Capitolo 25

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Savannah's pov

Profumo. Profumo dappertutto. Apro gli occhi, e mi godo la sensazione di freschezza che emanano le lenzuola.
Ieri sera, dopo la mia piccola confessione e la promessa di Isaac, il ragazzo ha avuto la brillante idea di estrarre un sacco a pelo dall'armadio e di posizionarlo in salotto.
Quindi eccomi qui, comodamente immersa tra le lenzuola del suo letto, mentre lui giace ai piedi del divano, chissà in quali condizioni.
Ancora rido per la sua battuta di ieri sera.
"Il divano divora la gente, meglio dormire per terra."

Dopo la scenata di ieri sera al telefono, sono sicura che, al mio ritorno, papà mi metterà in punizione per un anno. Non sono solita disobbedire ai suoi ordini, eppure ieri tutto il mio corpo gridava libertà. Sono perfettamente consapevole del fatto che non avrei dovuto fidarmi di Isaac così presto, visti i miei trascorsi. Però l'ho fatto. Ho deciso di aprire una parte del mio cuore ad uno sconosciuto, e di concedergli la mia fiducia, tanto da rimanere a dormire a casa sua.
Non so dove mi porterà tale scelta, o cosa ne sarà di me una volta tornata a casa. So solo che rivedere Cameron non è stato piacevole e che senza Isaac a quest'ora sarei ricoperta da fazzoletti e circondata da persone che, seppur affezionate me, mi avrebbero riempito di avvertimenti e pietà.

Sto per mettere i piedi per terra, quando Isaac fa irruzione nella stanza.
Emetto un gridolino, e mi copro con il lenzuolo.
"Isaac, piccolo stronzo, potresti gentilmente tornare in salotto e starci per altre cinque ore? Grazie. "

Isaac scoppia a ridere. Si copre gli occhi un mano e, non contento, mi da le spalle. "Scusami dolcezza ma, nel caso non te ne fossi accorta, il tuo sedere è poggiato sul mio letto. Il mio, non quello di un piccolo stronzo qualunque. Dovresti essere tu a ringraziare me, per non averti strappato il telefono dalle mani e implorato tuo padre di riportarti a casa. "

Stavolta è il mio turno di ridere.
Non ridevo così da... mesi.
"Smettila, e tornatene da dove sei venuto. Mi vesto e arrivo. " Faccio per alzarmi, ma ci ripenso. "Per colazione, pancakes e latte macchiato, grazie. "

"Corro a preparare tutto, mia signora. " Isaac esce dalla camera, e si richiude la porta alle spalle.
Emetto un sospiro di sollievo e corro in bagno a sistemarmi e a darmi una rinfrescata. I vantaggi di avere un bagno in camera? Infiniti.

Dopo aver saccheggiato l'armadio del mio salvatore, mi guardo allo specchio fiera del risultato ottenuto. I capelli, dapprima un ammasso informe, adesso hanno ripreso volume, e le mie occhiaie sembrano apparentemente scomparse.
Niente che una bella dormita seguita da una doccia rigenerante non possa contrastare.

Raggiungo la cucina, e la trovo deserta. Sul frigo, c'è un post-it attaccato.

Sono uscito per comprare i viveri. Fai come se fossi a casa tua. Anche se, ovviamente, lo fai già. E, soprattutto, riaccendi il cellulare. I tuoi non meritano un simile trattamento.

Già... nessuno lo merita.

Guidata dalle sue parole, riaccendo il cellulare e aspetto con impazienza l'arrivo di eventuali messaggi.
Mi ritrovo sommersa da ben dieci messaggi. Due da parte di mamma, quattro da parte di papà, tre da parte di Leah e uno da parte di... un numero sconosciuto.

"Ho bisogno di parlarti. Ti prego, Sav. Ovunque andrai, io ti troverò. C "

Lascio cadere il cellulare per terra, mi tremano le mani dalla paura. No... Non è possibile.
Come ha fatto ad avere il mio numero?
Con che coraggio mi chiede di parlare?

Quando sento scattare la serratura di casa, faccio la prima cosa che mi viene in mente. Corro verso Isaac e lo abbraccio. Il ragazzo lascia cadere le buste della spesa per terra e mi stringe forte a sé, senza chiedere niente.
Sono io, dopo minuti di silenzio, a confessare tutto.

Il mio adorabile rimpiantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora