twenty-five

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Un clacson attirò l'attenzione di Jimin che si voltò all'istante, distogliendo lo sguardo da un cartellone pubblicitario di una famosa band coreana chiamata Got7. Il tenero broncio che aveva avuto sulle labbra fino a quel momento svanì non appena vide il guidatore dell'auto che si fermò davanti a lui.

Corse ad aprire la portiera ed a sedersi al posto del passeggero, prima di voltarsi verso l'altra persona. — Ciao, Hyung. — salutò sorridente, facendo scomparire gli occhi in due adorabili mezzelune.

— Ciao, gattino. — con un sorrisetto il maggiore ricambiò il saluto prima di rimettere in marcia l'auto e ripartire.

Jimin si perse velocemente nei suoi pensieri, rimuginando sulla discussione avuta con Hoseok e su cosa avrebbe potuto dire per sembrare più autoritario. Avrebbe avuto davvero tante cose da dire ad Hoseok piuttosto che farsi solamente mentre i piedi in faccia, e il non averci pensato prima lo faceva solo innervosire di più.

— Hey, che succede? — chiese preoccupato Yoongi, dopo avergli lanciato un'occhiata incuriosita dall'inusuale silenzio del minore, — Sei nervoso, piccolo. —

Nonostante la situazione seria, Jimin non poté che arrossire a quel nomignolo che non era abituato a sentire ma che scoprì di apprezzare. — Non è nulla, hyung. — mentì, abbassando lo sguardo sulle sue gambe, scorgendovi poco dopo la grande mano pallida del suo hyung che si posizionò sulla sua coscia, facendo solamente aumentare il rossore sulle sue guance ed il suo collo.

— Chi ti ha infastidito? — chiese il verde con finta ingenuità, nonostante immaginasse già che centrasse il coinquilino di Jimin.

— Non mi va di parlarne... — sussurrò, sperando di non infastidire il maggiore, che semplicemente mugolò in risposta, passando il pollice sulla coscia di Jimin con movimenti circolari, sperando di calmarlo.

Jimin si aggrappò al primo pensiero che gli attraversò la mente che, per quanto azzardato, gli sembrava la cosa giusta da fare; così mosse la sua piccola e paffuta mano e la posò su quella dalle dita affusolate del maggiore.

Quest'ultimo, sorpreso dal gesto del grigio, si voltò verso di lui regalandogli un sorriso gengivale che scaldò il cuore all'altro.

Non tirarono più fuori l'argomento ed il resto del tragitto fu costellato di piccole conversazioni e un karaoke improvvisato con le canzoni che passavano alla radio.

— Ah, comunque mi hanno comunicato che il tuo provino sarà mercoledì prossimo. — disse Yoongi mentre parcheggiava l'auto vicino ad un bar. — Sempre se accetti di farlo. —

— Come puoi anche solo pensare che io non voglia farlo?! Piuttosto, dovrò allenarmi per bene con quel pezzo che ho fatto in sala l'altra volta... — constatò Jimin, mentre entrambi scendevano dall'auto.

— Sono sicuro che lo saprai fare al meglio, non hai di che preoccuparti, — ammise Yoongi senza pensarci, sorridendo al più piccolo mentre camminavano fianco a fianco.

Il volto di Jimin si ricoprì di una tinta rosa scuro che il maggiore trovò adorabile, ma non l'avrebbe ammesso. Non ancora. — Da quando sei così dolce nei miei confronti? Dov'è finito il Min Yoongi che fa il duro ed il misterioso? — ridacchiò Jimin, poggiandosi al braccio del maggiore e facendo scorrere l'indice sul suo petto, in modo provocante.

Yoongi si arrestò di colpo, portando la sua mano su quella del più piccolo e allontanandola da se. Poi lo fece spostare finché si trovarono faccia a faccia e fissò il suo sguardo in quello dell'altro che, a disagio, lo abbassò. Yoongi lasciò uscire una fievole risata prima di attirare il grigio al suo petto ed avvolgere le braccia attorno alla sua esile vita.

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