23. Senza pudore

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Rose si congedò da Juliet per mettere il piccolo Joshua a dormire nell'altra stanza, adiacente alla cucina. Lei, tuttora turbata dal comportamento di Christopher, decise che non avrebbe sopportato di restare distesa su quella branda ancora per molto. L'emicrania era passata, e lei si sentiva pressoché bene. Fece scivolare le gambe fuori dalla coperta e si alzò in piedi. Le ci volle qualche istante per riacquistare l'equilibrio, ma quando ci riuscì si chinò per raccogliere la coperta e mettersela sopra le spalle. Fuori doveva far freddo, e Juliet aveva una questione in sospeso con il duca. Ne avrebbe approfittato adesso che sarebbero stati soli.

Rose aveva detto che non c'era nulla in lei che non potesse far battere il cuore di un uomo, eppure Juliet non riusciva ancora ad apprezzarsi. Non era sufficiente che fosse un'altra donna a dirglielo. Doveva essere lui.

Si avvicinò alla porta di servizio. Il duca l'aveva lasciata semiaperta, e lei poté scivolare fuori senza fare rumore. Poi, d'improvviso, si pentì di aver messo piede fuori dal letto. Christopher era a torso nudo, in piedi davanti a un secchio d'acqua che gli arrivava poco sopra le ginocchia, e le voltava le spalle. Juliet sapeva cosa dovesse fare: rientrare prima che lui si accorgesse che lo stava guardando. Ma non si mosse da lì. Era la prima volta in vita sua che vedeva un uomo così imponente semisvestito.

La testa le stava urlando di andarsene, che non era appropriato spiare di nascosto un duca che si lavava, eppure le gambe non ne volevano sapere di schiodarsi dal suolo. Lo sguardo era avvinghiato alla schiena nuda di Christopher, a quel fisico scultoreo. I capelli erano più lunghi di quanto ricordasse, e l'acqua vi scendeva in mezzo silenziosa riversandosi sui muscoli in rilievo della sua schiena. Christopher alzò le braccia per spostarsi indietro i capelli, e si lasciò andare a un lungo sospiro. Poi, prese la camicia e se la infilò dalla testa.

Juliet sapeva che era ormai troppo tardi per rientrare, ma pensò che in fondo non stesse commettendo nulla di scandaloso... forse in effetti era così. Quale signorina per bene sarebbe rimasta ad ammirare la schiena nuda e muscolosa di un nobile senza sentirsi impudica? Perché lei non si sentiva così. Tutt'altro, era corrosa dalla frenesia di toccare quei muscoli, di far scorrere le dita laddove i fianchi si restringevano e i calzoni impedivano la vista di cosa ci fosse al di sotto. Inconsapevolmente, Juliet prese a mordicchiarsi un labbro, ma in quel momento Christopher si asciugò le mani sul tessuto dei pantaloni e sollevò la testa. Però le dava ancora le spalle.

—Deve piacervi molto questo spettacolo se non siete ancora rientrata— disse senza ombra di derisione. No, era piuttosto... eccitazione.

Juliet trasalì, percependo un calore rovente sulle guance.

—Io... non avevo intenzione di spiarvi.—

Christopher si voltò e lei divenne ancora più paonazza. Alcuni rivoli d'acqua gli scendevano dalle tempie giù per il collo e altri inzuppavano il colletto della camicia bianca. Era una visione eterea perfino quando non si sforzava di esserlo. Juliet non si accorse nemmeno che la coperta le era scivolata dalle spalle e le era caduta dietro le caviglie.

Si sarebbe dovuta sentire mortificata, perché non era così che sua madre le aveva insegnato a comportarsi, eppure l'aveva trovata una delle esperienze più eccitanti della sua vita. Allarmata, realizzò che avrebbe desiderato inconsciamente guardare più a lungo e altre parti del suo corpo, se tutto era bello quanto la sua schiena...

—Come vi siete accorto che ero qui?— gli domandò con un lieve tono d'accusa. —Avreste dovuto impedirmi di guardare.

—Il vostro profumo è inconfondibile, Juliet— rispose lui avvicinandola. —E poi volevo che mi guardaste.

Juliet sogghignò. —Ma certo. Dovete essere abituato a essere osservato, dico bene?

Christopher aveva un sorriso indulgente sulle labbra, che si attenuò appena lei pronunciò quelle parole. —Sì, Juliet, sono abituato a essere osservato. Ma io volevo che mi guardaste voi.

Aveva la voce bassa e sensuale, si rese conto lei, come se fosse... eccitato. Christopher era eccitato davanti a lei? Com'era possibile?

