione.
Si voltò sullo sgabellino girevole su cui era seduto, per notare una figura accovacciata a meno di un metro da sé. Era un cameriere che aveva rovesciato il vassoio con i cocktail.
Più che un cameriere qualsiasi, era lui. Yoongi fu indeciso se lasciar perdere - cosa che avrebbe davvero dovuto fare. Ma alla fine si alzò e si avvicinò al ragazzo, osservandolo dall'alto al basso.
In pochi minuti, il ragazzo raccolse il vetro con una palettina e sistemò tutto il disastro sul vassoio, continuando a porre mille scuse al ragazzo più grande.
— Sta' tranquillo. È tutto apposto. — lo rassicurò Yoongi con un sorrisetto sghembo e Jimin non poté che arrossire. Era pur sempre quel gran pezzo d'uomo che aveva già notato in precedenza a parlargli direttamente.
— Le riporto i drink. Non avrà bisogno di ripagarli, signore. — disse in ansia, scappando via verso il bancone e lasciando Yoongi congelato sul posto.
Tra il suo look dannatamente carino e l'averlo chiamato signore, Yoongi ebbe quasi una crisi a furia di pensare a quel cameriere. Così si risedette a giocare e cercò di ignorarlo quando tornò con i drink, lasciando Jin a ringraziarlo.
Dal canto suo, Jimin rimase leggermente spiazzato dal repentino cambiò d'umore dell'uomo. Un minuto prima lo rassicurava gentilmente, e quello dopo nemmeno si voltava a ringraziarlo.
Certo che la gente è davvero strana, pensò, prima di tornare al suo posto e cercare con lo sguardo il suo migliore amico, il quale, dopo qualche drink, era finalmente riuscito a lasciarsi andare, e adesso stava ballando nella piccola pista centrale, appiccicato ad un tizio dalla camicia a fiori - per quanto riuscisse a vedere Jimin da quella distanza.
Sorrise leggermente, contento che in un modo o nell'altro fosse riuscito a far disintossicare Hoseok da quello stronzo colossale che era la sua cotta universitaria.
— Park Jimin, se ti trovo ancora una volta perso nei tuoi pensieri, ti giochi l'ultimo giorno di riposo del mese! — lo richiamò il suo capo, risvegliandolo all'istante e facendogli abbassare lo sguardo.
Jimin annuì in silenzio, prima di aggiustarsi il cerchietto fra i capelli e riprendere il lavoro.
Nel frattempo Hoseok ballava a ritmo di musica, incollato al corpo di un ragazzo appena incontrato, e che l'aveva avvicinato con la scusa hai dei bei capelli.
Ma al momento, se ne stava fregando. Quella sera voleva essere diverso. Voleva uscire dagli schemi, sgarrare invece che seguire le regole come sempre.
E non seppe se fu l'alcool ad agire, o la disperazione, ma spinse il bacino contro quello dell'altro ragazzo, che alzò lo sguardo nel suo. Prima che potesse dire qualcosa però, fece scontrare violentemente le loro labbra. Quelle dello sconosciuto sapevano di alcool, misto a fumo. Un classico da trovare in un luogo del genere. Ma se ne fregò e continuò a baciarlo, vedendo che l'altro ricambiava. Era felice, in un certo senso. L'alcool era riuscito ad offuscargli i pensieri e la ragione, ed era libero. Libero di essere se stesso nuovamente.
In tutto questo, Jimin lo osservava da lontano con la bocca spalancata fino a terra. Quasi non lo riconosceva. Era tentato dall'andare lì e farlo tornare in sé, ma poi si ricordò che era stato proprio lui a spingerlo a ubriacarsi e si maledì mentalmente.
Non voleva che il suo hyung finisse in un bagno pubblico a fare chissà cosa, voleva solo farlo svagare un po'. Così, con la mente ormai stressata - tra Hoseok, il suo capo, ed il ragazzo del biliardo - si rimise a lavoro, non vedendo l'ora di finire il turno.
E consapevole, che domani sarebbe stato lui a tenere il collo di Hoseok mentre vomitava l'anima.
n/a
yoongi, mi stai sul cazzo eha parte questo, c'è qualche anima pia che stanna i monsta x? ho bisogno di fangirlare con qualcuno
-mic
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casino [카지누] » yoonmin [IT]〔hiatus〕
Fanfiction「dove jimin è un cameriere al casinò e yoongi è un cliente abituale」 Data d'inizio: 24/12/18 Data di fine: 2018©️