-È pronta la pizza!- urlò Ermal.
-Arrivo!-Si guardarono per qualche secondo e poi riabbassarono lo sguardo.
-I bambini li vado a prende io- disse Fabrizio prendendo le chiavi.
-Sicuro? Se vuoi posso andare io-
-Tranquillo. Stamattina sei andato te. Mo tocca a me-
-Va bene-Fabrizio lo salutò e si avvio verso la macchina.
Prima aveva provato una strana sansazione. Non sapeva esattamente cosa fosse, sapeva solo che era molto strana.
-Faje, Fabrizio. Non pensarce...- disse fra sé e sé.Arrivò alla scuola di Anita, che rimanse un pochino delusa appena vide che non era andato Ermal a prenderla.
-Papà, dov'è Ermal?- chiese mentre Fabrizio la prendeva in braccio.
-A casa, principè. Statte tranquilla- rispose ridendo.
Anita sorrise e lo abbracciò.-Annamo a prende Libero-
La piccola annuì mentre entravano in macchina-Papà-
-Dimme-
-Tu vuoi bene a Ermal?-Fabrizio rimase spiazzato da quella domanda. Gli voleva bene, era ovvio, ma poi perché gli aveva fatto questa domanda?
-Ma certo. Perché me lo chiedi?-
-Tu gli vuoi bene come volevi bene a mamma?-In quel momento Fabrizio si bloccò di colpo.
Gli voleva bene, ma solo come amico. Era solo un amico niente di più.-No, Ani. Gli voglio bene, ma no come ne volevo alla mamma...-
-Ah...-Fabrizio sentì un pizzico di delusione nella risposta di Anita.
-Ma bella de papà, perché me fai sta domanda?-
-Perché io voglio Ermal come mamma, ma se lui deve essere la mia mamma tu gli devi volere tanto tanto bene-Fabrizio fece un mezzo sorriso. Sapeva che tra Anita teneva a Ermal e viceversa, ma forse questo era chiedere un po' troppo.
-Ani, Ermal nun può esse 'a tua mamma...-
-Perché no? Non gli vuoi tanto tanto bene?-
-No, no, gli voglio tanto bene...ma no fino a quel punto...-Anita abbassò la testa un po' delusa.
-Semo arrivati. Aspetta in macchina, ok?-
-Va bene...-Fabrizio scese e si diresse verso la scuola.
Vide Libero fuori dalla porta e si fece notare con un cenno della mano.Libero lo riconobbe subio e si avviò da lui.
-Tutto bene?-
Lui si limitò ad annuire.
Fabrizio capì che c'era qualcosa che non andava. Era dalla mattina che lo vedeva così e non capiva proprio cosa fosse a turbarlo così tanto. Però non voleva passare il tempo a discutere di questo.Entrarono in macchina e i bambini erano uno più cupo dell'altra.
Fabrizio cercò di rendere un po' più allegra la situazione, ma nonostante le battute squallide che li faceva sempre ridere, i loro volti rimasero sempre bassi.Non capiva proprio cosa stesse succedendo.
Anita era triste per il fatto di Ermal, ma lui non poteva farci niente, ma Libero...non sapeva cosa avesse.Appena tornarono a casa il viso di Anita si illuminò non appena vide la pizza e Ermal.
Libero invece sembrava stare anche peggio di prima.-Ermal, Ermal!- urlò Anita
-Dimmi- disse inginocchiandosi alla sua altezza.
-Oggi...è la festa della mamma...-Ermal la osservò annuendo.
-Io so che tu non sei la mia mamma, ma...volevo dirti la poesia lo stesso...l'ho un po' modificata, però...-
Ermal sorrise e annuì.
Fabrizio intanto era stupefatto. Non pensava che Anita arrivasse anche a dedicargli la poesia per la festa della mamma.Anita guardò Fabrizio che le fece cenno di partire.
I suoi occhioni scuri poi rincrociarono quelli di Ermal.-Amo i tuoi occhi sorridenti quando mi saluti a scuola.
Amo la tua voce se dolce, forte o arrabbiata.
Ti amo sempre, se mi stai parlando o anche sgridando.
Amo il tuo cuore tanto tenero e pieno d’amore.
Amo tanto i tuoi baci che mi addormentano di notte, assieme ai forti abbracci.
Insomma, Ermal, ti amo come non mai.
Ti prego, Ermal
non cambiare mai!-A Ermal gli si fecero gli occhi lucidi e l'abbracciò più forte che poteva.
Fabrizio rimase intenerito da quella scena, mentre Libero accennò finalmente un sorriso.Sembravano una vera famiglia, una famiglia unita.
E forse anche Fabrizio si stava rendendo conto quanto fosse veramente importante Ermal per lui.