twenty-six

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Quella settimana segnata da un rapporto infernale tra Jimin e Hoseok era finalmente giunta al termine, ma tra i due non c'era stato alcun miglioramento. Hoseok non sembrava intenzionato ad andarsene dal suo appartamento, e di conseguenza Jimin cercava di starci il meno possibile, approfittando dell'ospitalità di Yoongi e Namjoon e facendo turni straordinari al casinò.

Davvero Jimin non riusciva a ricordare quando la situazione fra lui ed il suo - ex - migliore amico fosse precipitata a tal punto da renderli due totali estranei. Eppure il grigio sapeva che prima o poi avrebbe dovuto confrontarlo e parlargli, ma proprio non ne aveva voglia, specialmente non ora che mancava pochissimo al provino.

Jimin non aveva ancora realizzato di stare per fare un provino alla BigHit, nonostante approfittasse di ogni momento libero della giornata per ripassare la coreografia. Aveva anche chiesto a Yoongi se potesse visitarlo di nuovo allo studio - dopo aver raccolto una buona dose di coraggio per porre questa domanda - così da poter provare in una vera e propria sala. Yoongi ovviamente aveva accettato.

Ecco perché ora Jimin si trovava in macchina con Namjoon - che finalmente aveva preso la patente - mentre si dirigevano verso la BigHit. — Chim, sono sicuro che andrai alla grande. Sono così contento per te. — disse sinceramente il maggiore, con un grande sorriso tutto fossette. — Sappi che sarò in prima fila al tuo spettacolo. Anzi, mi accamperò fuori tre giorni prima così da assicurarmi un posto - ed uno per Jin. —

Ah, non dobbiamo dimenticare di chiarire la situazione fra Namjoon e Jin. Infatti, mentre Jimin e Yoongi continuavano a rubarsi baci senza concludere nulla di concreto, gli altri due ragazzi procedevano un po' più velocemente. Nonostante sembrasse affrettato, Jin aveva già chiesto a Namjoon di essere il suo ragazzo, e la risposta era stata ovviamente positiva. Non era stata una proposta molto sobria, considerando che l'avesse fatta Jin - ma ragazzi, era da aspettarselo. Diciamo solo che era avvenuta in una sala karaoke - che Jin aveva sfruttato per fare spettacolo della sua bella voce, mentre attorno a lui era allestita una scena di petali di rose e altre decorazioni terribilmente romantiche. Ma Jin era fatto così e Namjoon non faceva che apprezzare sempre di più quel ragazzo che sembrare così tanto sicuro di sé ma che aveva in realtà un cuore d'oro, dispensando amore per tutti.

— Eccoci arrivati —, annunciò Namjoon, parcheggiando l'auto di fronte all'ingresso della BigHit, — Fammi sapere se hai bisogno di un passaggio al ritorno. —

— Credo che mi riaccompagnerà Yoongi... — ammise Jimin, sentendo le guance accaldarsi. Namjoon sorrise intenerito prima di dargli una pacca amichevole sulla spalla.

— Buona fortuna e buone prove. — gli augurò mentre il minore scendeva dall'auto — E non affaticarti troppo! — aggiunse a voce più alta così che l'altro, ormai dall'altra parte della strada, potesse sentirlo.

Jimin annuì, reprimendo una risatina per il comportamento paterno del suo amico, e lo salutò con la mano prima di scomparire all'interno dell'edificio che sembrava chiamare il suo nome. Namjoon sorrise di rimando, nonostante l'altro non fosse più lì per vederlo, e ripartì, contento che finalmente Jimin stesse veramente vivendo la sua vita da diciottenne.

Il grigio si affrettò su per le scale, raggiungendo l'ingresso della scuola, avvicinandosi al bancone così da mostrare il badge che gli aveva procurato il suo Hyung.

— Signor Park... Jimin? — confermò la donna seduta dietro la scrivania in legno, mentre digitava distrattamente qualcosa al computer.

— Sì, sono io. — confermò il ragazzo, mordicchiandosi l'interno della guancia, ansioso di riuscire ad entrare e correre dal suo hyung- beh, sì, forse la sua mente stava già correndo troppo ed era meglio fermarla.

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