Capitolo 13

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-Giada...-

Fabrizio sentì le gambe tremolanti.
Aveva ritrovato Giada, la sua ex compagna dopo cinque anni, fidanzata con un altro uomo.

Provò a fare un passo avanti ma si sentiva debole, deluso.

Giada lo notò e appena i loro sguardi si incrociarono Fabrizio sentì una fitta al cuore.
Giada invece era esterefatta. Non pensava che avrebbe rimcontrato Fabrizio, sopratutto se si trattava di un parcheggio di un supermercato.

-G-Giada...-
-Fabrizio...-

Rimasero a guardarsi per almeno un minuto, fino a quando il presunto fidanzato non si fece avanti.

-Vi conoscete?- domandò incrociando le braccia.
-Sì. Ce conosciamo. E anche molto bene.- rispose Fabrizio lanciando un'occhiataccia all'uomo che aveva davanti.
-Beh, si dà il caso che io sia il fidanzato di Giada e quindi lei ci deve lasciare stare-

Fabrizio a quel punto strinse i pugni.

-Se dà er caso che io sia er padre dei suoi figli.-

Il ragazzo rimase zitto e guardò Giada che aveva abbassato la testa.

-Da quanto state insieme?- chiese Fabrizio per accertare i suoi dubbi.
-Da circa cinque anni- rispose il tipo.
-Come immaginavo. Sei annata via pe' stare co' sto qua. Hai lasciato i tuoi figli da soli. Libero te odia e Anita nun ha mai avuto 'na figura materna al suo fianco. Ho sempre dovuto fare tutto da solo. Ma che esempio dai ai tuoi figli!?-

Giada a quel punto alzò lo sguardo e gli lanciò un'occhiata di fuoco.

-Io!? E tu allora!? Spacciatore di droga!? Che esempio dai ai tuoi figli!?-

Fabrizio sentì gli occhi umidi. Sapeva quello che aveva fatto e non voleva ricordarlo. Aveva sbagliato, ma ora era tutto cambiato.

-Nun so' più quello de 'na volta.-
-Certo...perché credi che me ne sia andata, eh!?-
-TE NE SEI ANNATA PE' STÀ CO' STO QUA! NUN INVENTARE SCUSE! IO CE TENEVO A TE E LO SAPEVI! MA A QUANTO PARE PE' TE NUN ERA 'O STESSO!-

Giada riabbassò lo sguardo.
-Andiamo.- disse riprendendo la mano dell'uomo che era stato in silenzio per tutto il tempo.
-Addio, Fabrizio.-

La vide allontanarsi. Di nuovo. Aveva capito tutto. Lui per lei non era mai stato importante. Forse i primi tempi, ma negli ultimi il loro rapporto si stava rovinando.
Un po' per il fatto che Fabrizio spacciasse droga, un po' per il fatto che lui aveva capito che Giada lo tradiva quasi tutti i giorni, ma la perdonava sempre perché non voleva perdere i rapporti.
Aveva sbagliato tutto.

Rimase lì immobile per circa cinque minuti, finché i suoi pensieri non tornarono a Ermal e i bambini.

-Cazzo, 'a spesa- disse correndo in macchina.

Appena arrivò trovò Ermal addormentato sul divano con Anita che gli faceva segno di stare in silenzio.

-Si è addormentato...- disse Anita mentre fissava Ermal.
-'O vedo...me vuoi aiutà 'a fa 'a cena? Così je facciamo 'na sorpresa...-
-Va bene-

Fabrizio le sorrise. Non voleva dirle che aveva rivisto sua madre. Non meritava una madre così.

-Libero?-
-In camera sua-

Forse Libero avrebbe capito di più la situazione, ma non voleva dire niente nemmeno a lui. Stava male e non voleva farlo sentire peggio.

**********

Appena Ermal si svegliò trovò la cena pronta.
-Ah, te sei svegliato, bella addormentata!-

Ermal sbuffò mentre si alzava dal divano.

-Spero che tu non abbia bruciato niente-
-Tranquillo, Ermal! Ho aiutato io papà e grazie a me non ha bruciato niente!-

Ermal le sorrise. Notava la somiglianza con Fabrizio e non poteva far altro che rivedere il papà nel suo visino.

Libero li raggiunse e si sedette senza dire una parola.

-Lì, tutt'apposto?-
-Sì, papà...-

Fabrizio non lo aveva mai visto in quelle condizioni.
Anche Ermal sembrava strano.
Possibile che fossero tutti di cattivo umore in quella famiglia?

Mangiarono parlando poco. Non avevano molto da dirsi e poi sembrava che sia Ermal che Libero volessero parlare poco.

Una volta finito Libero andò subito in camera sua.
-Me dite che avete tutti?- chiese Fabrizio incrociando le braccia.

Ermal lo fissò per un po' e poi guardò Anita.
La bambina capì cosa intendeva Ermal con quello sguardo, così si alzò anche lei e corse in camera sua con la scusa che avesse da fare.

-Allora, che c'hai?- chiese Fabrizio.
-Non lo si nemmeno io...-
-Senti, ho passato 'na giornata de merda pure io, quinni nun sei l'unico.-
-Che è successo?-
Ermal aveva assunto un'espressione preoccupata.
-Se te 'o dico me dici pure che c'hai tu-

Ermal ci pensò un po' e poi annuì.
-Va bene...-

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