《Mi stai dando i nervi, se non la smetti ti tiro un cazzotto in bocca.》
《Come detto prima, fai pure.》
Scema com'è, lascia la presa sul mio collo al braccio sinistro, che evidentemente, da questa mossa, è il più debole.
Alza il braccio destro ed è pronta a sferrarmi un bel pugno in faccia, però ha dimenticato di bloccarmi le braccia.
-Dilettante...-
Le sposto la mano che mi blocca con il braccio destro e così facendo, lei tira il pugno contro il muro.
Urlacchia con la sua voce stridula un 'Merda!' e si allontana sorpresa e dolorante.
-Dai, tesorino, non fa poi così tanto male, non ti sei nemmeno sbucciata...-
Le tiro un pugno in pancia, tanto forte da farla piegare in due dal dolore.
Si inginocchia a terra e sussura.
《Primo piano...alla fine...del corridoio.》balbetta senza respiro.
Soddisfatta mi volto e mi incammino.
La sento imprecare leggeremente, al chè il mio sorriso si triplica.
-Hai appena fatto del male ad una persona e sei felice!?-
-...esatto.-
-Tu stai male...-
-Può darsi.-
Salgo le scale salendo al primo piano, percorro tutto il corridoio arrivando alla fine.
Stanza 210.
Busso e improvvisamente sento un grandissimo caos proveniente dalla camera.
La porta si apre e la ragazza, tutta di corsa, dice.
《Sei in ritardo.》
《Lo so.》
《E...?》
《Posso entrare? Così ti spiego bene...》
Un lampo di scetticismo le attraversa gli occhi, ma subito annuisce con la testa e si scusa per il disordine presente nella sua camera.
Calpesto con la scarpa un foglio, abbasso lo sguardo e mi chino per prenderlo. A fatica, nonostante la mia povera vecchiaia che mi provoca un mal di schiena tremend-
-Continua e non ti interrompere con le tue fantasie!-
-Che c'è di male nel fantasticare?-
-...non è il momento e basta.-
-E va bene...-
A fatica mi rialzo con il foglio in mano. È pieno di scritte rosse, ma non faccio nemmeno in tempo a leggere la prima parola, che la ragazza senza nome me lo strappa dalle mani.
Le scappa un'espressione cattiva, malefica, che raddoppia la mia curiosità e il mio terrore verso di lei e le sue azioni.
Si affretta a sorridere falsamente.
《Oh, come sono disordinata!》
-Mhmh, vedo...-
《Tranquilla, è tutto ok. Ogn'uno ha i propri 'difetti'...》dico tendendo leggermente ad evidenziare l'ultima parola.
Mi siedo su un angolo della sedia, anch'essa piena di libri e vestiti.
-Ma io ne ho il doppio della metà! Infatti dovrei andare a lavarli...-
Si volta iniziando a spostare tutto quel che c'è al di sopra del letto negli appositi cassetti e sussura una frase che alle mie orecchie suona male.
'Tu sei un difetto.'
-Oggi si mettono tutti contro la persona sbagliata evidentemente...in più i difetti sono essenziali quanto i pregi, tesoro...-
Mi alzo velocemente in piedi e sto per saltarle addosso, ma si volta rapidamente e con una smorfia nega le mie mosse.
《Dimmi.》mente con voce altamente ferma.
-Patetica.-
《Nulla...Ti, volevo aiutare.》
《No no. Rimani lì dove sei.》dice. Suona molto come una minaccia e le sto per rispondere, ma il mio intelletto prevede ogni mio movimento e mi fa calmare. Più o meno.
《Dunque...ti volevo dire che sta sera non posso farti ripetizioni e che -dico guardando l'orologio- sono già qua da troppo tempo.》
《Oh, emh...mi spiace, ma in futuro potrai?》domanda. Da come parla sembra essere tornata la ragazzina che ho conosciuto in classe, timida ed educata.
-Bipolarismo ai livelli massimi!-
《Emh, vedrò...》dico insicura. Con Shawn come farò?
《Ok.》ribatte dura. Eccola. Di nuovo.
《Ci vediamo, ciao.》continua ugualmente invitandomi ad uscire.
《Scusami, -ingoio la saliva per quello che mi sto auto obbligando a dire- forse sono stata troppo...poco...precisa, ecco...》
《Si, esatto.》dice iniziando a guardarsi le unghie laccate di nero.
-Ok, io mi sto sforzando, mettici del tuo pure tu perché se no non andiamo avanti!-
Insipiro tanta aria, piena da capo a piedi di rabbia, e continuo a parlare. Ma perché lo sto facendo!?
《Sentimi attentamente perché non ho intenzione di ripetere. Ho un impegno. Dopo cena devo studiare per un progetto. In più sono dell'altro edi-...senti, prima di raccontare i cazzi miei, vorrei sapere con chi sto parlando. Come ti chiami?》
Mentre continua a guardarsi le mani borbottando quanto lei debba farsi la manicure, mi risponde. Fortunatamente o no, la mia minaccia non le è entrata nemmeno in un'orecchio, quindi ignara sorride.
《A-! Mi chiamo Pyper Wood.》dice stringendomi la mano.
《Piacere, Wi-》
《Si, lo so già. Willow Johnson.》
Mi imbroncio cercando di capire come faccia lei a sapere il mio nome.
《...l'ho visto dalla verifica...》
《Ah va bene. Allora, ci vedremo poi.》dico aprendo la porta.
《Ciao Willow.》
《Ciao Pyper.》
Esco, con un dubbio, o forse più, esistenziale impresso nella mente...
-In primis, che ho fame, in secondis, questa qua non mi piace e in terzis, ma non meno importantis, io pensavo fossimo in un'accademia non dall'estetista. Avrò sbagliato...stupido Google Maps...-
[...]
Sto quasi correndo per andare in palestra. Sono in ritardo di mezz'ora. Shawn mi ucciderà e nasconderà il mio corpo nell'armadietto vuoto che c'è in corrid-
-Oggi la tua mente gioca brutti scherzi...-
-Può darsi...-
***
Spazio piccioni!
Scusate per il ritardo, ma la scuola è molto dura con i compiti e le interrogazioni...inizio a scrivere il prossimo capitolo già da ora, così mi farò perdonare.
Allora, questa Pyper vi sta simpatica? Avete già capito che tipo di persona è?
Kiss,
Piccione Vagante
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|La Militare|
FanfictionWillow Johnson, ragazza di 17 anni e prima di sette sorelle, viene chiamata dalla USMA, una famosissima accademia militare americana, per migliorare la situazione economica della sua famiglia, ma a causa di un piccolo errore tempistico, sbaglia l'or...