five

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Quella sera il casinò era più pieno del solito, probabilmente perché era sabato. Un gruppo di gente attorno ad un tavolo di biliardo risaltò agli occhi di Jimin. Forse proprio perché erano tutte femmine. Era strano vedere interi gruppi di donne in un posto del genere.

Dovette ammettere che facevano decisamente più baccano del resto delle persone attorno a loro, ricevendo infatti occhiate infastidite. Non credeva potessero essere già ubriache, ma forse lo erano davvero.

— Ciao, Jiminie. — lo salutò Namjoon, scompigliandogli i capelli biondi perfettamente ordinati.

Jimin sbuffò e mise su un finto broncio prima di ricambiare il saluto.

— Com'è andata ieri col tuo amico? — chiese il maggiore ad un tratto, mentre entrambi indossavano i loro grembiuli.

— Chi? Hoseok? — Namjoon annuì, — Beh, diciamo che si è molto lasciato andare... E vuole tornare anche stasera. —

Namjoon scoppiò a ridere. — Wow, sento che stasera succederà davvero qualcosa di assurdo, — e se ne andò verso il bancone, scuotendo la testa.

Jimin si guardò un attimo allo specchio risistemandosi i capelli; poi prese uno dei suoi cerchietti dall'armadietto - quello con le orecchie rosa con le paillettes - e lo indossò.

Fece un piccolo sorriso rivolto allo specchio e richiuse lo sportello, raggiungendo Namjoon. Quando si sistemò al bancone non ebbe il tempo di respirare che dovette già servire tre persone.

Sapeva che dato l'orario la confusione sarebbe solo andata a peggiorare. Si chiedeva quando sarebbe arrivato Hoseok, non gli aveva detto nessun orario di preciso quando si erano sentiti.

Era intento a mettere dei bicchierini di vetro a lavare, quando riconobbe la voce del suo migliore amico chiamarlo.

— Hey, Hobi hyung, eccoti. — gli sorrise ampiamente, guardandolo sedersi sullo sgabello davanti a lui.

Anche quella sera era bellissimo, con una camicia a strisce e dei jeans. I capelli rosso acceso gli donavano un sacco.

Jimin si riprese dai suoi pensieri, rendendosi conto che Hoseok avesse parlato. — Scusa, cosa hai detto? — gli chiese mordicchiandosi il labbro inferiore.

— Ho detto che ho bisogno di qualcosa per cominciare. Niente di troppo forte. —

Jimin gli preparò immediatamente il drink perfetto, porgendoglielo. Il suo amico lo mandò giù in pochi secondi, stupendo entrambi. Il minore quasi faticava a riconoscere il ragazzo davanti a sé.

— Allora, che aspetti? Vai a ballare tu che puoi. — lo spronò il più piccolo facendolo annuire.

— Grazie, Chim. — gli fece l'occhiolino prima di allontanarsi e mischiarsi nella folla.

Il barista continuò a sistemare bicchieri e servire clienti, ma ad un tratto alzò lo sguardo proprio mentre la porta d'ingresso si apriva. E rimase sorpreso nel veder entrare lo stesso ragazzo delle altre sere, quello attraente con i capelli neri.

Avrebbe voluto continuare a guardarlo all'infinito, ma lui sembrò quasi capirlo e guardò nella direzione del ragazzino, che immediatamente si voltò a posare un bicchiere nel lavello.

Le sue guance si imporporarono e il suo cuore batté leggermente più veloce.
Dannazione, Jimin smettila. È solo un ragazzo attraente.

Chiuse un secondo gli occhi, prima di voltarsi di nuovo. In fondo non era mai successo niente di particolare fra i due... Se solo Jimin non avesse rovesciato il suo drink la sera prima.

Non faceva che ripensare a quella scena. E non capiva come avrebbe potuto guardarlo di nuovo negli occhi senza desiderare di scomparire.

— Jimin, ho bisogno che tu vada a quel tavolo di biliardo a portare dei drink. Mi avevano detto di andarci quando sarebbe arrivato il festeggiato, e a quanto pare eccolo lì. — la collega del barista indicò un ragazzo alto, dalle spalle larghe con un capellino di carta in testa e una ghirlanda di fiori appesa al collo.

Jimin annuì prendendo il vassoio già pronto e si diresse verso la sua meta. Deglutì all'istante quando si accorse che anche il ragazzo dai capelli neri faceva parte di quel gruppo.

Sì avvicinò cautamente - questa volta - posando il vassoio su un tavolino e mentre era lì, sentì il festeggiato chiamare qualcuno.

— Avanti, Yoongi. Non fare il guastafeste. Vieni qui a darmi un abbraccio! — Jimin alzò istintivamente lo sguardo, notando che il ragazzo si stava riferendo a quel lui.

Mister-sono-bellissimo si alzò svogliatamente e abbracciò per un nano secondo il ragazzo più alto. Solo quando si staccò dalla stretta notò Jimin che, in disparte, osservava la scena.

Il minore arrossì subito, facendo per andarsene, ma riuscì a vedere il maggiore passarsi la lingua sulle labbra mentre lo guardava andare via.

n/a
GIURO CHE LI FACCIO PARLARE PRIMA O POI

e scusate per non aver aggiornato ieri, ma la scuola e la danza mi occupano davvero tanto

-mic

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