Capitolo 15

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-Guarda 'n po' chi si rivede-

In meno di pochi secondi venne circondato da un gruppo di persone. Non sembravano molto amichevoli e sicuramente erano degli alcoolizzati.

-Però, c'ha sempre 'a stessa faccia da cretino- disse uno ridendo.

Ermal riconobbe subito quei ragazzi.
Quei ragazzi.
Quelli che lo trattavano male alle medie. Quelli che stavano cercando...Fabrizio.

-C-che volete?-
-Vogliamo solo sapere 'na cosa. 'Ndo stà er tuo amichetto?-

Sapeva che si stava riferendo a Fabrizio, ma come facevano a sapere che lui l'aveva ritrovato.

-I-io...non lo so...-

Il tipo lo prese per il collo e lo sbattè a un muro.

-Nun mentire. O ce lo dici o fai 'na brutta fine.-
-I-io...non lo so.-

Sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
-'O sappiamo che sai tutto.-

Come facevano a sapere tutto? Come lo avevano trovato? Perché stava succedendo tutto quello? Dov'era Fabrizio in quel momento?

*********

Aveva messo i bambini a letto e si sentiva tremendamente solo senza Ermal in quella casa.
Non aveva idea di dove fosse. Non aveva idea di come stasse. E se gli fosse successo qualcosa?
No. Stava bene. Ne era convinto.
Eppure sentiva come se qualcosa stesse andando male.

Sentì il telefono vibrare.
Lesse il display e appena lesse il nome gli si illuminò il volto.

-Ehi, Ermal...-
-F-Fabrizio...-

Stava singhiozzando. Che cavolo stava succedendo?

-Ermal, che cazzo sta succedendo?-
-I-io...-

Sentì delle voci in vicinanza.
Quelle voci le avrebbe riconosciute da chilometri di distanza.

-ERMAL DOVE CAZZO SEI!?-
-Statte calmo, Fabrizio. O vieni qua da noi o er tuo fidanzatino fa 'na brutta fine-

Il suo fidanzatino? Ma come si permetteva. Non era assolutamente vero.
Forse ci avrebbe fatto un pensiero, ma non era il momento di pensare a quello.

-Dove siete?-
-Al solito posto. Hai dieci minuti o per faccia da cretino finisce qua.-

La chiamata si chiuse. Ermal era in pericolo e solo per colpa sua.
Doveva andare da loro, ma Libero e Anita...non poteva lasciarli soli.

C'era solo una persona a cui chiedere. Riprese il cellulare e chiamò Marco. Ermal gli aveva dato il numero, così in caso di emergenze avrebbe potuto chiamare lui.

-Marco...-
-We! Chi si sente! Ermal ti ha detto tutto?-
-De che stai parlando?-
-Ehm...lascia stare. Che succede?-
-Devi venì qua. Devo fa 'na cosa e no
Un posso lasciare i bambini da soli. Stanno a dormì, quinni puoi stà calmo.-
-Ehm...ok...-
-BENE, LE CHIAVI SONO SOTTO IL TAPPETO. VIENI SUBITO, CI SENTIAMO DOPO!-

Chiuse la chiamata e cominciò a correre più veloce che poteva. Sperava davvero che Marco fosse un buon baby sitter.

Arrivò in un quartiere isolato dove sentì delle voci di dolore.
-ERMAL!-


********

-Uh che peccato, er fidanzatino è venuto subito.-

Tolse il coltello dal braccio di Ermal e si avvicinò a Fabrizio insieme a tutti gli altri.

-CHE CAZZO STATE FACENDO!?-
-Ce stavamo a divertì. Sei venuto troppo presto-
-LASCIATELO. È ME CHE VOLETE QUINDI STATE LONTANO DA LUI.-
-Uhhh, er fidanzatino protettivo!-

Fabrizio strinse i denti e strinse i pugni.

-Voi ora 'o lasciate. Sto qua, pijate me.-

Vide Ermal cercare di alzarsi mentre si teneva il braccio dolorante.

-N-non l-lo fare...-
-Chiudi sta bocca.-

Il ragazzo più robusto prese una pistola e la puntò verso Ermal.

-FERMO! STO QUA. ORA 'O DOVETE LASCIÀ!-

Il ragazzo si girò verso di lui e cominciò a ridere come un pazzo.

-Che divertimento ce sta, poi?-

Fabrizio provò a fermarlo, ma venne preso per le braccia dagli altri.

-Ciao, ciao, albanese-

Uno sparo.





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