twenty-three

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Dopo la proposta fatta da Yoongi, Jimin era scattato in piedi e aveva annuito vigorosamente, accettando all'istante la richiesta.

Così Yoongi l'aveva condotto verso la sala di danza più di vicina e gli aveva detto che avrebbe potuto comportarsi come se quella fosse la sua scuola di danza, senza alcuna vergogna. Inizialmente il verde aveva provato ad uscire dalla sala, per paura di mettere Jimin a disagio, ma quest'ultimo l'aveva bloccato prendendolo per un polso e rassicurandolo che gli avrebbe fatto piacere se fosse rimasto. E Yoongi non se lo fece ripetere due volte.

Si sedette per terra, la schiena contro la parete opposta a quella ricoperta di specchi. Osservava Jimin mentre si riscaldava, cercando di non indugiare troppo con gli occhi su qualche parte del suo corpo.

Jimin gli aveva anche chiesto se potesse collegare lo stereo con il suo cellulare e Yoongi lo aveva, ovviamente, lasciato fare. Così ora, sulle note di una canzone kpop di una girl band, Jimin si muoveva come se dalla danza dipendesse la sua intera vita. Sembrava che nessun pensiero occupasse più la sua mente, come se il ritmo e la melodia lo possedessero completamente. Il suo corpo praticava dei passi e delle mosse - che spesso a Yoongi sembravano impossibili - come se a Jimin non costasse nulla fare quei movimenti.

Tre o quattro brani dopo, Jimin finalmente si concesse una pausa, lasciandosi cadere in ginocchio per terra e allungando la mano fino alla bottiglietta d'acqua che gli era stata portata da Yoongi.

Dal canto suo, quest'ultimo, lo fissava estasiato, cosciente che aveva appena scoperto un altro lato di Jimin e ne era rimasto profondamente affascinato. Ora più che mai era ancora più sicuro della sua scelta: Jimin meritava un posto da trainee alla BigHit.

Quando la magia della danza di Jimin sembrò scemare e lui tornare alla realtà, si voltò verso Yoongi e sorrise, mentre le sue guance si tingevano di una tinta accesa.

— Scusa, io... Quando ballo mi dimentico di tutto. — si grattò la nuca in imbarazzo, alzandosi e raggiungendo Yoongi a metà sala, dove si era fermato.

— Non hai di che scusarti. Sei... stato bravissimo. — Yoongi si passò la lingua sul labbro inferiore prima di lasciare quel commento scivolare dalla sua bocca. Con Jimin riusciva a stento a tenere a freno la lingua.

— Non credo proprio. Ci sono un sacco di cose che dovrei migliorare. E poi ero un po' fuori tempo, si è notato vero? — chiese in ansia il minore, facendo ridacchiare Yoongi.

— No che non si è notato, Jiminie. Io non ne capisco nulla di danza, ma fidati di me, hai del potenziale e voglio che lo sfrutti a pieno. — Jimin sembrava confuso a sentire quel discorso che sembrava più profondo di quanto immaginasse.

— Che stai dicendo, hyung? — chiese corrugando le sopracciglia.

— Intendo che dovresti fare un provino e provare ad entrare alla BigHit. Tra l'altro, sai anche cantare, quindi non vedo perché non dovrebbero prenderti. — gli spiegò Yoongi, scrollando le spalle come se fosse indifferente.

— Dici davvero? — domandò incerto Jimin. Sapeva di saper ballare abbastanza bene, ma della sua voce non era per niente sicuro.

— Ne sono più che certo. Ecco perché... Beh, mi sono permesso di iscriverti ad un provino per la prossima settimana. — terminò Yoongi, mordicchiandosi il labbro inferiore, non sapendo come avrebbe potuto reagire l'altro.

Ma la reazione - più che positiva - non ci mise molto ad arrivare, dato che pochi secondi dopo, Jimin saltò letteralmente in braccio a Yoongi, che barcollò leggermente preso alla sprovvista, e gli strinse le braccia al collo.

— Grazie, grazie, grazie! Hyung, sei il migliore! — esclamò Jimin, la gioia tale da farlo sembrare un bimbo che aveva appena ricevuto il suo giocattolo preferito.

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