Capitolo XXIV

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Il martedì di ritorno al lavoro, non poterono certo mancare le domande curiose di Vincent. Ci ero talmente abituata, che ormai non mi pesava più di tanto.

《Allora, dove siete stati?》
《Louis mi ha portata a Versailles. Una sorpresa di compleanno in ritardo,》spiegai esaustiva.
《Capisco. Scommetto che ti avrà annoiata a morte con i suoi racconti storici,》disse alzando gli occhi al cielo.
《Per niente. O forse dovrei dire che ci siamo annoiati a vicenda.》
《Quasi dimenticavo con chi sto parlando... siete proprio fatti l'una per l'altro,》disse in un tono falsamente sdolcinato.
《Se non ti dispiace, lo prendo come un complimento!》
《Fai pure,》disse liquidando la faccenda.

Verso le 10, 30 arrivò la pausa caffè e dopo aver chiesto a Vincent di poter approfittare del mio momento libero, mi avviai serena verso l'area relax. Quello che non mi aspettavo, era che la mia serenità non sarebbe durata ancora a lungo.

《Ehi, ciao!》mi accolse una voce che avrei riconosciuto tra mille.
《James? Che ci fai qui?》chiesi sbigottita.
《Dopo aver fatto il tuo nome, la rossa alla reception mi ha fatto passare molto volentieri.》
《C'era da aspettarselo,》dissi pensando alla gioia che doveva aver provato Paulette al pensiero di mettermi nei guai. Ormai, tutto il palazzo sapeva della mia storia con Louis e della scenata che c'era stata con James prima di chiudere definitivamente. Quella strega aveva orecchie dappertutto e di sicuro era riuscita a scoprire ogni dettaglio.

《Comunque intendevo il motivo per cui sei qui... non come hai fatto ad entrare.》
《Mi sembra ovvio. Sono qui per te,》disse sorridendomi speranzoso mentre si avvicinava a me.
《James... io sono andata avanti.》
《Eppure credo che ci sia ancora una possibilità per noi due. Hai detto che il tuo posto era qui e allora ho fatto in modo che anche il mio fosse qui,》disse risoluto.
《Che vuoi dire?》
《Ho lasciato la mia cattedra all'università e ho trovato un impiego qui a Parigi. Insegnante in una scuola privata.》
《Tu sei pazzo,》affermai sbigottita.
《No, ho solo fatto quello che avrei dovuto fare fin dall'inizio. Non avrei mai dovuto lasciarti partire da sola. Rebecca, io non voglio perderti,》disse cercando di accarezzarmi una guancia. Mi scansai appena in tempo.

《Mi hai già persa... io amo Louis e qualsiasi cosa dirai o farai non cambierò idea.》
《Non puoi dire così! Non è troppo tardi! Dammi un'altra possibilità!》esclamò fuori di sé.
《James, tutto questo non serve a niente,》dissi avvicinandomi e posandogli due mani sulle spalle per cercare di calmarlo.

《Ma che succede qui?》chiese Louis entrando nella saletta. Vagò con lo sguardo, finché non incrociò quello di James, che lo fissava con aria di sfida.
《Ho sentito urlare e sono venuto a controllare... ma non avrei mai immaginato di trovare proprio te!》
《E invece sono qui.》
《Stai bene?》mi chiese Louis ignorando deliberatamente il mio ex ragazzo.
《Sì, tutto ok.》
《Che cosa ci fa lui qui?》
《Sono qui perchè io e Rebecca ci apparteniamo e tu non puoi farci niente,》rispose James al mio posto.
《Sei davvero patetico...》
《Parla lo stronzo che non sa stare al suo posto!》
《Non è colpa mia se sei un povero idiota. Non ti sei reso conto di quello che avevi, finchè non lo hai perso!》esclamò Louis con aria di sufficienza.

《Rebecca, ti ho detto che potevi prenderti un caffè... non scatenare la terza guerra mondiale. Si può sapere che sta succedendo?》chiese Vincent irrompendo all'improvviso.
《È colpa di questo stronzo qui,》intervenne Louis indicando James.
《Sarebbe il famoso ex?》
《Non credevo di essere così famoso,》commentò il diretto interessato.
《Non m'interessa se sei qui alla riconquista di Rebecca o cazzate del genere, quello che so è che stai disturbando la mia assistente. O te ne vai o chiamo la sicurezza,》affermò Vincent pronto a portare a termine le sue minacce.
《Non è necessario. Ora se ne va,》dissi per calmare le acque. L'ultima cosa che volevo era vederlo trascinato via dalla sicurezza.
《Solo se prometti di ascoltarmi. Ti aspetto fuori dopo il lavoro,》disse James non togliendomi gli occhi di dosso per un solo istante.
《Ok.》
《Allora a dopo,》disse con un sorriso sardonico. Appena sparì dalla mia vista tirai un sospiro di sollievo. Almeno per questa volta, non si era fatto male nessuno.

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