Savannah's pov
Continuo a stringere le mani dei miei amici, mentre vengo fatta accomodare su una delle poltrone del salotto di casa Owen.
Cinque minuti fa sono stata assalita da abbracci e baci sulla guancia, che non hanno fatto altro che trasmettermi un senso di inquietudine, di paura.
I fratelli Owen, invece, si sono limitati a stringermi la mano, come se tra noi non fosse mai esistito nessun tipo di legame."Gradisci qualcosa da bere, tesoro?" mi chiede la signora Owen, del tutto fuori luogo.
No, non ho bisogno di una stupida bevanda per sentirmi a casa. Ho bisogno della mia vecchia vita, del ragazzo del quale mi ero innamorata e che adesso faccio fatica a riconoscere.
"No, grazie, sto bene." mi sforzo di sembrare il più cordiale possibile, anche se dentro di me sto ribollendo di rabbia.
Perché è dovuto capitare a me?
Perché Cameron e Bret hanno dovuto contribuire alla distruzione della mia vita?
Sono passati cinque mesi e ancora non so dare delle risposte a quelle domande.
Non ne ho parlato nemmeno con il mio psicologo. Per lui, dovrei smetterla di abbattermi ed essere forte.
Ecco perché, l'ultima volta che ci siamo visti, l'ho gentilmente mandato a quel paese, promettendogli che ne sarei uscita senza il suo aiuto.
Non ho bisogno di persone che mi dicano cosa fare. Ho bisogno di affetto, di comprensione, di qualcuno disposto a farsi carico del mio dolore e di affrontarlo con me.
Leah e Ryan hanno fatto tanto per me in questi mesi, non posso privarli della loro vita.
Lo stesso vale per i miei genitori. Sono stanca di vedere le loro facce tristi al mattino, e il loro finto sorriso la sera."Allora gradiresti un..." La signora Owen viene interrotta dal figlio minore che, con tono educato, le fa capire di star esagerando.
"Credo che Savannah abbia bisogno di tranquillità, non è così?"
Prima di rispondere, mi volto verso i miei genitori, e li trovo intenti a parlare con Paul.
Credo proprio che rimanere in casa Owen non sia stata una grande idea."Sì, è così. Leah, Ryan..." mi volto verso di loro. "Cosa ne direste di raggiungere camera mia?"
I miei amici annuiscono. Con la coda dell'occhio vedo Alan avvicinarsi ulteriormente a noi.
"Posso accompagnarvi, se volete.""No." Mi affretto a rispondere, il tono di voce secco e deciso. Non ho bisogno del suo aiuto, non più.
Per settimane ho sperato di avere loro notizie, nonostante quello che era successo.
Per settimane ho sperato in una chiamata, o semplicemente in un messaggio, che però non è mai arrivato.Mi alzo, ignorando l'espressione sconvolta dei presenti, e prendendo sottobraccio i miei amici.
Insieme saliamo le scale che conducono al piano di sopra e, soltanto quando lascio quella stanza, il mio cuore ricomincia a battere normalmente.
Rivedere Danny è stato devastante. Ma è stato capire di non contare più nulla per lui a ridurre, per l'ennesima volta, il mio cuore in frantumi.
L'ho capito semplicemente guardandolo negli occhi, non brillano più di amore per me. Erano spenti, colmi di pietà."Wow, questa casa è bellissima, Sav."
Mi accorgo soltanto adesso di aver smesso di camminare, e di essermi appoggiata al corrimano.
Leah e Ryan stanno già girovagando per casa, perfettamente a loro agio."Grazie mille." sorrido forzatamente. "Venite, vi mostro camera mia." Mi stacco dalla ringhiera e con la mano indico una delle tante porte chiuse.
Non appena metto piede all'interno della camera, un senso di nostalgia si impadronisce del mio corpo. È rimasto tutto come l'avevo lasciato, ad eccezione di un letto a castello posto in un angolo della stanza.
Papà ha davvero pensato a tutto, è riuscito ad incastrare i mobili perfettamente.
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Il mio adorabile rimpianto
RomanceSequel de "Il mio adorabile vicino di casa". Una notte, mille ricordi, un solo rimpianto. Danny Owen, l'unico amore della sua vita. Dopo un inverno passato a Londra, insieme a Leah e Ryan, per Savannah Fisher sembra essere arrivato il momento di r...