La prima settimana dalla morte di sua madre era trascorsa a rallentatore, per Juliet. La speranza che non fosse realmente accaduto si era definitivamente vanificata, scontrandosi con la terribile verità che per sette giorni si era rifiutata di accettare: Amanda Palmer se n'era andata. Suo padre era disperso, Anne era a Kensington all'oscuro di tutto, Rose era ancora una sorta di sconosciuta e Christopher... Christopher era un codardo.
Lei, però, non gli avrebbe permesso di annientarla.
Nonostante fosse diventata più che consapevole dei propri sentimenti, Juliet era anche decisa ad abbandonare il proposito di un futuro insieme a lui. Dopo la proposta scandalosa che il duca aveva fatto a Rose, lei aveva compreso che tra loro non sarebbe mai potuto esserci qualcosa di più del semplice affetto che si ha tra due amici. Non importava che si fosse scusato, che le avesse chiesto di capire e le avesse spiegato le sue motivazioni; Christopher aveva esagerato. Ma in fondo, lei si sentiva più triste che delusa. Bastava che alla mente riaffiorasse il ricordo dei loro baci, degli occhi del duca, del calore che il emanava dal suo corpo, per farle correre un fremito lungo la schiena. Seppur ancora giovane, Juliet era convinta che mai più avrebbe provato sensazioni simili perché l'amore, come dicevano i suoi genitori, non doveva essere il perno di un matrimonio.
Eppure, se si sforzava, riusciva a ricordare il giorno dell'assalto alla carrozza, lo sguardo disperato di John Palmer nel momento in cui aveva visto sua moglie morire. Aveva gridato così forte che Juliet aveva sentito l'eco di quelle urla con dentro le ossa, un suono che le si era inciso sotto la pelle, nel profondo del cuore. E finalmente, dopo più di vent'anni, aveva compreso che non importavano le parole, quanto i gesti. John le aveva dimostrato che, nonostante i dogmi con cui aveva cresciuto Anne e Juliet, era davvero innamorato di Amanda. Allora, forse, c'era ancora una piccola speranza di trovare un marito che Juliet riuscisse ad amare. Il pensiero che quel marito non avrebbe mai assunto l'immagine di Christopher Morgan la tormentava giorno e notte.
Doveva lasciarlo andare. Così era giusto. Ma una parte di lei, seppur minuscola, continuò a sperare anche quando, il pomeriggio della domenica, Christopher decise di andarsene e tornare a Morgan House.
—Devo semplicemente orientarmi per capire in che luogo siamo capitati, e quanta è la distanza dalla mia residenza— dichiarò dopo pranzo, alzando un braccio. Si schermò gli occhi alla luce pallida del sole di primo pomeriggio per scrutare l'orizzonte.
Rose lo raggiunse con in braccio Joshua. —Hampshire— disse.
—Hampshire?— replicò Juliet aggrottando la fronte. —Siamo nell'Hempshire?
La ragazza annuì. —E se voi siete davvero il nuovo duca di Morgan...— continuò gettando uno sguardo a Christopher, —venite dal Sussex. West Sussex, dico bene?
—Non avreste potuto dirlo meglio— farfugliò Christopher, teso. Se era vero che si trovavano nell'Hempshire ci sarebbero voluti giorni e giorni prima di tornare a casa. E senza un cavallo, soprattutto. Dove diavolo li aveva trascinati, Darcy? Christopher chiuse le mani a pugno per impedirsi di dare sfogo alla rabbia e rompere qualcosa.
—Ce la faremo— disse Juliet risoluta. —È una distanza notevole, ma non è impossibile.
—Ha ragione— concordò Rose. Christopher scosse la testa e le fissò con aria corrucciata. —Non abbiamo nemmeno un cavallo— gli fece notare.
Tutti e tre tacquero per qualche secondo, poi Rose sorrise. —Abbiamo una barca, però.
—Una barca?— ripeté Juliet interdetta. Non ricordava di essere mai salita su un mezzo simile; la cosa la eccitava e turbava al tempo stesso. Come sarebbe stato trascorrere intere giornate in compagnia di Christopher? Non doveva pensarci, si rimproverò aspramente. Lui non poteva più contare nulla per lei.
—Dwight la usava spesso quando veniva mandato a chiamare dai villaggi al di là del fiume— spiegò Rose, accarezzando i minuscoli ciuffi di capelli del figlio che dormiva tra le sue braccia. —È dietro la stalla dei maiali. Dovreste avere spazio a sufficienza per entrambi.
—Non verrete con noi, Rose?— domandò Juliet, allarmata. Nonostante il turbamento dovuto alla proposta di matrimonio, lei non riteneva Rose colpevole di nulla. Cominciava a provare un sincero affetto verso la ragazza, e il pensiero di lasciarla la rammaricava.
—Rose?— la chiamò Christopher. Anche lui, meditò Juliet, doveva essere della sua stessa opinione.
Lei scosse il capo con aria malinconica. —Mi piacerebbe, davvero. Sono nata e cresciuta a Petworth, e lì ci sono ancora tutti i miei averi, i miei sogni, ma non posso tornare. Mio padre scoprirebbe del mio ritorno e mi darebbe la caccia. — Scosse ancora la testa come per intendere che quell'eventualità non doveva nemmeno lontanamente essere presa in considerazione. —Comprendetemi, vi prego: ho un figlio a cui pensare. Mio padre non lo riconoscerebbe mai. Io non permetterò che venga umiliato anche lui.
C'era una nota amara nella voce di Rose, accompagnata a un tono tremulo che strinse lo stomaco di Juliet. La sofferenza che aveva attraversato e di cui tuttora era vittima era palpabile. Nessuno poteva fingere un dolore come quello di essere stati rinnegati dalla propria famiglia. Rose era onesta e pura, era vera. Incontrare una persona simile in un'epoca simile era un privilegio. Gli occhi di Juliet si inumidirono. —Mi mancherete, miss Rose. Mi mancherete davvero.
—Anche voi— sussurrò la ragazza. Sfiorò la fronte di Joshua con le labbra, mostrando l'abbozzo di un sorriso. —Staremo bene.
—Torneremo a prendervi— dichiarò Christopher, dopo essere rimasto in silenzio per il resto della conversazione. Juliet finse che le sue parole non la toccassero, ma nel profondo avvertì una punta di gelosia che accantonò bellamente.
Rose lo fissò, amareggiata.
—Quando Joshua sará cresciuto almeno un po', io sistemerò le cose— disse. —E tornerò a casa. Nel frattempo voi vi mi avrete già dimenticata.
—Impossibile— proruppe il duca, serio. —Non potremmo mai dimenticare una persona come voi, Rose.
—Non accadrà— si accodò Juliet con un sorriso di consolazione. Le strinse il braccio con dolcezza, indicando Joshua con lo sguardo. —Vi ricorderò per sempre. E vi prego, quando tornerete, Rose, venite a trovarmi.
Rose annuì con affetto.
Christopher le si avvicinò a passo misurato. —Vi prometto che vi farò avere tutto il necessario affinché possiate condurre un'esistenza quantomeno degna di voi. Nel frattempo, prendete questi.
Christopher estrasse dalla tasca dei pantaloni un sacchetto che tintinnò quando lo porse alla ragazza. —C'è una fessura nella tasca— spiegò. —Anche se avesse voluto, la persona che ci ha rapiti non avrebbe potuto rubarli. Prendeteli, Rose. Servono più a voi che a me.
Juliet si accorse dell'espressione di Rose e intuì che presto sarebbero arrivate altre lacrime. Quelle, però, sarebbero state lacrime di commozione. Era incerta se accettare o no quel denaro, e questo la rendeva ancora più onesta. Tuttavia, viste le condizioni in cui viveva e con un figlio di appena un mese, il bisogno di denaro prevalse sulla natura bonaria di Rosalind Daniels.
—Vi ringrazio— mormorò prendendo il sacchetto, mentre con l'altro braccio reggeva Joshua. —Vi sarò eternamente grata.
Christopher le sorrise attraverso la folta barba scura. —Abbiate cura di voi, Rose.
Un'ora più tardi, Christopher remava senza freno lungo le coste del River Way sulla piccola barca. Juliet, avvolta in un mantello di lana che le aveva donato Rose, osservava infreddolita il paesaggio attorno a loro. Christopher non aveva previsto che agli sgoccioli di dicembre il fiume fosse già attraversato da modeste lastre di ghiaccio. Il freddo era pungente. Avrebbe voluto scaldare Juliet, ma il suo silenzio era più tagliente di quelle lastre di ghiaccio.
Con un sospiro sconsolato, diede un altro colpo di remi e intuì che il viaggio sarebbe durato giorni e sarebbe stato uno degli ostacoli più difficoltosi della sua vita.
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- IN REVISIONE - Loving Juliet.
RomanceWest Sussex, 1837 Juliet Palmer è la semplice figlia di un baronetto di campagna e paventa il giorno in cui dovrà sposarsi, conscia del fatto di non essere all'altezza delle belle fanciulle dell'aristocrazia londinese. Da sempre immersa in libri e...