• Ripetizione non è ripetitività.
Di suoni, di argomenti, di ciò che minchia vi pare...
La poesia e l' arte nel suo complesso, hanno lo scopo di rompere gli schemi per farci riflettere, e per fare ciò, sia il contenuto, quindi il messaggio, che la scelta e l' accostamento delle parole e dei suoni, devono essere diversi, uscire dai cardini, altrimenti non attirerebbero l' attenzione di un occhio e una mente critici e attenti. Cioè, per farla semplice, ripetere un suono per far restare impresso un concetto o per facilitarne la comprensione, non è la stessa cosa che ripetere banalmente le stesse cose nello stesso modo.
Non ripetetevi mai.
Zero rime infatti è un titolo che esprime proprio questo, anche se non è intuitivo, ovvero la mia continua voglia di sperimentare, di provare qualcosa di nuovo, di estraneo. Non ripeto neanche la strada di ritorno verso casa, o le cose che compro quando vado a fare la spesa, il modo in cui mi vesto o i gusti dei cocktail, ma vabbè...
• Altra cosa importante è capire la differenza tra creare un po' di mistero attorno al vostro personaggio, che incuriosisce e affascina sempre, e risultare invece completamente incomprensibili.
• Identità anonima non è impersonalità.
Utilizzare uno pseudonimo come nome d’ arte, e non il proprio nome, e ancora più importante, nascondere la faccia sotto una maschera, ma non
l' essenza di cui si è fatti, non rappresenta assolutamente indifferenza e insensibilità, anzi. Questo è solo un modo come un altro di allontanarsi dall' ovvio, dal frivolo, dal perbenismo.
• Leggerezza non è superficialità.
Vi lascio con due massime, rispettivamente, di
Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini:
Prendere la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall' alto, non avere macigni sul cuore; e Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo!
In sintesi, tanto so di avervi scassato, se hai qualcosa da dire e non sai come fare, non pensare. Scrivi e basta, porca puttana.
Fine
