thirty-one

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Nonostante la temperatura non fosse eccessivamente fredda, Jungkook rabbrividì nella sua felpa, mentre si muoveva in direzione di casa. Aveva lasciato Yoongi e Jimin ancora in ospedale, concedendo loro qualche momento in privato; pensò che avrebbe avuto il tempo di fare quattro chiacchiere con Jimin un altro giorno, anche se sarebbe potuto andare a trovarlo a casa.

Sbuffò, infilando le mani nelle larghe tasche della felpa e ripensò alle parole che il suo ragazzo gli aveva detto al telefono. Forse aveva ragione. Forse era davvero immaturo ad essere geloso di ciò che ci fosse fra lui ed Hoseok.

Ma avanti, come avrebbe potuto non essere geloso di vedere il suo fidanzato con un ragazzo così affascinante come Hoseok? Tutto dal suo fisico slanciato e proporzionato al suo sorriso smagliante è contagioso attirava l'attenzione su di lui, senza nemmeno bisogno di notare i capelli rosso fuoco.

La sua mente era colma di pensieri mentre percorreva automaticamente il percorso verso la fermata dell'autobus più vicina. Non appena raggiunse la pensilina, si appoggiò alla parete ricoperta di manifesti di un qualche spettacolo al teatro locale, e tirò fuori il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni. Controllò l'ora e si rese conto che avrebbe fatto in tempo ad arrivare a casa per cambiarsi e andare a prendere qualcosa da mangiare ad un orario decente.

Lasciò uscire dalle sue labbra sottili l'ennesimo sbuffò annoiato e infastidito della giornata e quando sollevò lo sguardo dallo schermo del cellulare, pensò di avere le allucinazioni.

Dovette passarsi una mano sugli occhi e strofinarli prima di rendersi conto che ciò che avesse davanti fosse reale, per essere certo che Kim Taehyung, il suo ragazzo, fosse veramente lì in macchina fermo davanti alla figura paralizzata di Jungkook.

— Che ci fai qui? — chiese quest'ultimo, dandosi la spinta per staccarsi dalla pensilina e facendo pochi passi così da raggiungere l'auto.

Il finestrino era già abbassato per metà e Jungkook dovette solo abbassarsi di qualche centimetro prima di ricevere una risposta, — Stavo venendo a prenderti. —

— A prendermi? - uno sbuffo - Credevo fossi troppo occupato con Hoseok. — il maggiore roteò gli occhi a quelle parole e si limitò a fare un cenno col capo verso il sedile al suo fianco.

— Sali in macchina, ti riporto a casa. —

Jungkook non disse niente; rimase con le braccia conserte a fissare il paesaggio da sopra il tettuccio della macchina di Taehyung.

— Jungkook, non rendere le cose più difficili. Sali in macchina e basta, ne riparliamo a casa. —

Forse fu la stanchezza del momento, o forse l'idea che attendere il giusto autobus per chissà quanto al freddo non lo allettava particolarmente, ma Jungkook si ritrovò ad annuire ed a fare il giro della vettura, per poi prendere posto a fianco di Taehyung.

Senza l'aggiunta di altre parole, il maggiore mise in moto, segnando l'inizio di un tragitto fatto solo di sospiri in un'aria densa di tensione e rabbia soppressa. Entrambi sapevano che era solo questione di tempo, che presto sarebbero scoppiati e avrebbero dovuto affrontare un litigio coi fiocchi, a cui non erano per niente abituati.

Il loro rapporto infatti, era sempre stato pacifico, erano sempre andati d'accordo, anche in quelle situazioni che sembravano prevedere il contrario. Immagini del loro primo appuntamento, dei mille baci che si erano scambiati e di tutte le volte che avevano dormito abbracciati l'uno all'altro scorrevano sulle palpebre chiuse di Jungkook come fotogrammi di un film sullo schermo.

La sensazione di pace fu però effimera, e non appena la porta di casa si richiuse alle loro spalle, ciò che già temevano entrambi ebbe il sopravvento. La prima voce a farsi sentire, stranamente pacata, fu quella di Taehyung.

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