-Ermal. Ermal Meta-
Fabrizio rimase pietrificato appena sentì il nome del ragazzo. Poteva essere lui? Beh, dove si trovava un altro ragazzo di nome Ermal?
-Lei?-
I pensieri di Fabrizio vennero interroti dalla domanda del riccio.
-Io so' Fabrizio...-
-Ci siamo già visti?-Fabrizio lo fissò di nuovo. Erano passati ciraca vent'anni, ma lo aveva riconosciuto. Non poteva dimenticare quei ricci e quei due pozzi neri. Lo avrebbe riconosciuto ovunque
-Ehm...probabilmente...ora devo annare...magari ce vediamo 'n giro-
Il riccio annuì pensieroso e poi sentì la manica del giubetto venir tirata dalla piccola Anita.
Si abbassò alla sua altezza e le mostrò un enorme sorriso.-Dimmi, piccola-
-Se ci vediamo di nuovo puoi risuonare la chitarra?- chiese giocherellando con le mani.
-Ma certo!- le scompigliò i capelli con una mano facendola ridere e poi tornò in piedi.-Tu invece come ti chiami?- chiese rivolgendosi a Libero.
-Libero...-
-Ciao, Libero! Siete usciti con papà?-I due bambini annuirono e Ermal fece un sorriso che a Fabrizio scaldò il cuore.
-Dovete avere proprio un bel rapporto con vostro padre...- disse cominciando a rimettere la chitarra nella custodia.
-Sì! Papà ci vuole tanto bene e ci dà sempre tanti bacini!- urlò Anita cominciando a saltellare.
Ermal abbassò per pochi secondi la testa mostrando un volto di chi stava ricordando momenti brutti e Fabrizo se n'era accorto.
-Beh...ci si vede...-
Regalò un ultimo sorriso ai tre e cominciò ad allontanarsi.-ASPETTA!-
Ermal si fermò e si girò verso Fabrizio con un'espressione interrogativa sul volto.
-Te va de...pija 'n caffè-
Eemal rimase in silenzio per alcuni secondi che a Fabrizio parvero interminabili.
-Mhh...ma sì, dai. Tanto non ho niente da fare.
Il moro sorrise e proprio mentre stava per rispondere venne interroto da Anita che cominciò a saltellare.
-SIIIIIII! VIENI ANCHE A CASA CON NOI!?-
-ANITA!-Ermal scoppiò a ridere e Fabrizio perse due battiti. Che cavolo gli stava prendendo?
-Credo che basti un caffè- rispose ridendo.
Fabrizio annuì e si avviarono verso un piccolo bar lì vicino.
-Non mi ha detto il suo cognome- disse Ermal mentre Fabrizio stava pulendo il visino di Anita, che si era sporcata con una barretta di cioccolato che le aveva comprato Fabrizio.
-Mh?-
-Il suo cognome-
-Prima de tutto damme del tu. Secondo...credo che tu me conosca...-Ermal incurvò un po' il viso.
-Non credo di averla...averti mai visto...-
Fabrizio prese un respiro e lo guardò dritto negli occhi.
-Se te dico er mio cognome me devi promette che nun te ne vai...-
Ermal annuì ancora più incerto di prima.
-Mobrici...Fabrizio Mobrici...-
Ermal rimase fermo a fissarlo. Anche lui l'aveva riconosciuto e quasi non ci credeva che fosse lui.
-F-Fabrizio?-
-Vi conoscete?- chiese Libero.-Ehm...sì...- disse Fabrizio un po' imbarazzato.
-Ma papà! È lui quello che chiamavi sempre mentre dormivi!?- chiese Anita facendo scioccare Ermal.-Ehm...Libero, Anita perché non andiamo a giocare in quel parco qui vicino, così io e Ermal parliamo un po'...-
I due annuirono e mentre si stavano avviando Ermal lasciò i soldi sul tavolo.
-Ohi, nun devi pagà tu...- disse Fabrizio togliendo i soldi di Ermal dal tavolo e mettendo i suoi.-Stai tranquillo, non è un problema- disse rimettendo i soldi e avviandosi.
Fabrizio lo osservò per un po' e poi decise di seguirlo.
*********
Erano seduti su una panchina mentre osservavano Libero e Anita che giocavano con altri bambini.
-Quindi...- iniziò Fabrizio.
Ermal rimase zitto.
-Ermal...-
-Credevo che ti fossi dimenticato di me...- confessò Ermal a testa bassa.
-Te sbagli...t'ho cercato pe' un sacco de tempo, ma eri scomparso...-Ermal rimase zitto.
-Hai una compagna?- chiese guardano Libero e Anita.
-Veramente no...è 'na lunga storia...comunque, non parliamo di questo...alla fine mi hanno detto che hai cambiato scuola...-
-Già...là la situazione non era molto diversa...ma ora eccomi qui. Tu invece?-Fabrizio abbasò la testa fissando il vuoto.
-Quelli là nun me lasciavano stà...dopo 'n po' hanno smesso e ora non so dove siano...-
Ermal lo guardò e poi abbassò anche lui la testa.
-Comunque credo che a quei tempi nun ce semo presentati pe' bene-
-Come?-
-Dovremmo rinizià tutto da capo. Da questo momento-Allungò la mano verso Ermal e fece un sorriso.
-Piacere, Fabrizio-