Ambientarmi a Parigi era stato meno traumatico di quanto avessi immaginato. Mentre cercavo la casa giusta da prendere in affitto, alloggiavo in un piccolo Bed & Breakfast nella zona di Montmartre e mi godevo i miei ultimi giorni da turista. Ero arrivata in città un paio di giorni prima di cominciare il mio nuovo lavoro e non vedevo l'ora di essere assorbita dalla vita quotidiana, l'attesa era davvero snervante. L'unica cosa che rendeva tutto più sopportabile erano le chiamate di James, sapeva come tranquillizarmi e tirarmi su di morale ogni volta che ne avevo bisogno.
Il primo giorno di lavoro tanto atteso arrivò, dire che ero agitata è un eufemismo. Mi aspettavano in ufficio per le 9, ma per colpa dell'ansia ero giù dal letto fin dall'alba. Feci una doccia veloce e mi accomodai a fare colazione con calma. Dopo essermi vestita e truccata persi un pò di tempo leggendo una rivista, fino a che arrivate le 7.30, chiamai James per augurargli una buona giornata. Dal tono della mia voce capì che era il momento di tirare fuori una battuta delle sue, niente rusciva a farmi sentire meglio.
***
La casa editrice si trovava nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés e trovarla non fu affatto facile. Ma dopo aver girato in lungo e in largo, tra le vie percorse anni prima anche da geniali scrittori come Sartre, Hemingway e de Beauvoir, finalmente riuscii ad arrivare davanti al grande palazzo dall'aria signorile che cercavo. Salii con l'ascensore fino al terzo piano e giunta alla reception feci la conoscenza di Paulette Lambert, una signora dall'aria sofisticata e i capelli rossi lucenti. Al suo fianco c'era una ragazza che dimostrava all'incirca la mia età e che in seguito avrei conosciuto come Isabelle Dubois.
Dopo avermi squadrata in malo modo, Madame Lambert mi accompagnò davanti all'ufficio di colui che da quella mattina in poi sarebbe diventato il mio nuovo capo: l'editor Vincent Moreau. Mentre stavo per bussare, con il pugno a mezz'aria, la porta si aprì e vidi comparire sulla soglia Monsieur Moreau in persona. Per poco non rischiai di colpirlo.
《Mi scusi, lei chi sarebbe?》mi chiese irritato l'uomo in giacca e cravatta. Molto alto, magro, spalle larghe, capelli corti brizzolati e una leggera barba incolta, portava davvero bene i suoi anni.
《Io sarei la sua nuova assistente... vengo da Londra. Il signor Harris le avrà parlato di me,》risposi un pò intimorita dall'uomo che avevo di fronte.
《Rebecca Turner?》chiese sollevando le sopracciglia.
《Ehm sì, sono io.》
《Oh, bene. Arriva proprio al momento giusto. Stavo giusto andando a dirgliene quattro a quell'incompetente della caffetteria qui sotto... quell'idiota mi ha portato un caffè espresso invece di un caffè macchiato! Ho vissuto in Italia per un pò di tempo e conosco bene la differenza.》
《Capisco.》
《Allora non stia qui impalata. È una caffetteria italiana e si chiama "Romeo Caffè". Non può sbagliarsi,》disse fissandomi con quei suoi occhi turchesi.
《Ok,》fu tutto quello che riuscii a dire prima di tornare sui miei passi.***
La caffetteria era piena di gente e prima di poter esporre le lamentele di Monsieur Moreau, dovetti aspettare un bel po'. Finalmente arrivò il mio turno e quando feci il nome del mio capo, i due ragazzi che lavoravano nel locale impallidirono e si fissarono spaventati. A quanto pareva, Vincent Moreau non aveva una buona fama da quelle parti.
《Ma poteva dirci subito che si trattava di Monsieur Moreau! Non l'avremmo fatta aspettare tanto... ora sarà più furioso che mai,》disse il ragazzo che stava vicino al bancone dei croissant. In un batter d'occhio ne afferrò uno al cioccolato, lo mise in un sacchetto e si affrettò a preparare un caffè macchiato. Nel frattempo, dalla stanza sul retro uscì un ragazzo dai capelli rossi e l'aria smarrita, probabilmente il responsabile della consegna sbagliata, cosa che mi confermarono i rimproveri che si beccò appena fu avvistato dal ragazzo alla cassa. Il rosso si giustificò dicendo che era nuovo e che aveva fatto solo un piccolo errore, confondendo i sacchetti da portare.***
Arrivai davanti alla porta di Monsieur Moreau e coraggiosamente bussai.
《Avanti!》
《Mi scusi per il ritardo, ma c'era una gran fila,》dissi un pò timorosa. Monsieur Moreau fissò prima me, poi il caffè ed infine il sacchetto che avevo in mano.
《Vediamo cosa mi ha portato. Si avvicini, non la mangio mica.》
Appoggiai tutto sulla scrivania e restai in attesa mentre scrutava il sacchetto e scoperchiava il caffè per verificare che non si fossero sbagliati di nuovo.
《E così pensano di rimediare offrendomi un misero croissant? Non sanno nemmeno scusarsi come si deve!》disse fissando con disprezzo quello che aveva davanti a sé.
《Che cosa hanno detto di preciso?》chiese giungedo le mani sulla scrivania. In realtà erano così di fretta che non si erano nemmeno scusati, ma era evidente quanto fossero dispiaciuti, perciò decisi di fare una buona azione e coprii la loro mancanza.
《Hanno detto di essere molto dispiaciuti e che non si ripeterà più. Il ragazzo che si è occupato delle consegne è nuovo.》
《E questa sarebbe una buona scusa?》chiese fissandomi serio.
《Certo che no,》risposi prontamente.
La mia risposta doveva averlo soddisfatto perchè decise di mettere da parte la questione.《Comunque benvenuta Mademoiselle Turner! Mi spiace essere stato brusco, ma succede quando mi fanno incazzare di prima mattina,》disse sollevando le spalle.
《Possiamo darci del tu? Dovremo passare molto tempo insieme e sarebbe più comodo se potessimo chiamarci per nome.》
《Va bene, Monsieur Moreau... voglio dire Vincent!》dissi correggendomi e cercando di sorridere.
《Perfetto!》disse sorridendomi a sua volta.
《Qui a Parigi abbiamo due sedi e questa è la più piccola. Non siamo molti, quindi non avrai difficoltà ad ambientarti. Immagino, che entrando avrai già conosciuto qualcuno...》
《In effetti sì. Madame Lambert e una ragazza mora dai capelli lisci,》risposi un pò intimidita.
《Sicuramente parli di Isabelle. L'assistente di Louis, sempre in giro a perdere tempo,》disse scuotendo la testa.
《Il resto dello staff lo conoscerai un pò alla volta, ma se vuoi ti presento Louis, l'altro editor e mio caro amico.》
《Sì, grazie. Mi farebbe piacere conoscerlo.》
《Benissimo. Seguimi,》disse Vincent alzandosi dalla sedia e avviandosi verso la porta.**Spazio Autrice**
Ciao a tutti!!
In questo capitolo Rebecca è finalmente arrivata a Parigi! Ha fatto la conoscenza del suo capo e sta per incontrare nientemeno che Louis...A presto ;)
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Parigi per sempre
RomanceUn'antica leggenda dice che ogni persona, fin dalla nascita, porta legato al mignolo della mano sinistra un filo rosso che lo collega alla propria anima gemella. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai. Quando Rebecca si trasfe...