Finita la giornata lavorativa mi diressi velocemente verso il bistrot Chez Michelle, dove avevo pranzato insieme a Rebecca qualche ora prima. Aevamo deciso d'incontrarci fuori dall'ufficio per evitare l'inquisizione di Vincent.
《Mi aspettavi da molto, chérie?》chiesi avvicinandomi a Rebecca che si guardava intorno in attesa.
《Solo qualche minuto. Allora, dove si va?》
《È una sorpresa,》dissi tirando fuori una sigaretta dal pacchetto che avevo nella giacca.
《Fumi?》
《Mi sembra evidente. Ti dà fastidio?》
《Se ti dicessi di sì... la accenderesti comunque?》chiese molto seria.
《Certo che no, per chi mi hai preso?》dissi mentre rimettevo a posto la sigaretta nel pacchetto.
《Grazie per non avermi dato della rompipalle. A volte succede con James, è uno dei pochi motivi per cui litighiamo. Dico che mi dà fastidio, ma lo fa comunque,》disse Rebecca riflettendo tra sé e sé.
《James sarebbe il tuo ragazzo, giusto?》chiesi conoscendo già la risposta.
《Sì. Vi siete conosciuti quando è venuto qui per Natale.》
《Me lo ricordo. Dev'essere un vero idiota,》dissi trattenendomi dall'insultarlo oltre. All'inizio non lo sopportavo solo perchè lo vedevo come un mio diretto avversario, ma dopo questo piccolo aneddoto avevo un motivo in più per volerlo il più lontano possibile da lei.
《Non è sempre così, te lo assicuro. Oltre a questo, è la persona migliore del mondo,》disse Rebecca tentando di difenderlo.
《Forse è meglio se lasciamo perdere,》dissi un pò agitato.
《Ok...》disse cercando di studiarmi.
《Andiamo? Ho la macchina qui vicino.》
《Certo, ti seguo.》Una volta arrivati a destinazione, la vidi prima guardarsi intorno in cerca di indizi e una volta constatato che non c'era niente di familiare, mi guardò con aria interrogativa, in attesa di risposte.
《Non siamo ancora arrivati. Dobbiamo camminare un po',》dissi esaustivo.
《Quanto?》chiese leggermente preoccupata.
《Non molto.》***
《Eccoci arrivati,》dissi fermandomi davanti alla storica libreria Shakespeare and Company.
《Ma è bellissima!! Esattamente uguale a come l'ho vista in foto! Volevo venirci da così tanto!》esclamò Rebecca entusiasta come una bambina davanti ad un negozio di giocattoli.
《Ho pensato che ti sarebbe piaciuto.》
《E infatti avevi ragione!》disse mentre si avvicinava estasiata ai libri esposti fuori. Sembrava quasi sul punto di saltellare dalla gioia.
《Dentro è ancora meglio,》dissi cercando di attirare la sua attenzione. Chissà come ci riuscii e prendendomi per la manica della giacca, entrammo insieme nella libreria.《È da sogno,》disse Rebecca quasi commossa mentre ammirava gli scaffali ricolmi di libri. Sapevo che avrebbe amato questo posto, era uno dei miei posti preferiti in tutta Parigi. Capivo benissimo la venerazione con cui si avvicinava ai volumi dall'aspetto più consumato e ne accarezzava la copertina con delicatezza.
《È qui che mi hai preso il libro?》chiese ricordandosi della mia presenza al suo fianco.
《Sì, esatto.》
《L'ho appena iniziato e già mi sta piacendo molto.》
《Ne sono felice.》
《Grazie per avermi portato qui. Ne avevo davvero bisogno,》disse Rebecca guardandosi intorno con aria sognante.
《Prenditi tutto il tempo che vuoi. Io mi metto seduto qui a leggere e ti aspetto,》dissi indicando un divanetto vicino.
《Grazie, Louis. Cercherò di non metterci troppo.》
《Non preoccuparti,》dissi facendole l'occhiolino.Dopo qualche ora vidi Rebecca tornare nella mia direzione con un grosso sacchetto.
《Mi dispiace averci messo tanto,》disse con aria colpevole.
《Nessun problema. Fitzgerald mi ha tenuto compagnia,》dissi mostrandole il libro che avevo in mano, una copia del Grande Gatsby, che conoscevo a memoria.
《Hai fame?》chiesi mentre uscivamo dalla libreria.
《In effetti sì.》
《Benissimo, ho prenotato in un posto qui vicino. Lascia che ti porti il sacchetto, sembra pesante.》
《Ehm, grazie.》***
《Eri già stata in questa zona?》chiesi dopo cena, mentre passeggiavamo per le strade affollate e piene di vita. Dal Quartiere Latino dove si trovava la libreria, ci eravamo spostati verso Île de la Cité per poter ammirare Notre Dame.
《Sì, ma non da quando mi sono trasferita.》
《Capisco. È tutto diverso quando visiti una città da turista.》
《Già... non avrei mai creduto di viverci e invece è successo. Ti va di sederci un attimo?》disse guardando in direzione di una panchina poco distante.
《Come vuoi.》Prendemmo posto sulla panchina e mi premurai di sedermi ben vicino a lei. Aveva un profumo inebriante e delicato allo stesso tempo.
《Notre Dame è un vero spettacolo, non so decidere se sia più bella di giorno o di notte,》disse Rebecca mentre guardava incantata la cattedrale.
《Per fortuna non c'è bisogno di scegliere.》
《Hai proprio ragione. Ma dimmi una cosa, tu hai sempre vissuto qui?》
《Sì, nato e cresciuto a Parigi. Ho girato il mondo, ma non credo che potrei mai vivere in un altro posto. A te invece manca Londra?》chiesi curioso.
《Sì, certo che mi manca. All'inizio la nostalgia era quasi insopportabile, non è stato facile...》
《Ora va meglio?》chiesi un pò ansioso.
《Diciamo di sì. Amo Parigi e non mi pento di essere qui. Però Londra è ancora casa mia... capisci cosa intendo?》
《Sì, ma sono sicuro che presto vedrai Parigi come casa tua. Posso aiutarti, se me lo permetti...》dissi mentre mi avvicinavo sempre di più a lei. Annullai la distanza tra di noi posandole una mano sotto il mento, avvicinai le sue labbra alle mie e le catturai in un istante. Le probabilità che potesse rifiutarmi erano alte, ma non potevo sprecare una occasione come questa. Rebecca era come paralizzata, incapace di allontanarmi da sé, quasi immobile finchè non decise di ricambiare il bacio. Approfittai del momento per stringerla a me con la mano libera e fu allora che si ridestò come da un sogno e mi allontanò bruscamente spingendomi via con entrambe le mani.
《Louis, ma che ti salta in mente?》chiese Rebecca spaesata.
《Non sembrava ti dispiacesse...》risposi punto sul vivo. Non ero proprio tipo da prendere un rifiuto alla leggera.
《Ma che razza di... ti dispiace riaccompagnarmi a casa?》
《Prego Mademoiselle, mi segua,》dissi camminando pieno di rabbia verso la macchina.《E così era questo il tuo piano? Incantarmi con i libri, Notre Dame al chiaro di luna...》
《Volevo solo essere gentile,》dissi con le spalle al muro, ma per niente pronto ad arrendermi.
《Ficcandomi la lingua in gola?》
《Come ho detto... non sembrava ti dispiacesse.》
《Se non stessi guidando, non te la caveresti così facilmente.》
《E cosa mi faresti, sentiamo?》la sfidai mentre accostavo.
《Lasciamo perdere, è meglio,》rispose messa in difficoltà dalla sue stesse vane minacce.
《Ti dispiace ripartire?》
《Non finchè non ammetti che provi qualcosa per me. È ovvio, altrimenti non te la prenderesti tanto,》dissi avvicinandomi pericolosamente. Questa volta sembrava davvero pronta a tirarmi uno schiaffo, l'avevo colta in fallo e non sapeva proprio come difendersi.
《Bene, per me possiamo passare qui anche tutta la notte. Anzi, non mi dispiacerebbe affatto.》
《Cosa vuoi che ti dica? Sì, mi piaci più del dovuto, o meglio mi piacevi...》disse Rebecca guardandomi con diffidenza.
《E va bene, ammetto di non essermi comportato come il più perfetto dei gentiluomini, ma sento qualcosa di profondo per te. Non capisci che saremmo perfetti insieme?》
《Forse hai dimenticato che sono già impegnata?》
《Non l'ho dimenticato... ma sono sicuro che James non ti meriti.》
《E tu come lo sai?》
《Lo so e basta,》risposi iniziando a perdere la pazienza. Non poteva semplicemente dimenticarlo e andare avanti?
《Riportami a casa, per favore,》disse Rebecca decisa a chiudere il discorso.
《Come desideri.》**Spazio Autrice**
Ciao a tutti!!
Siamo ad un punto decisivo per Rebecca e Louis e come dice il proverbio "se son rose fioriranno, se son spine pungeranno."A presto ;)
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Parigi per sempre
RomanceUn'antica leggenda dice che ogni persona, fin dalla nascita, porta legato al mignolo della mano sinistra un filo rosso che lo collega alla propria anima gemella. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai. Quando Rebecca si trasfe...