Capitolo 8

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Ermal stava camminando avvolto da mille pensieri.
Aveva ritrovato Fabrizio, Anita si era affezionata a lui, Libero sembrava non provare ancora simpatia per lui, invece. Sembrava come se avesse perso l'attenzione del suo papà e Ermal non voleva questo.

Tutti i suoi mille pensieri, però, vennero interrotti dallo squillo del suo cellulare.
Lo prese e rispose senza leggere il display. In quel momento non aveva voglia di parlare con nessuno.

-Qui è la segreteria di Ermal Meta, richiamate dopo il bi-
-ERMAL DOVE CAZZO SEI!? DOVEVAMO VEDERCI OGGI, RICORDI!?-
-Eh? Ma chi sei?-
-MA...SONO MARCO, RAZZA DI IDIOTA!-
-Ah...ciao, Marco...-

Marco era il suo migliore amico. Lo aveva conosciuto anni prima. Sono diventati da subito amici. A volte si prendevano in giro a vicenda, ma la loro amicizia era basata anche su questo.

-SI PUÒ SAPERE DOVE CAVOLO SEI!?-
-Sono stato da...un amico...-
-MA SANTO DIO, MI HAI LASCIATO SOLO COME UN CANE DAVANTI AL BAR!-
-Scusa...me ne sono completamente dimenticato...possiamo vederci ora se vuoi...-
-Va bene. Raccontami anche la tua scusa per il fatto che non ti sei presentato, eh!-
-Sì, sì...ASPETTA DOVE DOBBIAMO VED-

Non fece in tempo a finire che Marco gli chiuse la chiamata in faccia.

-Fantastico...-

Il primo posto che gli venne in mente fu il bar dove si dovevano incontrare.

Poco dopo infatti lo trovò seduto a un tavolo e appena lo vide Marco gli saltò addosso.

-RAZZA DI STUPIDO, MA TI SEMBRA IL MODO DI COMPORTARTI!? MI HAI FATTO ASPETTARE QUA COME UN CRETINO PER DUE ORE.DUE. E POI!? TE NE DIMENTICHI! ORA DIMMI LA TUA SCUSA O FARAI UNA BRUTTA FINE.-

Ermal si scollò da Marco e gli diede una butta in testa.

-E CALMATI! Sono stato da un vecchio amico e mi sono completamente dimenticato che oggi dovevamo vederci-
-E chi sarebbe questo 'vecchio amico'?-
-Fabrizio.-

Marco lo fissò per un po'.

-Fabrizio? Quel Fabrizio?-
-Quello.-

Marco fece un gridolino di gioia facendo girare dei vecchi che stavano bevendo un caffè in tranquillita.

-MA SEI SCEMO!?- urlò Ermal tappandogli la bocca.
-IL TUO VECCHIO AMICO DELLE MEDIE!? QUELLO DI CUI MI PARLAVI SEMPRE!? QUELLO CHE-

Ermal gli ritappò la bocca.

-Devi stare zitto.-
-Ok, ok...MA È QUELLO CHE-
-STAI.ZITTO.-

Marco fece finta di chiudersi la bocca e fece un sorrisino.

-Che vuoi, quindi?-
-Eh?-

Ermal lo guardò malissimo.

-Perché mi hai fatto venire qui?-
-Ah, così-
-MA MARCO, MA SCUSAMI! TUTTA QUELLA TRAGEDIA E ALLA FINE NON DOVEVI DIRMI NIENTE!-
-Ehehehe-
-Ma va, va!-

Ermal gli diede uno spintone e proprio mentre stavano ridendo sentì di nuovo il telefono suonare.

Lesse il display:Fabrizio.

Si erano scambiati i numeri dopo pranzo, così se si fossero voluti rivedere avrebbero potuto contattarsi.
A Ermal, però, sembrava strano che Fabrizio volesse rivederlo così subito. Era passata solo un'oretta.

-Pronto?-
-Ermal...Anita c'ha 'a febbre...-
-La febbre? Ma se prima stava così bene...-
-Che te devo dì...vuole a te...poi venì qua? Te prego-

Ermal sentendo quella scongiura da parte del moro non potette resistere.
Ci andava per Anita, ovvio, ma rivedere Fabrizio non gli avrebbe fatto male.

-Marco, scusa, ma devo andare...-
-Sei un baby sitter? Ahahha-
-Non.sono.un.baby  sitter.-
-Come dici tu!-
-Addio, Macco-
-Addio, Ermal-

Risero e ognuno andò per la sua strada.



********

-Eccote! Finalmente!- esclamò Fabrizio appena aprì la porta a Ermal.

-Cerca a te. Sta in camera sua- disse indicando la stanza di Anita.

Ermal annuì e andò dentro la stanza.

Anità appena lo vide fece un sorrisone mostrando il sorriso un po' sdentato.

-E-Ermal!-
-Ehi, piccina...come stai?- chise sedendosi vicino a lei.

-Ho caldo...-
-Beh, è normale se hai la febbre- disse lui accarezzandole i capelli.

-Mi dai un bacino? Quando me li da papà sto meglio-

Ermal sorrise e le diede un bacio sulla guancia.

-Meglio?-
-Siii!-

Risero mentre Fabrizio sentiva tutto da fuori la porta.

-Ma una mamma si comporta come fai tu?-

Ermal rimase scioccato da quella domanda e anche Fabrizio fuori dalla porta.

-Ehm...-
-Puoi essere tu la mia mamma?-

Ermal la osservò per bene. Era ancora piccola e probabilmente non capiva.

-Piccola, non posso essere la tua mamma...-
-Perché no?-
-La tua mamma è una sola...e non sono io...-
-Ma la mia mamma non c'è! Tu invece ci sei e ti comporti come una mamma!-

Ermal sorrise e le baciò la fronte.
-Ne riparliamo un'altra volta, ok?-
-Va bene...-

Ermal uscì dalla stanza e si ritrovò Fabrizio davanti.

-Dobbiamo parlare-

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