Ho imparato a piangere
in silenzio.
Ho imparato a ridere
in silenzio.
Anche a sorridere.
A pensare
con la mia testa.
A mettermi in discussione.
A spogliarmi.
A vivere secondo
le mie regole.
Tutto silenziosamente.
I miei migliori amici
sono il foglio e la penna.
La mia inquietudine
è terribilmente tranquilla.
L' atmosfera è tacita sì
eppur tutto ciò
non è piacevole.
Ansia e Angoscia hanno trovato
il loro posto nel mondo.
È un silenzio luttuoso
come se appunto
fosse morto qualcuno.
Aspetto la tempesta
prima della quiete.
Una tragedia
comune e imminente
che nessuno
cerca di evitare
convincendomi che tutto ciò
è solo nella mia testa.
Ho la testa deforme.
Sono diversa.
Sono folle.
Sono apatica
eppur troppo sensibile.
Faccio impressione.
Piango perché sono tutti morti
pur respirando ancora.
Rido perché stanno tutti in superficie.
Sono monocromatici.
Non hanno sfumature.
Mi hanno mangiato.
Mi trafiggono.
S' ingozzano
dei miei sorrisi.
Mi hanno ucciso.
Mi presentano come trofeo.
Poi mi gettano via
come spazzatura.
Sono blu dalla rabbia
e dalla paura.
Mi faccio del male
per punirli.
E non sto parlando di anoressia, bulimia, droga
o tagli sulle braccia.
Non è niente di visibile.
Non si vede da fuori.
Si percepisce a pelle.
Se non sei vuoto.
L' unico luogo che
non ripudio è questo.
Qui.
Ora sono dentro di me
con la mia mente abnorme
la mia vita sproporzionata
e i miei storpi desideri.
Qui
dove posso essere chi voglio.
Qui
con i miei difetti
i miei sbagli
e le mie crisi di nervi
e di pianto. Io sono
qui.
Urlo e mi dimeno
dall' abbraccio delle catene
asfissiata dai patimenti.
Più vuoi volare via
più la concatenazione
tra i vincoli
e la vergogna,
vilmente
ti vessa.
E ogni notte si manifesta
codesta melodia
senza cui non mi assopisco
dove gemiti di dolore
sono le note
che la compongono.
Ho trovato me stessa
allorquando mi ero perduta.
Non so dove andare
se non seguire la scia
di lucciconi
che mi lascio alle spalle
e ascoltare l' eco
dei singhiozzi
che Apatia ( l' ennesima
conoscenza immonda )
non riesce a trattenere.
