10. Solo un bacio

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Non si ricordava nemmeno il motivo per cui, all'improvviso, mezz'ora prima, aveva deciso di uscire da casa e montare in sella al suo stallone incurante del temporale e dei tentativi di William e Susan di trattenerlo.

—Ho una faccenda urgente da sbrigare.— Li aveva liquidati così, su due piedi, senza attendere le loro risposte. Perfino il cavallo aveva sbuffato sotto la furia della pioggia, ma a Christopher non era importato; lo aveva spronato al galoppo ed era giunto nella residenza dei Palmer dopo aver chiesto almeno una decina di indicazioni in giro. Quello che gli aveva aperto era stato un uomo alto e dalla corporatura esile, un uomo che lo aveva fissato dapprima sbalordito e diffidente, poi, dopo che il duca di Morgan si era presentato, lo aveva trattato con i guanti bianchi. Christopher sospettava che lo ritenesse tuttora un lord pazzo, ma, in veste di nobile, era tenuto a un trattamento degno di tale rango.
L'uomo lo aveva fatto accomodare in un salottino privato chiedendogli cortesemente di attendere, dopo che, per almeno la terza volta, aveva scosso la testa osservando i suoi abiti completamente fradici e i capelli, ormai attaccati a fronte e collo.

Juliet arrivò dopo quella che a Christopher era sembrata un'eternità. La solita corporatura minuta, i soliti colori spenti di un abito che probabilmente le pendeva un po' troppo largo in corrispondenza del seno e dei fianchi. E gli stessi, profondi, occhi nocciola che lui non era mai riuscito a dimenticare. Era trascorso un mese dall'ultima volta che l'aveva vista, e, considerò, avrebbe dovuto farle visita molto prima. Aveva timore di pensare che Juliet Palmer gli fosse mancata, perché non poteva essergli mancata, dal momento che si conoscevano appena... eppure, forse, "ho sentito la sua mancanza" era il pensiero più corretto per descrivere la malinconia di esserle stato lontano.

Juliet lo fissò in silenzio, un po' titubante, e con gli occhi gli chiese quale fosse il motivo di quella visita inaspettata. Dato che aveva capito, Christopher, che lei non aveva peli sulla lingua, si aspettava anche la domanda che gli fece poi. —Ma cosa diavolo ci fate qui e per di più bagnato dalla testa ai piedi?—
A lui per poco non scappò una risata. Anche il suo essere diretta non era cambiato neanche un po'. Non gli importava che non usasse sempre un linguaggio consono a una lady; bastava che la guardasse negli occhi per dimenticare tutto il resto. Sentiva i brividi che gli correvano lungo la schiena, anche se ormai gli abiti cominciavano ad asciugarsi, eppure qualche goccia d'acqua gli scendeva ancora sul collo, giù per la spina dorsale. Nemmeno quello, comunque, gli interessava. Fissava Juliet e lei lo fissava a sua volta aspettandosi una risposta.
—Volevo rivedervi, Miss Palmer— fu tutto quello che disse.
Lei aggrottò la fronte, perplessa. —Volevate rivedere me? E come avete scoperto il mio indirizzo? — replicò. Il suo scetticismo poteva tagliarsi con un coltello.

Christopher si alzò in piedi. Perché non riusciva a capacitarsi che qualcuno potesse provare il desiderio di farle visita? Sul metodo della scoperta della sua residenza poteva omettere che era corso in giro come un pazzo chiedendo a quasi ogni passante se conoscesse una certa signorina Palmer, o se non altro i suoi genitori. Solo una donna sulla soglia dei settanta gli aveva risposto. Juliet Palmer e i suoi genitori vivevano nel West Sussex, a poca distanza dalla casa di Darcy White, amico di vecchissima data di Christopher. L'aveva considerata un'assurda coincidenza, ma molto piacevole.

Ora i due erano a molta distanza, lei aveva ancora la mano avvinghiata al vetro smerigliato della porta del salottino, lui era praticamente dall'altra parte della stanza.
—Sì— ripeté il duca senza mezzi termini. —Volevo rivedervi. Vi sembra così insolito?
—È trascorso un mese dall'ultima volta che ci siamo visti, milord— gli fece notare Juliet serrando le labbra. —Mi ritenete talmente ingenua da credere che sia questo il motivo della vostra visita?
Christopher si sentì in qualche modo ferito dal fatto che lei non gli credesse. Poi considerò che in fondo chiunque avrebbe pensato che non fosse quella, la vera ragione per cui, quasi impazzito, era corso a casa sua. Eppure era proprio per questo. Si era trattenuto per troppi giorni, e il bisogno —perché oltre al desiderio c'era anche quello — di rivederla si era fatto impellente. Voleva che lei si convincesse che era vero, che mai e poi mai le avrebbe mentito su qualcosa che per lui era così importante.

—Comprendo che non sia così semplice da credere— disse, —ma è la verità. Sarei dovuto venire prima, ma provavo un vero senso di colpa per quello che ho cercato di fare al ballo.
—Intendete il vostro aver tentato di baciarmi?— Juliet incrociò le braccia sul petto e nascose a Christopher la vista dei suoi seni. Inclinò la testa. —Quello che non riesco a credere, oltretutto, è come un uomo come voi possa sentirsi in colpa per qualcosa che probabilmente ha già fatto decine di volte. —
Christopher mosse un passo verso di lei. —Non abbiamo la confidenza perché possa rispondere alla vostra insinuazione, Miss Palmer, ma vi assicuro che con voi è successo qualcosa che non avevo previsto.—
—Vi prego di smetterla di ridere di me — sbottò Juliet, avvicinandosi suo malgrado. Adesso la distanza che li separava era ridotta e lei poteva fulminarlo con lo sguardo meglio di quanto si era aspettata. —Non sopporto, come vi ho già abbondantemente spiegato, che la gente mi prenda in giro.—
Christopher allora la raggiunse in due falcate, inchiodandola con le braccia alla porta alle sue spalle. I suoi occhi sembravano mandare fuoco, adesso. Juliet non vacillò nemmeno un istante, e lui non si era di certo aspettato il contrario. Non sapeva cosa stava facendo, sapeva che non era giusto comportarsi così, che non doveva imporsi su di lei in quel modo, ma c'era qualcosa in quella ragazza che lo mandava in bestia e lo attirava allo stesso tempo.

—Siete esattamente come tutti gli altri nobili— sibilò Juliet. —Arrogante, spavaldo... arrogante!— ribadì sollevando il mento. —E adesso suppongo che vogliate baciarmi, non è così? —
—Voglio che capiate che mi sento in colpa, è vero, ma che quel bacio era la cosa che desiderassi di più in quel momento, Juliet e che lo rifarei anche adesso se voi solo me lo permetteste.—
Sentiva caldo adesso, Christopher, ardeva di qualcosa che non riusciva a spiegarsi che lo stava spingendo irrimediabilmente verso le labbra di lei. Lei, che quelle labbra le teneva serrate in una linea talmente dura e rigida da sembrare infrangibile. Si accorse che gli occhi di Juliet brillavano, che il respiro era diventato più pesante, e che stava per dire qualcosa che a Christopher non sarebbe piaciuto.
Quindi fermò le sue parole sul nascere. —So che lo sentite anche voi— sussurrò. —E so che siete spaventata, Juliet, ma vi prego, vi imploro, credetemi: io non riderei mai di voi.—
Lei scosse la testa. —Vi avevo detto di starmi lontano, perché non riuscite a farlo?
—Perché ho deciso che vi voglio— rispose lui con la voce rauca. Juliet strinse gli occhi. —Voi avete deciso?— ringhiò, piantandogli i palmi delle mani contro il petto. Cercò di spingerlo via, ma non ci riuscì. Lui era pressoché inamovibile. Questo la fece infuriare ancor di più. —Allontanatevi, subito!—
Christopher le bloccò le mani, abbassandoglieli in grembo.

—Non urlate, vi prego. Non voglio che i vostri genitori o la servitù pensino che sono un molestatore.—
Lei sogghignò. —È quello che sembrate— replicò, cercando di non pensare a quanto il bisogno di baciare quelle labbra fosse diventato impellente. —Lasciatemi— ripeté. Ma il tono della sua voce non fu abbastanza convincente per Christopher. All'improvviso lei vide i suoi occhi assumere un'altra piega, più morbida, più dolce, come miele versato su un campo di battaglia, e il cuore cominciò a riempirsi di qualcosa di diverso dalla rabbia o la tristezza.
—Concedetemi solo questo, Juliet, vi prego. — Le lasciò andare le mani quasi senza accorgersene.

Incapace di resistere, lei ne sollevò una e gli scostò una ciocca ancora bagnata dalla fronte. Era così bello, non poteva fare a meno di pensare, eppure la faceva infuriare, e...
Lui non si stava ritraendo al tocco della sua mano, tutt'altro. Si stava avvicinando.
—Un bacio, Christopher— disse in un sussurro, deglutendo, omettendo il fatto che mai, lei, aveva baciato qualcuno in vita sua. Per qualche ragione, però, non le importava che non sapesse baciare. Gli angoli della bocca di Christopher si incurvarono in un sorriso appena accennato.
— Non vi concederò altro — continuò lei. —Avete...
Ma lui aveva abbassato la testa, aveva chiuso gli occhi, le aveva preso il volto tra le dita e, prima che la Juliet potesse rendersene conto, la stava già baciando.

- IN REVISIONE - Loving Juliet.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora