Capitolo 19

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Non poteva essere lei.
Non era possibile.

-Allora, posso entrare?-
-S-scusi, ma io...io non so...-

La donna lo scansò dalla porta e entrò.

-La vedi la ragazza in quella foto?- disse indicando una foto che ritraeva lei e Fabrizio quando stavano ancora insieme - quella là sono io, quindi conosco benissimo questa casa.-

Ermal deglutì e poi si ricordò dei bambini.
Fu troppo tardi quando se lo ricordò, perché erano già lì ad osservare la donna.

Libero sembrava averla riconosciuta e aveva cominciato a stringere i pugni, mentre Anita la fissava in cerca di una risposta.

Giada appena li vide corse da loro.

-Bambini...vi ricordate di me?-

Libero cominciò a stringere un po' troppo forte i pugni e Ermal gli andò vicino per calmarlo.

-Sei un'amica di papà?- chiese Anita inclinando la testa.
Giada scoppiò a ridere facendo alzare la testa a Libero.

-No, io sono la vostra mamma. Sono la compagna di papà-

Ermal rimase a occhi sbarrati appena sentì pronunciare quelle parole.

Libero e Anita guardarono prima lei e poi Ermal.

Lei li fissò attendendo una loro risposta.

-Noi non abbiamo una mamma...se n'è andata via...- disse Anita
-Sono tornata, tesoro...-

Anita la continuò a fissare per un tempo infinito.
Ermal intanto non sopportava quello che stava sentendo.

La compagna di Fabrizio? Sul serio?
Si era fidato di luk. Aveva aperto a lui il suo cuore. Aveva raccontato le sue paure. Lo aveva aiutato con i figli e poi? Viene a sapere che Giada è ancora la sua compagna?

-Ma papà vuole tanto tanto bene a Ermal!- urlò Anita.
-Ermal?- chiese lei guardando il riccio.
-Loro si vogliono tanto tanto bene e tu...tu non sei la mia mamma!-

Giada rimase sconvolta dalle parole di Anita. Sua figlia. Era sua figlia. E si sentiva dire questo?

-Anita, io sono la tua mamma.-
-Non è vero, smettila!- urlò Libero -Tu ci hai abbandonati per cinque anni!-
-Lo so e mi disp-
-NO, NON È VERO! NON TI IMPORTA NIENTE DI NOI! NON TI È MAI IMPORTATO NIENTE DI NOI!-

Ermal si stava sentendo male. Non ce la faceva a sentire tutte quelle cose.

Fu il rumore della porta aprirsi che lo fece tornare alla realtà.

-Scusate, ma nun annava 'a mac...G-Giada...?-
-Fabrizio!- urlò correndogli incontro baciandolo.

Fabrizio non stava capendo niente. Che cavolo stava succedendo? Perché era a casa sua? Quel tizio che fine aveva fatto? Perché lo stava baciando!?

Incrociò gli occhi di Ermal che ormai erano pieni di lacrime.

Libero e Anita lo stavano guardando sconvolti e in tutto questo lui stava ancora baciando Giada.

La spostò bruscamente e si allontanò.

-C-che ce fai qui...?-
-Ma come! Sono venuto per vedere i miei figli e il mio Fabrizio.- disse guardando Ermal.

Ermal dal canto suo non ce la faceva. Non ce la faceva a sopportare tutto quello.
Sapeva che non doveva fidarsi. L'aveva sempre saputo.

-Ma che stai a dì!? Noi nun siam-

Giada lo zittì con un altro bacio e a quel punto Ermal esplose.

-MI ERO FIDATO DI TE!- urlò correndo in lacrime verso la porta.

Fabrizio scansò di nuovo Giada e sotto gli occhi spaventati di Libero e Anita prese Ermal per un polso.

-ERMAL, NUN È COME SEMBRA! NUN SO MANCO CHE CE FA QUI!-
-LASCIAMI. NON TI VOGLIO PIÙ VEDERE, CHIARO!? NON DOVEVO PROPRIO DARTI UN'ALTRA POSSIBILITÀ! MI SONO ILLUSO CHE TU CI TENESSI VERAMENTE A ME, MA A QUANTO PARE MI SBAGLIAVO.-
-Ermal...-
-TI ODIO, FABRIZIO MOBRICI.-

Pronunciando quelle ultime parole chiuse la porta con un tonfo.

Libero e Anita erano scioccati da tutta quella situazione.
Giada invece aveva un sorriso stampato sulla faccia.

Fabrizio invece era caduto a terra in ginocchio.

Aveva perso Ermal.
Di nuovo.

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