Capitolo II

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《Avanti!》
Aprii la porta e incrociai lo sguardo benevolo del signor Harris, un uomo di mezza età, dall'aspetto curato e impeccabile.
《Prego,》indicò una delle sedie di fronte alla scrivania. 《Si accomodi.》

Mi sedetti, feci un respiro profondo e cercai di sembrare sicura di me. Missione quasi impossibile per la sottoscritta, ma comunque ci provai. Avevo indossato una camicetta bianca senza maniche, un pantalone nero elegante e delle Mary Jane dello stesso colore. Per completare il tutto, i capelli erano acconciati in una coda alta per affrontare il caldo di fine giugno. Avevo fatto del mio meglio per apparire professionale e ora dovevo solo pregare la mia buona stella affinché andasse tutto bene.
《Grazie, signor Harris.》
《Allora, ho letto dal suo cv che al momento lavora come addetta alle vendite, ma immagino che sia qui perchè cerca una professione più attinente ai suoi studi e alle sue passioni. Dico bene?》mi chiese il signor Harris cordiale.
《Sì, esatto. Come avrà visto ho una formazione linguistica,》precisai cercando di mantenere la calma.
《Certo, ho visto. In effetti credo di avere il lavoro giusto per lei. Però, prima vorrei sapere se sarebbe disposta ad un trasferimento immediato.》
《Quanto immediato? E dove esattamente?》chiesi cercando di non far trasparire la mia emozione.
《Ecco, il prima possibile sarebbe l'ideale. Una o due settimane diciamo. E il posto di cui parlo è nientemeno che Parigi,》mi guardò intensamente e proseguì.
《Conosce anche il francese e io avrei proprio bisogno di una persona per una delle sedi francesi dell'azienda. Inizialmente verrebbe inserita tramite un periodo di stage come assistente dell'editor e successivamente potremmo valutare un'assunzione a tempo indeterminato. Allora, che ne dice?》
《Mi sembra fantastico! Il fatto è che non mi aspettavo una proposta di trasferimento e vorrei poterci pensare, se non è un problema...》risposi mentre tormentavo il mio braccialetto portafortuna. L'idea di andare a Parigi mi entusiasmava e terrorizzava allo stesso tempo, soprattutto non facevo che pensare a come l'avrebbe presa James.
《Ma certo, capisco perfettamente. Che ne dice di rifletterci bene nel weekend, per poi darmi una risposta definitiva lunedì?》
《Mi sembra perfetto,》risposi sorridendogli.
《Molto bene. Sono sicuro che prenderà la decisione giusta.》
Si alzò per accompagnarmi alla porta, lo ringraziai per il tempo concessomi e uscii dall'ufficio.

Inviai un messaggio a James per avvisarlo che avevo terminato il colloquio e che poi gli avrei raccontato tutto a casa. Mi avviai verso la metro, a differenza di James preferivo i mezzi pubblici al traffico di Londra. Esserci incontrati in metro era stato un vero e proprio caso fortuito. In quei giorni James aveva l'auto in riparazione e quindi era stato costretto a fare a meno del suo abituale mezzo di trasporto.

***

Arrivata a casa mi riempii un bicchiere di tè freddo al limone e mi accomodai in soggiorno, sulla mia poltroncina personale. Era la prima cosa che avevo comprato quando James mi aveva chiesto di trasferirmi da lui e perciò ci ero particolarmente affezionata e nessuno aveva il permesso di usarla, nemmeno il mio ragazzo. Era in stile barocco, ma anche molto comoda grazie alla sua imbottitura. Il blu era il mio colore preferito e in più si abbinava perfettamente al divano in pelle di James.

La mia bella poltroncina era decisamente il posto perfetto per pensare. E in effetti avevo così tanto su cui riflettere. Non riuscivo ancora a credere che mi avessero proposto un trasferimento a Parigi! Da una parte non vedevo l'ora di ritrovarmi immersa nel magico mondo dell'editoria, ma dall'altra, non avevo idea di come avrei fatto a prendere tutta la mia roba e a trasferirmi nel giro di qualche settimana. Il fatto che si trattasse di Parigi rendeva tutto ancora più difficile, amavo così tanto quella città che rischiavo di non essere per niente obiettiva.

Parigi! Come si fa a dire di no a Parigi? Solo una pazza esiterebbe di fronte ad una offerta del genere. Per di più, con la possibilità di un contratto a tempo indeterminato, un vero miraggio di questi tempi.

Ma era l'idea di separarmi da James che mi dava più da pensare. Certo, bastavano meno di due ore di volo o qualcosa di più con il treno per rivederci, ma niente sarebbe più stato come prima. Potevo dire addio ad addormentarmi e risvegliarmi ogni giorno accanto alla persona che più amavo a questo mondo, il solo pensiero mi spezzava il cuore.

Visto che ormai avevo lasciato il mio lavoro, mi restava tutto il giorno libero prima che tornasse James. All'ora di pranzo mi preparai un risotto e me lo gustai con tutta la calma del mondo. Nel pomeriggio, decisi di sprofondare nel divano e fare un pò di zapping in tv, ero troppo nervosa per concentrarmi su qualcosa che mi interessasse davvero.

Erano le 18.30 quando sentii il familiare rumore di chiavi che preannunciava l'arrivo di James. Il momento decisivo era arrivato.
《Ciao amore! Allora mi vuoi dire com'è andato il colloquio?》chiese James raggiungedomi in soggiorno.
《Molto bene. Solo che è un pò complicato.》
《In che senso?》chiese James sedendosi al mio fianco sul divano.
《Mi hanno proposto una posizione di assistente all'editor, ma nella sede di Parigi. Dovrei trasferirmi,》dissi tutto d'un fiato.
《Trasferirti a Parigi? Ho capito bene?》domandò James aggrottando le sopracciglia.
《Sì, esatto. Comincerei come stagista ma potrei passare ad un indeterminato. Sarebbe un'ottima opportunità.》
《Sono felice per te,》disse James con un tono che esprimeva l'opposto.
《Ho deciso di accettare,》precisai cercando di studiare il suo viso indecifrabile.
《Ok. Io vado a cambiarmi.》
James si alzò dal divano e senza aggiungere altro si diresse verso la camera da letto.

Tornò qualche minuto dopo vestito in tenuta sportiva, pronto per andare a correre. Mi alzai furibonda dal divano, era assurdo che non avesse nulla da dirmi, non poteva scappare via come se niente fosse.
《Io ti dico che mi trasferisco a Parigi e tu non trovi di meglio da fare che andare a correre? James che ti prende? Parlami!》
《Ti ho già detto che sono felice per te, non ti basta?》disse nel tono più piatto possibile.
《No che non mi basta e di certo non sembri affatto felice per me!》
Calde lacrime iniziarono a scorrermi sulle guance senza che potessi impedirlo.
James mi prese tra le braccia, ripetendomi che sarebbe andato tutto bene. Mi staccai dal suo abbraccio e cercai di asciugarmi le lacrime.
《Come potrebbe andare tutto bene? Non voglio rinunciare a questo lavoro... ma non voglio nemmeno separarmi da te,》dissi trattenendo a stento una nuova ondata di lacrime.
《Lo so, io non riesco nemmeno a parlarne. Forse abbiamo solo bisogno di un pò di tempo. Perchè non ti cambi e vieni a correre con me?》
《Cosa? Ti sembra il momento? E hai dimenticato che odio correre?》dissi improvvisamente divertita dall'idea.
《E' il momento perfetto e no, non ho dimenticato il tuo odio per la corsa o meglio, per qualsiasi attività sportiva. Penso che ci farebbe bene, correre aiuta a pensare.》
《Dici?》chiesi un pò scettica.
《Non ti fidi di me ragazzina?》
《Smettila di chiamarmi ragazzina e forse potrei considerare l'idea,》dissi cogliendo al volo l'opportunità di liberarmi di quello stupido soprannome e allo stesso tempo rimandare l'inevitabile discussione.
《Affare fatto!》disse James stringendomi la mano.

**Spazio Autrice**

Ciao a tutti!!

Rebecca ha ricevuto la proposta di trasferimento a Parigi e James ha un modo tutto suo di reagire alla cosa. Ha paura di dire la cosa sbagliata e ha serie difficoltà ad esprimere quello che prova.

Chissà cosa risolveranno con questa corsa scacciapensieri...

A presto ;)

Parigi per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora