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Perrie

Mi sento così stanca ma felice, davvero tanto felice.
Fare l'amore con Jade è come farlo sempre per la prima volta. Qualcosa di magico, delicato ma allo stesso tempo erotico e passionale. Non mi stancherei mai di farlo con lei.
Stiamo a letto, abbiamo appena finito di amarci, coccolarci, baciarci e toccarci, entrambe a pancia in giù, leggermente distanti ed io col volto rivolto verso l'esterno del letto, ad occhi chiusi per la stanchezza mentre ad unirci sono le nostre mani con le nostre dita intrecciate.
Mi fa impazzire, letteralmente, tutto di lei.
Ad un tratto rompe il contatto, sentendola muoversi, mentre un gemito in segno di protesta mi esce dalle labbra ma subito un senso di piacere mi pervade tutto il corpo.
Posa le labbra sulla mia schiena nuda, a partire dal fianco sinistro, pian piano risalendo fino alla spalla destra, vicino al mio volto.
Una scia di brividi ricopre la mia pelle.
"Grazie.."
Mi sussurra all'orecchio.
Apro gli occhi, sorridendo più di quanto sia possibile e mi volto a guardarla. Abbiamo i visi a pochi centimetri l'uno dall'altro.
Guardo le sue labbra e ne sento una certa mancanza, nonostante abbia passato l'ultima ora a morderle, succhiarle e torturarle.
Jade ha la stessa mia espressione, credo proprio senta la mia stessa mancanza così non tarda a baciarmi dolcemente come solo lei sa fare.
Si sdraia su di me, il suo corpo nudo a contatto col mio e ancora una volta mi regala un momento unico, nostro che solo noi ricorderemo.
Le prendo il viso con una mano ma si separa leggermente, chiudendo gli occhi, per riprendere fiato. Facciamo combaciare le nostre fronti mentre sorrido lievemente osservando il suo volto esausto.
Finalmente le si regolarizza il respiro ed apre gli occhi, fissando i miei. Non so per quale motivo sorrida ma amo quel sorriso quindi penso proprio lo potrei 'sopportare' .
Dopo poco iniziamo a ridere entrambe perché queste siamo noi, due cretine che si amano come pochi o nessuno, consapevoli che non potrebbero mai vivere luna senza l'altra.
"Grazie a te"

