eight

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— Wow! — sentì esclamare alle sue spalle, seguito da un fischio compiaciuto. Jimin arrossì voltandosi verso il suo collega, e colpendolo giocosamente al braccio.

— Sei dannatamente sexy con queste orecchie da coniglietto. Non mi stupisce che quel moro non ti tolga gli occhi di dosso. — le parole di Namjoon stupirono il minore.

Anche lui sapeva delle occhiate lusinghiere che gli lanciava Yoongi? Jimin sembrava essere l'unico a non essersene accorto.

— Sta' zitto, non è vero. Le indosso solo perché mi piacciono e le trovo adorabili. — si difese il minore.

— Certo, come no. — Namjoon roteò gli occhi, rimettendosi a lavoro. Jimin si prese un secondo ad osservarlo. Era sempre così dedito a ciò che faceva e nonostante il suo non fosse un grande lavoro, sembrava sempre metterci passione.

Inoltre, era sempre stato lì da quando Jimin lavorava al casinò, ed essendo il maggiore, aveva trattato quest'ultimo sempre come un fratellino, quasi proteggendolo sotto la sua ala.

Ma adesso Jimin lo stava vedendo sotto un'altra luce. Namjoon si era sporto sul bancone e stava sussurrando all'orecchio di un ragazzo altrettanto alto, il cui sorriso si andava allargando.

Si chiese chi fosse e se fosse in confidenza con il suo collega, ma la risposta alla prima domanda gli arrivò subito, non appena Namjoon si spostò. L'altro ragazzo era Jin: l'amico di Yoongi.

Jimin spalancò gli occhi. Se da un lato voleva ascoltare la conversazione fra i due e capire cosa stesse succedendo, dall'altro aveva una voglia pazzesca di vedere Yoongi.

E come se qualcuno avesse ascoltato i propri desideri e deciso di farli avverare, ecco che il suddetto si avvicinò con passo elegante e misurato al bancone. Il solito sorrisetto sghembo dipinto sul volto.

— Ciao, gattino. — salutò facendo arrossire il minore, che balbettò una risposta.

Yoongi si sedette davanti a lui, giocherellando con le dita bianche e affusolate sul ripiano di marmo scuro. Si passò la lingua sul labbro inferiore osservando il più piccolo. Lo trovava ogni sera più bello, ma non glielo avrebbe detto, ovviamente.

— Mi piace questo cerchietto. — gli fece l'occhiolino facendolo arrossire.

— Ehm, grazie. È nuovo. — Jimin non riuscì a trattenersi dal dirlo e si maledisse all'istante. Era sicuro che a Yoongi non importasse una ceppa dei suoi cerchietti.

— Sai, potrei comprarti tutti quelli che vorresti. Basta chiedere. — a quelle parole Jimin fece incontrare i loro sguardi.

— Perché mi dici questo? — chiese il minore, appoggiandosi con le mani sul bancone. Cominciava a sentire troppo caldo quella sera.

— Beh... — dannazione, a Yoongi capitava raramente di restare senza parole, ma quel piccoletto tutto innocenza e sensualità ci era riuscito.

Jimin sorrise leggermente vedendo la reazione del suo hyung. O almeno, era sicuro fosse un suo hyung. Di certo non aveva meno di diciotto anni.

— Vuoi qualcosa da bere? Offro io. — disse ad un tratto, ed il maggiore, seppur sorpreso da quella richiesta, annuì.

Jimin gli porse un drink che Yoongi sembrò seriamente apprezzare e mandò giù in breve tempo, che l'altro impiegò per osservarlo meglio. Riusciva a vedere che indossava una camicia bianca leggermente sbottonata e con le maniche risvoltate. I capelli erano tenuti alla perfezione come sempre, e aveva gli occhi lievemente truccati.

Era mozzafiato, su questo non si poteva discutere.

— Potrei averne un altro? — chiese ancora a Jimin, che gli porse un altro bicchiere pieno di un liquido verdastro. Nel frattempo, la musica e la folla nel locale stavano aumentando, ma Jimin sembrava non sentirle.

Aveva lo sguardo fisso sull'uomo davanti ai suoi occhi. E quale sciocco avrebbe distolto lo sguardo da una tale meraviglia?

— Ti piace così tanto giocare? — chiese Jimin, intenzionato a fare conversazione. Ancora si chiedeva quando fosse diventato così interessato a Yoongi.

— Quando avevo diciotto anni ero fissato con le slot machine. Adesso ho altri giochi per la mente. — disse Yoongi, guardando infine Jimin e mordicchiandosi il labbro inferiore.

Jimin annuì solamente, non cogliendo pienamente il significato delle parole dell'altro. Il maggiore allora, capendolo, ridacchiò intenerito dalla sua ingenuità.

Era solo che le labbra rosse e carnose del minore non lo aiutavano a formulare pensieri proprio casti.

Jimin però fece attenzione ad un altro particolare. — A quanto ho capito, è passato un po' da quando avevi diciotto anni... Quindi adesso quanti ne hai? —

— Aish, sei furbo! — ridacchiò Yoongi e l'altro sorrise fiero.

Jimin aspettò impaziente una risposta, che arrivò in modo un po' inaspettato. Yoongi si alzò dallo sgabello e si sporse oltre il bancone, avvicinandosi al viso di Jimin, che era totalmente paralizzato.

Lo sguardo gli cadde sulle labbra del maggiore e prima che potesse formulare una frase, esse si posarono a lato della sua bocca. Il contatto delle labbra fredde per via del liquore, con la sua pelle calda lo fecero rabbrividire.

— Sono solo ventuno, gattino. — il fiato caldo solleticò il collo del minore facendogli mancare il fiato e deglutire.

Quando Yoongi si staccò non seppe cosa dire e non ne ebbe nemmeno il tempo, perché lui si allontanò e si perse fra la folla, probabilmente andando a giocare ad una slot machine.

n/a

si sono quasi baciati :)

ps. ieri sono stata al concerto di ermal meta e questo ragazzo è un cuore, davvero. si merita il meglio

e inoltre volevo ringraziarvi perché in una sola settimana questa storia è aumentata di 100 visualizzazioni e sono contentissima di questo, arrivare già a 600 visualizzazioni è un traguardo per me~

-mic

casino [카지누] » yoonmin [IT]〔hiatus〕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora