Non Ci Sono Per Nessuno.

17 0 0
                                    

Premessa importante: nessun essere umano è stato maltrattato durante la realizzazione di questo scritto. Inoltre, la storia che state per leggere non è adatta ai deboli di stomaco, o a chi sta comunque mangiando. Astenersi dalla lettura chi rientra in tale categoria.

Non chiamatemi, se è da un pezzo che non mi sentite. Non richiamate, se è evidente che vi ripugno per una conversazione. Che non bussiate se la porta è chiusa! Che non entriate pur trovandola aperta! Non domandate in giro di me.
Non vi risponderà nessuno.
Tanto meno io.
Non fingete di venirmi appresso, visto che io non lo faccio con voi. Non fate finta di interessarvi alla mia vita, se poi me lo rinfacciate.
Il mio silenzio parla per me.
Le mie labbra serrate e le mie vedute sconfinate raccontano i mondi in cui vivo. La mia realtà.
Narrano di posti, i quali non essendo stati condivisi con nessun' anima viva, non sono stati parecchio esplorati, e in gran parte sono selvaggi e incontaminati.
Trascinando quaggiù anche voi però, vi accorgerete di quanto è meravigliosa la dimensione in cui mi rifugio da tutta la vita, per proteggermi dalla vita stessa.
Già perché, in superficie al massimo trovi le alghe e la spazzatura a galleggiare. E, per quanto ne so, non attirano affatto.
Sul fondo del lago invece, vi è una tale varietà di colori, tecniche di difesa e attacco, modi per copulare e ripararsi dai predatori, siano essi plancton o squali, che non potreste calcolare.
Pertanto, ho intenzione di farvi sprofondare in 'sto fottuto lago, con un blocco di cemento legato alle caviglie.

Non mi volterò indietro, come Orfeo ad Euridice.
Non tornerò, né strisciando né a testa alta, da nessuno di voi.
Non mi meritate. Non sapevate
dell' oro che tenevate in mano.
Io sì però. Io lo so.
Non avete saputo forgiarlo, questo oro, affinché diventasse un gioiello pregiato da avere caro, come qualcosa che si è faticato.
Come un obiettivo.
Un valido sforzo.
Un risultato di cui andare fieri, indipendentemente
dall' uso che se ne farà.
Il maniscalco che cercavo sono io.
Siete nient' altro che scheletri assuefatti dall' orologio.
Valete quanto i rumori che vi escono di bocca. E io, mi tappo le orecchie. Siete l' acqua di un fiume che non sfocia mai.
La torba di un' esistenza.
Un autunno che arriva e non passa.
Vi esprimete in una pianta priva di germogli.
In un profumo senza essenza.
In un fiore senza profumo.
Nè impollinazione.

Sono una spugna. Assorbo fino a scoppiare. O almeno, ho assorbito abbastanza merda (non troppa, ma a sufficienza), che buona parte è riassunta qui. Perciò, non ho finito. Mettetevi comodi.

Siete tanti pixel, che uniti vanno a formare uno schermo elettronico, pieno d' immagini senza messaggi.
Siete il maremoto di un oceano in uno sputo, e ritenete di avere ai piedi la Terra.
Interpretate uno spettacolo.
Puntuale e puntualmente ignorato. Eppure, adeguato ai ritardati.
Vi rivelate in un’ esibizione di cui sono stufa.
In una presenza assente.
In un organismo che si lamenta e non discerne l' autentico dal fasullo.
Siete un qualcosa che si deperisce e non cresce.
I lineamenti fanno pratica di lifting, ma la pratica non matura.
Rappresentate un sentimento di gelosia per ciò che possedete.
Come se fosse unico.
Come se foste unici.
Siete un' emozione chiusa, non condivisa, soffocata e asfissiante. Morta sul nascere.
Morti sul nascere.
E poi, siete una convivenza asentimentale.

Ve lo avevo detto di mettervi comodi...

Occhi senza visione.
Senza un' opinione.
Un cieco darebbe un' occhiata alle cose più acuta.
Poveri d' idee e ricchi d' illusioni, vi manifestate in tre dimensioni, senza però alcuna profondità.
Simboleggiate un elettrocardiogramma piatto.
Una Bibbia inutile.
Pupazzi che fanno baccano.
Giocattoli funzionali.
Funzionari che giocano.
Addormentati in un incrocio autostradale, e attivi nella vita virtuale.
Non è sulla vita, sugli altri, sulle cose materiali ed esterne che devi curiosare, interrogarti, sperimentare, apprendere.
È su di te.

Post-emessa XD ancora più importante: malgrado la mia apatia, o indifferenza, o depressione o quello che è, non odio nessuno. Questo è uno dei tanti sfoghi che la mia mente deve trovare.
È giusto cioè che, la rabbia prenda una forma, che s' identifichi, si trasformi e non resti ad accumularsi nel tempo, nei ricordi, nei rimpianti, nelle azioni e nelle giornate.
V.v.b.

Zero Rime - Poesie e Racconti. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora