Il mio adorabile rimpianto

Capitolo 22

Savannah's pov

"Non so spiegare con precisione quello che sento, dottoressa." Respiro profondamente prima di continuare a parlare. "Una parte di me, leggendo quel messaggio, ha deciso di accantonare l'amore e di concentrarsi sulla riabilitazione, sul futuro. Danny ha scritto di amarmi e, anche se provo esattamente lo stesso sentimento, non posso e non voglio continuare a struggermi per lui, per quell'amore che so di aver perso per sempre."

"Ti sei chiesta il perché di quel messaggio? Voglio dire, perché farlo adesso e non di presenza?"

Certo che l'ho fatto e tutto ciò a cui ho pensato è stato: codardia.
"Danny non è in grado di affrontare le situazioni di petto, non è capace di prendersi le proprie responsabilità. È un codardo, lo è sempre stato."

"E Mavis? Pensi che lei sappia qualcosa?" La psicologa continua con le sue domande, imperterrita.

Alzo lo sguardo e lo rivolgo alla foto appesa al muro, quella che ritrae suo figlio. " Credo che Mavis non sappia nulla al riguardo. Quella ragazza è convinta di avere al suo fianco il ragazzo perfetto, colui che la porterà all'altare. Quanto è lontana dalla verità... Mi dispiace per lei, però non c'è niente che io possa fare per aiutarla. Prima o poi aprirà gli occhi e si renderà conto di che persona è Danny."

La psicologa sorride leggermente. Si alza e viene a sedersi al mio fianco. "Voglio raccontarti una storia, tesoro. Qualcosa che spero potrà esserti utile nella ricerca della felicità."

Annuisco e mi sistemo meglio sulla poltroncina. Quando la dottoressa comincia a raccontare, la mia mente si svuota totalmente e vengo completamente assorbita dal racconto.

"Anni fa, prima di intraprendere la professione di psicologa, avevo un sogno. Desideravo ardentemente visitare New York, vedere la statua della libertà, camminare per le strade di Manhattan, in pratica fare tutto quello che sapevo benissimo di non poter fare. Un giorno, però, il destino decise di mettere sul mio cammino un ragazzo bellissimo, con folti capelli corvini e un paio d'occhi azzurri capaci di far invidia alle pietre preziose. Inutile dire che ci innamorammo e che lui, essendo americano, decise di portarmi con sé per permettermi di realizzare il mio sogno." La dottoressa si interrompe, e i suoi occhi si addolciscono mentre li punta sulla foto appesa alla parete.

"Suo figlio è..."

Mi interrompe. "Il frutto di quell'amore? Si, lo è. Ogni volta che guardo mio figlio negli occhi mi torna in mente suo padre. Ha i suoi stessi occhi, sai? Bellissimi e...dolcissimi."

"Cos'è successo tra lei e suo marito?", mi sento in dovere di chiedere.

"Theodore non diventò mai mio marito, piccola Savannah. Lui...lui venne a mancare un mese prima dalla nascita di nostro figlio."

Emetto un verso strozzato, incapace di aggiungere parole alle sue. Deve aver sofferto molto per la perdita improvvisa e, soprattutto, deve essere doloroso ricordare e sapere di non poter fare nulla affinché quei ricordi si trasformino in realtà. Com'è che si dice? Finché c'è vita c'è speranza... Nel suo caso, però, non è stato così.

"Qualche mese dopo la nascita di mio figlio, decisi di ritornare a casa, dai miei genitori e di prendermi cura del piccolo come meglio potevo. Tre anni dopo, quando ormai mi ero rassegnata a rimanere da sola, ecco che arrivò un angelo. Sto parlando del mio attuale marito, Randy."

"Mi dispiace tanto per lei, non deve essere stato facile continuare a vivere senza..." Non riesco a finire la frase, una strana tristezza si è impossessata di me.

"Comunque..." La dottoressa ritorna dietro la scrivania. " Ho deciso di raccontarti la mia storia per farti capire una cosa importante. Quando tutto sembra andare per il verso sbagliato, quando la vita sembra prendersi gioco di te, ecco che arrivano le cose belle. Bisogna saper aspettare, Savannah. Possiamo soltanto aspettare e sperare che il puzzle si ricomponga da solo. Più proviamo a rimettere insieme i pezzi e più essi decidono di sparpagliarsi in tutte le direzioni. "