fourteen

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— Mi ha dato il suo numero molto facilmente. Oggi gli chiederò di uscire. — disse con voce ferma Jin. Yoongi poteva giurare di non averlo mai visto così sicuro di sé.

O meglio, Jin era sempre pieno di autostima, ma quella sera lo era ancora di più.

— Va bene, ma non fare danno. Se sbagli ora, lo perdi. — gli disse schiettamente. Ormai l'altro era abituato alla sua fredda sincerità. Yoongi non usava mezze misure.

— E tu, invece? Che intenzioni hai con quel ragazzino? — gli chiese il maggiore, spintonandolo leggermente e spingendolo giù dal marciapiede.

— L'ho baciato. — rispose semplicemente, mentre la sua mente lo riportava a poche sere prima, al sapore delle sue labbra sulle proprie. Non aveva saputo resistere e aveva mandato in fumo tutta la serata. Menomale che era riuscito a salvarsi in ultima base con i biscotti al cioccolato.

— Cosa?! — sbraitò Jin, così forte da far voltare alcuni passanti infastiditi.

Yoongi gli diede un colpo sul braccio per intimarlo a fare piano. — Sì, hai capito bene. —

— E perché non me l'hai detto? — Jin si sentiva escluso. Era difficile, certo, ma di solito riusciva a farsi dire tutto da Yoongi. Erano pur sempre migliori amici.

— Perché non ne ho avuto l'occasione. — scrollò le spalle, volendo chiudere al più presto il discorso.

— Farò finta di crederci. — sospirò Jin, che ormai conosceva bene il signor Min-mister-freddezza.

— Siamo arrivati. — Min Yoongi fece un cenno verso il casinò ad una ventina di metri da loro e velocizzò il passo, seguito da Jin.

Quando entrarono nel locale, la prima cosa che fece fu cercare Jimin dietro al bancone. E lo trovò, intento a parlare con quel suo amico dai capelli rossi.

Strinse automaticamente i pugni, sentendo una sensazione strana allo stomaco. Che diavolo..., pensò, sicuro di starsi sbagliando. Non poteva mica essere geloso di Jimin. Non provava niente per lui. Loro due non erano niente.

Nonostante ciò, si avvicinò al bancone e si lasciò scivolare su uno sgabello. Jin invece, si dileguò dall'altra parte, mentre aspettava Namjoon.

Jimin non si era ancora accorto della presenza del suo hyung, e chiacchierava tranquillamente con Hoseok e la giovane coppia di fidanzati dai capelli colorati.

Quando finalmente alzò lo sguardo e lo vide, non poté che arrossire. Era la prima volta che si incontravano dopo il loro bacio. Jimin sentì le mani iniziare a sudargli, e per poco non gli scivolò un bicchiere dalla presa.

Fece un cenno d'intesa a Hoseok - che con un finto sorriso annuì - e si diresse verso il suo hyung.

— Ciao, Yoongi. — lo salutò con un piccolo sorriso, che l'altro ricambiò.

— Ciao, gattino. — alzò la mano e delicatamente toccò la punta delle orecchie del cerchietto di Jimin. Quest'ultimo arrossì violentemente. Quel gesto era così... intimo. Lo mise a disagio.

Si scostò lentamente, schiarendosi la voce prima di parlare. — Cosa ti do da bere? —

— Solito. — Jimin annuì e gli preparò il drink che ordinava la maggior parte delle volte. Glielo porse.

— Dovresti smettere di bere così tanto. — gli disse piano, guardandolo mentre buttava giù il liquido.

— Detto da te che lavori in un bar, non so quanto possa valere. — ridacchiò il moro, facendo alzare gli occhi al cielo a Jimin.

— Sei sempre così idiota? — lo disse senza pensarci, provocando una smorfia sul viso di Yoongi.

— Sono un tuo hyung, dovresti portarmi rispetto. — disse con aria altezzosa.

— Cosa vuoi che faccia? Mi inginocchi davanti a te a chiedere scusa? — disse svogliatamente. Ma la frase ebbe tutt'altro effetto sul maggiore, che si immaginò Jimin inginocchiato davanti a sé con quelle orecchie da gattino, in un modo davvero poco innocente.

Improvvisamente la stanza diventò troppo calda e si sentì tutti gli occhi addosso - quando in realtà nessuno, a parte il barista - lo stava guardando.

— Che c'è? Ti sei offeso? — chiese ancora Jimin, non capendo il suo silenzio.

Yoongi scosse la testa, ancora turbato da quei pensieri, e si alzò di scatto.

Il biondo corrugò le sopracciglia, — Dove vai? —

— Quando stacchi? — gli chiese il maggiore, eludendo la domanda.

— Tra due ore, perché? — Jimin non capiva.

— Ti riporto io a casa. — furono quelle le ultime parole di Yoongi, prima che si dileguasse fra la folla, lontano dallo sguardo di Jimin, così da poter scappare in bagno a risolvere qualche problema.

n/a

yoongi fai schifo + non ho ricontrollato, sorry

-mic

casino [카지누] » yoonmin [IT]〔hiatus〕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora