Capitolo 20

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Era in ginocchio davanti a quella porta. Sperava che si riaprisse. Sperava che sarebbe tornato come l'ultima volta, ma forse quella volta sarebbe stato diverso.

-Bambini, lasciateci soli-

Libero e Anita diedero retta alla donna. Per loro non era più la loro mamma. Dopo tutto quello che era successo non lo era più.

-Fabrizio...-
-Che cosa hai fatto...-
-Era per il tuo bene...-
Che cosa.hai.fatto.-,

Si alzò lentamente e rimase a fissare quella porta. Quella porta che sperava si riaprisse da un momento all'altro.

-Fabrizio, mi dispiace per quello che è successo anni fa. Ho capito che ho sbagliato tutto...-
-E c'hai messo cinque anni pe' capirlo? Er tuo fidanzato?-
-Lui non era niente per me.-

Fabrizio si lasciò scappare una risata.

-Te piace pijà 'n giro 'a gente, eh?-
-Prima di tutto girati e guardami.-

Strinse i pugni e si girò mal volentieri. Non voleva vederla in faccia. Dopo tutto quello che aveva fatto non voleva più vederla.

-Tu invece? Da quando ti piacciono gli uomini, mh?-

Quella domanda lo fece ribbollire di rabbia. Non doveva permettersi di fare quella domanda, anche perché non sapeva nemmeno lui da quando gli piacessero gli uomini.

-Nun 'o so...ma questo nun è...-
-Che esempio dai ai tuoi figli, eh!? Un padre frocio con un altro frocio!-
-ADESSO BASTA.-

Cominciò ad alzare la voce. Aveva cercato di rimanere calmo, ma dopo quello non poteva proprio.

-MA TI RENDI CONTO!? COSA VUOI INSEGNARE AI BAMBINI!?-
-I BAMBINI L'HANNO PRESA BENISSIMO E SAI 'NA COSA? ANITA 'N GIORNO HA CHIAMATO ERMAL 'MAMMA'.-

Rimase in silenzio non appena Fabrizio le raccontò quel particolare.

Anita e Libero intanto era nascosti ad ascoltare quella litigata e non sembravano di certo capire cosa stesse succedendo.

-Libero...ma Ermal torna...?-
-Non lo so.-

Libero dal canto suo era furioso. Il papà era di nuovo tornato felice e ora, sempre per colpa della stessa persona, era di nuovo come prima.
Non poteva più sopportare tutto quello. Non poteva.

-BASTA! ERMAL È MILLE VOLTE MEGLIO DI TE! LUI A DIFFERENZA TUA C'È STATO E NON CI FA SCHIFO IL FATTO CHE LUI E PAPÀ SI...AMINO.-

Cacciò tutto quello che pensava senza paura e la faccia di Fabrizio parlava da sola.

Libero aveva veramente detto quello? Lui e Ermal...si amavano. Aveva ragione.

-Disgustoso.-
Riprese la borsa e si riavviò verso la porta. Prima di uscire, però, lanciò un ultimo sguardo a Fabrizio -Lui non tornerà. Poi non tornare da me strisciando. E i bambini li avrò io.-

Chiuse la porta lasciando Fabrizio che era ancora più sconvolto di prima.

Ermal, i bambini, Giada...stava succedendo un casino.

Provò a chiamare Ermal, ma c'era sempre la segreteria.
-Dai Ermal...-

**********

Stava camminando per quel quartiere buio. Non sapeva dove andare, probabilmente sarebbe andato da Marco.
Cominciò a sentire i pantaloni vibrare e appena lesse il nome sul display riattaccò.
Non voleva parlare con lui. Se voleva chiedergli scusa non lo avrebbe perdonato. Gli aveva spezzato il cuore e ora ogni scusa era inutile.

-NON TI VORRÀ MAI NESSUNO!-
-NESSUNO TI AMERÀ MAI!-
-FAI PENA!-
-GUARDATE! LO SGIGATO SOLO SOLETTO!-

-BASTA!-
Tirò un calcio potente a un bidone dell'immondizia che si trovava affianco a lui.
Forse avevano ragione. Nessuno lo avrebbe mai amato.

Cominciò a versare lacrime amare senza interruzione.

-PERCHÉ MI HAI FATTO QUESTO!?-

Si appoggiò con la fronte sul muro e cominciò a singhiozzare.
Il telefono stava squillando di nuovo, ma stavolta non era Fabrizio. Era Marco.

-M-Marco...-
-Ehi, che succede?-
-F-Fabrizio...l-lui...a-avere...fatto...-

Cominciò a balbettare come faceva appena arrivato in Italia. Non gli era mai capitato prima di allora.

-Ehi, ehi, calmo...che ha fatto, Fabrizio?-
-L-lui...avere...baciato...ex compagna...-
-CHE COSA!? DOVE SEI!? SONO DA TE IN CINQUE MINUTI!-
-V-vicino...casa tua...-
-ERMAL, ARRIVO! NON TI MUOVERE!-

Annuì anche se Marco non poteva vederlo. Si appoggiò al muro e ritornò a piangere.

-T-ti odio...-

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