Voglio venire a letto con te,
Elettra.
Desidero tracciare scarabocchi
sul tuo corpo con le dita
fin quando
non mi si consumeranno
i polpastrelli,
fino a che
non riconoscerò,
ad occhi chiusi,
ogni centimetro
del tuo corpo caldo
sotto il mio,
fin quando
non imparerò
a disegnare con la bocca su di te.
E poi ancora,
vorrei assaggiarti per bene
con la lingua e con i denti.
E ti assaporerò,
te lo giuro,
finché
ogni altro sapore
oltre al tuo
mi sarà sconosciuto.
E quando i nostri corpi
saranno fusi assieme
resteremo abbracciate
a lungo, a coccolarci
e a sussurarci di appartenere
l' una all' altra.
Uguali nel corpo
uguali nella mente.
Così simili da non aver bisogno
di parole per capirci.
Quando ti accarezzo
ritrovo me stessa.
Darti affetto e gioia
è come darli a me.
Amandoti imparo ad amarmi.Eppure, se una volta
ho detto "mamma"
non me lo ricordo più.C' è un' altra cosa che voglio fare: uccidere Laio.
Trafiggerlo con la lama,
lunga e affilata
che ho in cucina.
Anelo infilzargli la punta
alla base del collo,
e spingerla dentro
con forza,
e senza rimpianto.
Così cadrà a terra per sempre,
morto dissanguato.In tutta la tua vita
non hai mai accettato la sconfitta,
non hai mai imparato a perdere.
Non temere.
Con tutto il sangue
che ti farò perdere
comincerai a pensare
di aver sbagliato qualcosa.
Ti sorprenderò mentre dormi
e farò sì che la notte ti porti con sé,
e ti spedisca nell' oblio
dove dimenticherai chi sei stato
e dove ti dimenticheranno tutti.
E nell' oblio, cadrai infinite volte
per ricordarti di quelle volte infinite
in cui non hai voluto cadere,
quando eri in vita.
Già, perché non avresti saputo
come rialzarti
e tutti avrebbero visto
che non ti reggevi sulle gambe,
se non buttando giù qualcuno
più debole di te.
Non sai darti importanza,
se non calpestando
chi secondo te
non è degno di premura.
Non sai sorridere,
senza deridere e denigrare.
Sei Orgoglio e Disprezzo
(due personaggi
che non mi sono gradevoli).
Sei pieno di te
e ugualmente l' animo è vacante.
Sei solo,
perché non sai stare da solo.
Sei un perdente,
perché non sai perdere.
Sei polvere,
perché non ti rinnovi mai.
Sei un vagabondo pantofolaio,
senza destinazione
nè fissa dimora,
e con un' immaginazione inamovibile.