Non riesco a togliermi dalla mente ricordi come questo, sempre più belli, sempre più dolorosi.
Oggi è Natale e lo sto trascorrendo con mia madre ed altri pochi parenti.
Non vedo Jade da soli due giorni e mi sembra mi manchi sempre più il respiro, minuto dopo minuto.
Nonostante la distanza e nonostante il fatto che non ci siamo parlate, durante gli ultimi tre giorni di scuola potevo comunque vederla e provare a capire come stesse.
Era sorridente, l'ho sentita scherzare e ridere con Alex. Anche gli spintoni, le risatine e gli sguardi sono piano piano cessati..
Evidentemente avevo ragione, ci avrebbe fatto bene stare separate ed è stato così.
Solo che io non sto bene, non sto affatto bene.
Mi manca da morire, ho la nausea a tutte le ore del giorno, piango come so che nessuno può vedermi, soprattutto lei.
"Pez mi vieni ad aiutare in cucina?"
Ho iniziato a provare odio e rabbia nei confronti di tutti coloro che non sanno perché in un modo o nell'altro li vedo come un ulteriore ostacolo, come un'ulteriore persona da convincere che quello che c'è o c'era, tra Jade e me è tutt'altro che sbagliato.
Ma dovrei fregarmene, no? Beh a me non importa un accidente ma purtroppo a Jade si e questo cambia tutte le carte in tavola.
"Arrivoo!"
Mia madre sa del mio malumore, non ne conosce la causa poiché non ne abbiamo proprio parlato, semplicemente se ne è accorta data la sua piuttosto accentuata evidenza.
Scendo le scale e già posso sentire le voci, più fastidiose del solito, dei miei parenti.
Faccio la mia straordinariamente penosa entrata in sala da pranzo.
"Oh Perrie ma quanto sei cresciuta? Fatti vedere dai"
Accentuo un sorriso. Giuro mi sto sforzando di fare la carina per non far trapelare nulla, inizierebbero a fare domande e non mi sembra proprio il caso ma mi risulta davvero difficile fingere. Sono sempre stata un libro aperto, ti basta un'occhiata per capire se c'è qualcosa che non va.
"Grazie zia, ti trovo davvero molto bene.. Ciao zio.. Hey nonno, laggiù ti ho visto sa!"
All'appello manca nonna ma sento altre voci provenire dalla cucina, così le seguo.
E le trovo lì, nonna e mamma intente ad affrontare una delle loro conversazioni piuttosto lunghe e noiose. Faccio per scappare ma non riesco in tempo.
"Hey piccola Perrie.. Vieni qua con noi"
Mi maledico per non essermi fatta gli affari miei mentre le raggiungo.
Mi siedo sulla poltrona, singola, davanti a loro.
"Che racconti a nonna?"
Beh mi sento una merda, perché mi sono lasciata con la mia ragazza giusto tre giorni fa e non so come riaverla indietro.. Ah si mamma, hai una figlia lesbica.
"Beh.. A scuola tutto bene, con le amiche benone come sempre e prima che tu possa chiederlo: no, non ho il fidanzatino e mai vorrò averlo"
Termino le ultime parole giusto con un filo di voce mentre abbasso la testa, giocherellando con le dita.
"Oh tranquilla tesoro, arriverà, arriva sempre per tutti la persona giusta"
Eh già..
"Si infatti.. Scusate ma credo di aver lasciato la finestra in camera aperta.. Vado a controllare"
Sorrido ad entrambe.
Per poi sparire sulla rampa di scale, quella che Jade ed io abbiamo fatto tante di quelle volte per scappare e rintanarci in camera mia.

Jade

Io, mia madre e l'albero di natale.
Bel trio per festeggiare, no?
Aiuto mamma ad apparecchiare la tavola.
Questo sarà il primo Natale senza Drew, cerco di non pensarci ma è quasi del tutto impossibile, qualsiasi cosa veda, faccia o dica non posso far altro che pensare a lui e fa un male assurdo.
Quando mi sento sul punto di iniziare a piangere, chiudo gli occhi e respiro a fondo, cercando di svuotare la mente. A volte aiuta, altre no.
Non ho fatto alcun regalo a mia madre, nell'ultimo periodo eravamo distanti, poi ci siamo riavvicinate ma si sono andati a creare problemi altrove..
Non ho avuto tempo di respirare ultimamente.
Sento il bip del forno e capisco che è pronto.
Mia madre ed io ci sediamo a tavola, senza dire nulla, rimaniamo in silenzio durante tutto il pranzo ma va bene così, niente di imbarazzante.
Drew avrebbe saputo che dire, ora qualsiasi parola sembra superflua, di troppo, superficiale.
Vorrei poter capire, vorrei qualcuno che mi dicesse che un giorno starò bene, sicura che le sue parole siano la verità.
Certezza. Una certezza chiedo, solo una, a cui aggrapparmi con tutte le mie forze o quello che di loro rimane.
"Mamma"
Poggio le posate sul piatto, infondo non avevo neanche fame.
"Ti devo parlare, so che magari non è il momento giusto ma non so, mi sento così disorientata, voglio alleggerirmi almeno da questo peso e spero capirai.."
Smette di mangiare per prestarmi la massima attenzione.
Non so cosa sto facendo.
"Non mi sono preparata, non ho un discorso con i fiocchetti pronto da dirti quindi cercherò di raccogliere ora al meglio i miei pensieri.."
Annuisce.
"Bene"
Prendo un respiro.
Vorrei svenire.
"Sei sempre stata una donna impeccabile, precisa, la tipica donna, moglie e madre perfetta. L'ho odiato per molto tempo questo tuo aspetto, sempre pronta a vederti cadere, fallire in qualcosa per smentire la tua infallibilità. Beh c'è sempre stato un unico e vero motivo per cui speravo in questo: non mi sentivo poi così perfetta, a volte sbagliata. Subito non l'avevo capito, inconsciamente lo rifiutavo poi l'ho combattuto con tutta me stessa. Odiavo te per quello che mancava a me. Finché non ho incontrato.. "
Lo sto per dire. Trattengo quasi il respiro.
"Finché non ho incontrato Perrie"
La sua espressione cambia in modo quasi impercettibile ma già mi dice tutt'altra cosa.
Ma sembra volermi lasciar finire.
"Ho imparato ad amarmi per quella che sono, grazie a lei che è stata la prima ad farlo, anche prima di me stessa. Stiamo insieme ormai da più di tre mesi.." sorrido all'idea di noi due, tre mesi fa "..e la amo, mamma. Spero tu possa essere felice per noi.. "
Nessuna risposta ma all'improvviso si alza ed esce dalla porta.
Ma cazzo.. Cosa ho fatto di così male per meritarmi questo?
Speravo davvero di averla convinta.
Non voglio piangere, sinceramente mi odio e basta.
Intreccio le mani ai capelli, appoggiando i gomiti al tavolo. Vorrei tirarli fino a strapparli per far tacere tutti i pensieri che continuano a corrermi in testa.
Sento un rumore, alzo il viso e la vedo tornare in sala da pranzo.. con un borsone.
Va in salotto e la seguo subito.
"Mamma.. Aspetta non voglio tu te ne vada.."
"Oh no, non sono io ad andarmene, bensì tu!"
Aspetta. Mi blocco completamente.
Non è seria.
"No.. Mamma ne possiamo parl.."
"Non dobbiamo parlare di niente!! Vattene via.."
"Ti prego.. Aspetta mamma.."
Sento solo ora le lacrime rigarmi il viso.
"Qui ci sono alcune tue cose"
"No! Ma cazzo sono tua figlia, mamma!"
"No! Tu non sei più niente dal momento che hai deciso di diventare questo!"
"Stai scherzando, vero?! Non ci si diventa! Io ci sono nata mamma"
"Allora devi avere ragione te.. Sei del tutto sbagliata e non ti voglio nella mia vita a rovinarmi"
Mi prende il borsone e lo tira fuori dalla porta.
"E ora vattene!"
"Mamma ti prego, fallo per Drew.."
Non l'ho visto arrivare ma ha fatto male, molto male. Mia madre non mi ha mai dato tanti schiaffi, pochi ma ben assestati. Ma questo è stato senz'altro il più doloroso.
"Non osare neanche nominare il suo nome, sappi solo che gli faresti schifo tanto quanto lo fai a me.."
A queste parole, esco finalmente di casa.
Non ho più niente neanche qui.
Il cielo è grigio e fa davvero tanto freddo ma non mi interessa.
Fa più freddo dentro.
Ha ragione. Drew non ha mai visto di buon occhio la comunità gay.
Cammino trascinando il borsone.
Il Natale più penoso di sempre.
Mi ritrovo a suonare ad un campanello, non so dove mi trovo o come ci sono arrivata.
Ma chi se ne frega.
Fondamentalmente non capisco neanche se piango più o ha iniziato a piovere.
"Hey.."
Non so chi sia ma mi lascia entrare.
Ci sono altre persone ma non riconosco nessuno.
Meglio così. Nessuno sa chi sono.
Credo resterò un po' qui.

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Ciao a tutti e tutte!
Eccovi qua, non odiatemi dai..
Baci e spero vi piaccia!
Grazie di cuore a tutti❤️

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