Il suo cuore cominciò a battere a un ritmo sempre più frenetico, fino a quando lui non annullò la distanza tra loro e cominciò a fissarla, imponente, dall'alto. Adesso sorrideva di nuovo. Juliet ricordava bene quel sorriso, era lo stesso che Christopher aveva il giorno del loro primo bacio.
—Allora, Juliet, non avete ancora risposto alla mia domanda. Vi è piaciuto lo spettacolo?

—Moltissimo.—

Lo disse in un sussurro ma il duca la sentí comunque. Cielo, come aveva potuto dirlo? Quella era la prova vivente che stava perdendo la testa. Siete bellissimo, avrebbe voluto dirgli, ma quello sarebbe stato definitivamente troppo. Fissandola con occhi languidi, Christopher si abbassò verso il suo orecchio e lei venne attraversata da un brivido di piacere. —Non avete idea di quanto la cosa mi renda felice.

Juliet non poteva permettergli di aggiungere altro. Non credeva che lui la stesse prendendo in giro, ormai aveva la sua piena fiducia, ma era diventata improvvisamente consapevole di cosa quella vicinanza rappresentasse. Non doveva cedere ai suoi istinti. Si girò e fece per tornare dentro, ma le mani di Christopher le cinsero la vita. Erano calde e rassicuranti... Juliet inspirò a lungo per ritrovare possesso di sé.

Ma poi, lui pronunciò il suo nome in un sussurro che le sfiorò i capelli e le incendiò il sangue. —Juliet...—
Allora lei si voltò di nuovo e istintivamente gli fissò le labbra.

—Non avete idea di quanto io vi desideri— mormorò lui con voce resa roca dal desiderio. Juliet non gli lasciò continuare la frase. In un impeto di audacia si sollevò sulle punte dei piedi e premette le labbra sulle sue. Un gesto quasi disperato, folle, e lei ne era consapevole, tuttavia sapeva ormai che la ragione aveva perso la battaglia con il suo corpo.

All'improvviso non ricordò più nemmeno il motivo per cui era uscita fuori per discutere con lui. Di qualunque cosa si trattasse, pensò, poteva attendere.

Le emozioni la trafissero centimetro dopo centimetro. Erano sublimi, ma pericolose, eppure lei si sentiva così bene tra le sue braccia, con la sua bocca che si muoveva languida per accedere alla propria che poteva convincersi che non le sarebbe servito altro per tutta la vita. Juliet si arrese a quel bacio peccaminoso, e Christopher si impadroní della sua bocca, della sua lingua, con la delicatezza di un angelo e la tenacia di un guerriero. Quando le sfuggí un gemito, lui si staccò appena un istante, e la guardò. Aveva gli occhi grandi e luminosi, e così caldi che Juliet avvertí una sensazione di calore in ogni angolo di sé.

—Oh, Juliet...

Sembrava scosso e turbato, ma Juliet sapeva perché aveva percepito quel tono nella sua voce. Il duca si sentiva colpevole. Anche lei avrebbe dovuto sentirsi tale, ma era ben lungi dal provare senso di colpa. Avrebbe desiderato che quel bacio continuasse in eterno. Questo faceva di lei una sorta di sgualdrina? No, pensò, la rendeva solo estremamente umana.

Christopher abbassò le braccia e appoggiò la fronte sulla sua.
—Avevamo giurato che non si sarebbe ripetuto— ansimò. Aveva il respiro pesante, come se avesse corso per un chilometro.

Juliet gli prese il viso tra le mani, in un gesto talmente intimo ma che sembrava terribilmente giusto in quel momento. —Ho desiderato baciarvi ogni giorno da quando ve ne siete andato. Penso che potrei vivere solo dei vostri baci, Christopher.

Non c'era cosa più vera che avesse mai detto. Non riusciva a comprendere dove fosse finito il suo senso del pudore, la sua riservatezza, ma non le importava; non si sarebbe pentita di volere quei baci, di volere lui.

—Io non... — cominciò Christopher scuotendo la testa.

—Voi non potete e io lo so— concluse Juliet per lui. —Ma non ho intenzione di rinunciare a questo per le mie e le vostre colpe. A meno che non siate voi a volervi rinunciare.

Christopher la fissò a lungo, le labbra gonfie dei baci che si erano appena scambiati, gli occhi che non riuscivano a vedere altro se non quella ragazza così forte, così dolce, così bella. Juliet era la cosa più bella che avesse mai visto, che avesse mai posseduto, e non era disposto ad abbandonarla. Lei lo faceva stare bene. E lui aveva terribilmente bisogno di stare bene.

—No, Juliet, non ho alcuna intenzione di rinunciare a voi.

Lo disse con assoluta certezza, prima che si chinasse su di lei e la baciasse di nuovo. Ma stavolta, si trattò di un semplice sfiorarsi di labbra, un contatto più fugace che comunque fu in grado di riscaldare dolcemente il cuore di entrambi.

- IN REVISIONE - Loving Juliet.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora