Capitolo XXII

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LOUIS

Dopo la pessima serata in discoteca in cui avevo dovuto quasi fare a botte con un coglione qualunque, la nottata a casa di Rebecca si era rivelata piuttosto piacevole. Non ero del tutto lucido, ma ricordavo bene il momento esatto in cui avevo potuto ammirare quello che si celava sotto quella provocante camicetta e minigonna striminzita. Era evidente come la mia piccola peste avesse programmato tutto fin dall'inizio.

Il sabato, al contrario era stato un completo disastro. Mi ero svegliato con un mal di testa lancinante e poi dopo pranzo Vincent mi aveva convocato per una riunione straordinaria con alcuni delegati delle altri sedi dell'azienda. L'unica consolazione della giornata era stata quella di raggiungere Rebecca per cena e poi restare a dormire di nuovo da lei.

La domenica mattina era cominciata piuttosto bene, mi ero svegliato in ottima forma e pronto per mettere in atto il mio piano di buon compleanno. Non avevo prenotato con abbastanza anticipo e quindi la sorpresa era slittata più avanti del giorno esatto. Mentre Rebecca continuava a dormire, ero passato da casa per cambiarmi e prendere una borsa per il viaggio.

Sulla via del ritorno, avevo comprato dei croissant caldi e due cappuccini. Stavo sistemando tutto su un vassoio, quando sentii due braccia avvolgersi intorno alla vita.

《Buongiorno,》disse Rebecca alzandosi in punta di piedi per lasciarmi un bacio sulla guancia.
《Buongiorno a te. Come mai già in piedi, dormigliona?》

《Ho aperto gli occhi e il letto era vuoto. Non ci sono più abituata,》disse poggiando la fronte sulla mia spalla.
《Mi dispiace. Non pensavo ti saresti svegliata mentre non c'ero. Vuoi tornare a letto o facciamo colazione in cucina?》
《Va bene qui,》disse prima di sedersi a tavola in attesa.

《Ho intenzione di rapirti per un paio di giorni. Spero tu non abbia obiezioni,》annunciai sorridente, una volta terminata la colazione.
《Ma domani lavoro, l'hai dimenticato?》
《Non preoccuparti, ho già pensato a tutto. Ti ho fatto segnare un giorno di ferie.》
《E dove andiamo?》chiese non ancora del tutto convinta.
《Ma è ovvio che non posso dirtelo, chérie.》
《Ovviamente...》disse alzando gli occhi al cielo.
《Vai a vestirti o faremo tardi.》
《Ok, ma dimmi almeno cosa dovrei portarmi... qualcosa di comodo, elegante?》
《Un po' di tutto. Ricordati che torniamo domani sera.》
《Allora preparerò una valigia per ogni evenienza!》
《Perfetto! Io ti aspetto qui.》

***

Dopo più di un'ora di attesa, ci eravamo finalmente messi in viaggio.
《Immagino che non serva a niente chiedere qualche indizio.》
《Tra poco vedrai le indicazioni e capirai. In effetti, forse avrei dovuto bendarti...》dissi pensieroso.
《No, grazie.》

Come avevo predetto, il cartello con le indicazioni stradali apparve poco dopo.
《Mon Dieu! Versailles!》
《Sapevo che ti sarebbe piaciuta la mia idea,》constatai compiaciuto.
《Il solito modesto...》
《Però non sono sicuro che sarai altrettanto entusiasta riguardo il mio piano per domani,》dissi con fare misterioso.
《Ora devi dirmi di cosa si tratta! Non puoi terrorizzarmi in questo modo,》disse tirandomi uno schiaffo sulla spalla.
《Sei sicura di volerlo sapere?》
《Certo!》
《Domani andiamo a pranzo dai miei genitori. E ci sarà anche mia sorella Susanne,》annunciai tranquillo.
《Ti prego dimmi che stai scherzando!》
《Non scherzo su queste cose. Magari è un po' presto per le presentazioni, ma visto che ci siamo...》
《Non credo di essere pronta,》disse totalmente in preda al panico.
《Ehi, tranquilla. Andrà tutto bene, ti adoreranno.》
《Facile dirlo per te...》
《Vuoi che chiami per annullare?》
《Certo che no! Che figura ci farei!》
《Credimi, non hai nulla da temere,》dissi accarezzandole una gamba con fare rassicurante.
《Ok, ora chiudo gli occhi e cerco di non pensarci. Chiamami quando siamo arrivati.》
《Questo è lo spirito giusto!》esclamai ridacchiando dello spirito coraggioso della mia ragazza.

Dopo quasi un'ora arrivammo a destinazione e la faccia mezza addormentata di Rebecca era semplicemente irresistibile.
《Non dire più una parola riguardo il pranzo di domani. Ci penserò al momento opportuno,》mi mise in guardia scendendo dall'auto.
《Va bene, fifona.》
Mi fece una linguaccia e si avviò sicura verso la reggia che scintillava in lontananza.

《È esattamente come la ricordavo,》disse una volta entrati.
《E con chi ci sei stata l'ultima volta?》
《Non vuoi saperlo davvero,》disse scuotendo la testa.
《Con James?》
《Esattamente.》
《Ok, forse non volevo saperlo. Ma quel che conta è che ora sei qui con me,》dissi attirandola a me per stamparle un bacio.
《Stai buono... la domenica è pieno di classi in gita.》
《Era solo un bacio.》
《E il mio era solo un avvertimento,》disse prendendomi per mano.

《Ma ci pensi che stiamo camminando esattamente dove hanno passeggiato il Re Sole, Maria Antonietta, Luigi XVI e molti, moltissimi altri?》chiese ammirando gli imponenti giardini che ci circondavano.
《Sì, certo.》
《Chissà cosa dev'essere stato vedere per l'ultima volta questi meravigliosi giardini o la Galleria degli Specchi. Penso che sarei morta di dolore,》osservò sinceramente dispiaciuta.
《Se avessero pensato più al popolo e meno a loro stessi...》
《Se stai parlando di Maria Antonietta e Luigi XVI, credo che semplicemente non fossero preparati a tutto questo. Lui non aveva la stoffa del re e lei non è mai cresciuta davvero.》
《Interessante osservazione. Ma direi che hanno avuto quello che si meritavano.》
《Parli come un vero rivoluzionario!》
《Sono francese, no?》
《Ma davvero? Non l'avevo notato.》
《Eppure sono piuttosto sicuro che i miei antenati fossero dei nobili spaventati all'epoca. Una volta ho consultato l'albero genealogico per curiosità...》dissi sollevando le spalle.
《Dovrei essere onorata di passeggiare con te?》
《Certo che sì.》

Quando il cielo iniziò a scurirsi, proposi di andare verso l'albergo e Rebecca sembrò addolorata di dover lasciare la reggia.
《Ti prometto che ci torniamo presto,》dissi passandole un braccio intorno alla vita.
《Ti prendo in parola.》

L'hotel si trovava solo a pochi passi e ci arrivammo in un attimo. Avevo prenotato una camera deluxe che sapevo avrebbe fatto impazzire di gioia la mia dolce metà.

Sulla parete di fianco al letto c'era una gigantografia che rappresentava Maria Antonietta e i giardini di Versailles dall'alto. Non appena varcata la soglia della stanza, Rebecca mi buttò le braccia al collo e le gambe intorno alla vita rischiando quasi di farmi cadere.

《Ma è stupenda!》esclamò entusiasta.
《Immaginavo avresti apprezzato. Questa è per te,》dissi porgendole una delle rose che stava nel vaso sul tavolino, al centro della camera.
《Troppo gentile. Che ne dici di testare quel letto gigantesco? Sembra così soffice e io sto morendo di sonno.》
《Povera chérie. Lascia che mi prenda cura di te...》dissi adagiandola sul letto. Dormire era decisamente l'ultimo dei nostri pensieri.

**Spazio Autrice**

Ciao a tutti!!
La storia tra questi due procede bene e nel prossimo capitolo le cose si faranno ancora più serie. Louis è entusiasta all'idea di presentarla alla famiglia, mentre Rebecca ne farebbe volentieri a meno. Ne succederanno delle belle!

A presto ;)

A presto ;)

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