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Quella mattina svegliarsi fu forse la cosa più difficile per Jimin. Il trillo fastidioso della sveglia gli punzecchiava le orecchie, portandolo ad aprire gli occhi ancora gonfi dal sonno. Allungò una mano afferrando il cellulare e staccando quel dannato rumore.

Lasciò ricadere il braccio mentre affondava il viso sul cuscino, il cellulare disperso chissà dove fra le coperte. Fece uscire un sonoro sbuffo quando il telefono squillò, segnalando l'arrivo di un messaggio.

Svogliatamente, rotolò dalla sua posizione supina sulla schiena e si scostò i capelli da davanti gli occhi. Ripescò il suo cellulare sotto uno dei tanti cuscini che decoravano il suo letto e lo accese, restando per un attimo abbagliato dall'alta luminosità dello schermo.

Quando finalmente mise a fuoco le scritte, spalancò gli occhi notando che il messaggio appena ricevuto era da parte di Yoongi. Gli aveva dato una sorta di buongiorno, chiedendogli se fosse libero per vedersi.

Jimin non poté evitare che un sorriso sincero si formasse sul suo viso e digitò in fretta una risposta positiva all'offerta. Quella proposta fu un incentivo abbastanza forte per fare alzare il grigio dal letto e andare a prepararsi. Proprio mentre rientrava nella sua stanza per prendere i vestiti, notò lo schermo del cellulare accendersi per l'arrivo di un altro messaggio. Lo afferrò: era di nuovo Yoongi che gli diceva che sarebbero andati a fare colazione insieme e che sarebbe passato a prenderlo circa venti minuti dopo.

Leggendo l'ultima frase, Jimin corse all'armadio, tirando fuori i vestiti che riteneva più adatti per quell'uscita. Infilò un paio di jeans azzurri ed una semplice maglietta nera sopra, i suoi anfibi neri e la giacca di jeans.

Ebbe giusto il tempo di sistemare i capelli grigi con una pettinatura un po' diversa, la chioma lucente divisa al centro, che sentì il campanello suonare.

— Arrivo! — gridò, sperando che chiunque fosse dietro la porta d'ingresso riuscisse a sentirlo. Prese il suo cellulare dal comodino e lo infilò nella tasca posteriore dei jeans, prima di dirigersi velocemente all'ingresso.

Guardò dallo spioncino e subito dopo aprì la porta, rivelando davanti a sé un Min Yoongi con un ampio sorriso gengivale stampato sul volto. Jimin non poté che sorridere di rimando a quella vista, per poi abbassare timidamente lo sguardo, — Buongiorno, hyung. —

— 'Giorno, Jimin. — il maggiore ricambiò il saluto con voce roca. — Pronto per andare? — chiese poi, e quando l'altro annuì si voltò nuovamente verso l'ascensore, aspettando che Jimin chiudesse casa e lo seguisse.

In breve furono già seduti nella macchina del maggiore che, alla guida, non aveva intenzione di dire al grigio dove fossero diretti, nonostante le continue suppliche di quest'ultimo.

— Per favore, hyung! Cosa ti costa? — borbottò Jimin, incrociando le braccia al petto e mettendo su un broncio che lo fece sembrare un bimbo agli occhi del verde, — Almeno un indizio. —

Yoongi ci pensò un attimo e, non riuscendo a resistere al minore, si arrese, concedendogli una sola frase, — È un posto che ti piacerà, ne sono sicuro. — con un sorrisetto divertito e soddisfatto chiuse il discorso, mentre l'altro ragazzo faceva finta di essere arrabbiato, quando in realtà non faceva che morire di curiosità, e sapeva che il maggiore lo stesse facendo per non rovinargli la sorpresa.

Dopo un tragitto animato dalle loro conversazioni - ormai non c'era più traccia di imbarazzo o timidezza fra i due, ed entrambi ne erano grati l'un l'altro -, Yoongi fermò l'auto davanti ad un alto edificio ricoperto di ampie finestre interamente in vetro nei piani superiori. Sotto la prima fila di vetrate campeggiava una scritta in 3D bianca ben visibile anche a distanza - ma a cui Jimin non aveva prestato molta attenzione, troppo preso dai discorsi con il suo hyung.

Quando finalmente ebbe il tempo di leggere ciò che c'era scritto, spalancò la bocca portando poi le mani su di essa in un'espressione stupita, — La BigHit?! —

Yoongi si voltò verso Jimin - che sembrava davvero sul punto di svenire - e scoppiò a ridere. Jimin sarebbe seriamente rimasto a fissare quella scritta, ma qualcosa di più importante catturò la sua attenzione. La risata del suo hyung. Era la prima volta che lo sentiva ridere sul serio e giurò che avrebbe potuto registrare la sua risata e metterla come suoneria del cellulare - o magari come sveglia, così il suo risveglio sarebbe diventato meno fastidioso.

La risata del maggiore si affievolì quando notò Jimin che lo fissava con un piccolo sorriso, — Che c'è? — chiese confuso, corrugando le sopracciglia.

Jimin si inumidì le labbra reprimendo un'ulteriore sorriso, — Nulla. — e cambiò discorso, — Che ci facciamo alla BigHit? —

Yoongi non approfondì ancora e rispose alla domanda di Jimin facendo un cenno col capo in direzione del palazzo di fronte a loro — Io lavoro lì. —

Gli occhi del minore si spalancarono di nuovo, prima che si slacciasse la cintura e schizzasse fuori dall'auto. — Non è possibile! — Non poté evitare di reagire in quel modo, nonostante sapesse che si stesse comportando come un bambino, ma non poteva davvero nascondere il suo stupore. La BigHit era una delle case discografiche più importanti di tutta la Corea del Sud. Per lavorare lì dovevi avere un talento eccezionale - e non dubitava che il suo hyung ne avesse - ma tutto ciò era davvero grandioso. Fin da quando era bambino, ogni volta che danzava, aveva sempre sognato di poterlo fare ad un provino per entrare fra i tirocinanti della BigHit. Ed ora il suo più grande sogno d'infanzia era a pochi passi da lui.

— Ti prego entriamo. — disse con voce supplicante, voltandosi verso Yoongi che l'aveva raggiunto davanti l'ingresso dalle porte di vetro scorrevoli.

— Non vuoi prima fare colazione? — chiese Yoongi e Jimin si sbattè teatralmente una mano sulla  fronte. Era stato così preso dalla BigHit che se ne era quasi dimenticato.

— Certo! — esclamò, prima che un leggero rombo fosse udito da entrambi i ragazzi. Jimin si portò una mano sulla pancia, prima di sollevare timidamente lo sguardo sul maggiore, le guance rosse d'imbarazzo. — Sí, mi sa che è meglio fare colazione. —

n/a

mi è piaciuto da matti scrivere questo capitolo, spero sia piaciuto anche a voi leggerlo.
nella descrizione della BigHit mi sono un po' sbizzarrita, non ho idea di come sia fatta realmente, a parte le sale di danza che ho visto nei video dei bts, quindi tenete conto che è tutto inventato.

e scusate per il ritardo a pubblicare il capitolo, ma ieri sono stata super occupata

-mic

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