47: Suicide Squad

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Provi a mantenere una faccia seria.

Ci provi davvero.

Sarà una storia importante, lo sai, e non dovresti ridere.

È solo che...

È solo che Jin.

La tragedia assoluta e l'intonazione della voce di Jin combinata all'irresistibile allargamento comico dei suoi occhi fa uscire una risata in uno sbuffo prima che tu possa fermarla.

"Merda." Ti copri la bocca con la mano, trattenendo le risate. "Scusa. Scusa, ma...potresti essere un po' meno scontato?"

Nonostante pensassi che fosse fisicamente impossibile, gli occhi dell'uomo si aprono ancora di più. Se l'offesa sia finta o genuina, non riesci a dirlo.

È un bravo attore.

"Hey, ci stavo andando piano. Avrei potuto iniziare con 'tanto, tanto tempo fa in una terra molto, molto lontana' ma ho resistito," Jin dice, la sua voce è abbastanza offesa da riuscire a percepire il divertimento. Sollevata, fai uscire un'altra risatina.

Ti schiaffeggi la tua stessa mano. "Scusa di nuovo. Mi comporterò bene ora, lo giuro."

Dopo un minuscolo sguardo di dubbio, Jin picchietta la fine delle bacchette sul tavolo. "Beh, se lo rende meno drammatico, Namjoon odiava realmente la sua vita. È cresciuto qui, a Seoul, e suo padre era un membro di medio-rango di un gruppo qui. Si occupava di cose di basso livello, penso- forse qualche piccolo spaccio, lavorava sull'intimidazione. Il padre di Namjoon è un uomo grande."

Ah. Ecco da dove il leader torreggiante ha preso la sua notevole altezza.

Jin scuote la testa, e vedi nei suoi occhi che conosce le profondità delle sofferenze di Namjoon. Ti fai un promemoria mentale per chiedere del suo passato quando puoi, ma riporti il treno di pensieri choo choo di nuovo sulle informazione che Jin sta dando volentieri ora.

"Perciò, era un membro?" dici, il divertimento sparito mentre l'idea si fa spazio.
"Della gang, intendo."

"Certo che lo era." Il riso sul piatto cede al taglio monolitico delle bacchette di Jin, le sue dita lunghe le dirigono come fosse un burattinaio.
"Cos'altro sapeva? Questa era la sua vita. Quello metteva del cibo in tavola. È stato cresciuto in modo molto simile a te, per riempire un ruolo nell'organizzazione a cui suo padre era fedele."

Come te?

Come quella vita fredda, sterile e isolata in cui sei cresciuta?

Guardando l'uomo che è ora Namjoon, tutto sistemato all'esterno ma pieno di affetto nascosto e gentilezza, è difficile da credere che sia mai stato sottomesso come lo eri tu. Il calore implicito nella personalità di Namjoon è quel tipo di affetto profondo e dei legami familiari.

"Come te," Jin dice di nuovo, "-ma anche diverso da te. Fondamentalmente, era completamente diverso."

"Come mai?" chiedi.

Le dita di Jin si stringono intorno alle bacchette, sparpagliando chicchi di riso sul piatto per la tensione improvvisa. "Non sto cercando di sminuire quello che hai passato tu, T/N," dice a voce bassa. "Devi capirlo. Ma, anche se sei stata soffocata e contenuta, almeno eri agiata. Hai avuto tutto quello che avevi bisogno nella vita, per sopravvivere: tantissimo cibo, tantissimi vestiti, tantissimi soldi."

Nonostante la tua prima reazione sia quella di irritarti, ti sforzi a rilassarti. Ha ragione, e ti ha detto che non sta cercando di sminuire la tua situazione.

Eri agiata, per quanto isolata e senza diritti.

Mai affamata, mai bisognosa.

"Non è uguale a quello che noi abbiamo passato," Jin sussurra. "A quello che lui ha passato, T/N. La disperazione e il crimine hanno molto più senso quando stai lottando per sopravvivere."

Blood Ink [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora