Christopher era ancora scosso per quanto Rose aveva detto. Non credo di aver mai visto un uomo tanto innamorato. E l'aveva detto davanti a Juliet. Lui innamorato di Juliet? No che non lo era. Come sarebbe stato possibile essere innamorati di qualcuno che conosceva da così poco tempo? No, Christopher non era innamorato di lei. Era assurdo. L'avrebbe percepito nel profondo, era così che supponeva andassero quelle cose. Eppure... pensò al giorno in cui aveva conosciuto Juliet Palmer, alla sua foga quando l'aveva accusato di ridere di lei, all'ardore dei suoi occhi, al loro unico bacio che sembrava essere avvenuto anni prima.
Quel bacio l'aveva travolto, ricordò.Mai nella sua vita aveva sperimentato la sensazione di piacere, di beatitudine e di completezza che gli aveva regalato quel contatto tra le loro bocche. Era stato davvero uno dei baci più belli ed eccitanti che avesse mai dato e ricevuto nel corso degli anni.
E poi, Christopher ripensò a quando l'aveva vista inerme su quel letto avvolto dal fumo e al terrore di perderla, perché se Juliet fosse morta, lui non sapeva se sarebbe riuscito ad andare avanti. Ma questo non implicava che fosse innamorato. Era decisamente inconcepibile. A Juliet lo legava a questo punto solo un profondo affetto, ma non era possibile si trattasse di amore. Del resto, Christopher non si era mai realmente innamorato, quindi non poteva saperlo con certezza, ma rifiutava di credere che lo fosse di Juliet Palmer.
Soprattutto perché sapeva di non poterla sposare.—Rose ama chiacchierare. Non è così, Rose?— disse scrollando una mano come per intendere che quello che aveva detto era totalmente impensabile e fuori luogo. Era paradossale che avesse usato certe parole, perché conosceva Rose solo da un paio di giorni, ma lei sembrò intuire cosa Christopher volesse dire con quel gesto e scoppiò in una risata cristallina.
–Ma sì, certamente. So che non siete sposati e che la fratellanza dei tempi di Caino e Abele vi unisce come un marchio, dunque, ahimè, ho parlato a sproposito.Christopher rise nervoso, lanciando un'occhiata a Juliet. Con sollievo si accorse che anche lei stava ridendo, anche se lo faceva con più delicatezza.
—Il duca di Morgan non sposerebbe mai una come me— dichiarò. —Non è così, Vostra Grazia?— lo apostrofò.
Christopher si sentì mancare il fiato. Era tornata la sua solita irruenza e nulla avrebbe potuto renderlo più felice, eppure... Juliet aveva ancora una così scarsa considerazione di sé che gli si spezzò il cuore. Lo aveva deliberatamente provocato, ma Christopher scelse di non rispondere a quella chiara provocazione perché sapeva che lei soffriva già a sufficienza per la sua condizione.—Credo che andrò a sciacquarmi— proruppe alzandosi in piedi. Afferrò uno sgabello e lo mise davanti alla branda di Juliet, che lo fissava ancora in attesa di una risposta, e Rose vi sedette sopra. Suo figlio si era addormentato, ma lei continuava a cullarlo dolcemente tra le braccia.
Un tesoro prezioso per una madre.
Juliet si domandò come dovesse essere sentirsi madre. Guardò Christopher che usciva dalla porta di servizio senza degnarla di uno sguardo e una parte di lei volle piangere. Forse, pensò, era normale comportarsi così. Una sconosciuta aveva detto ad alta voce che il duca era innamorato di una come Juliet Palmer. Sospirò amareggiata. Chiunque avrebbe adottato un atteggiamento simile. Ma certo, considerò scuotendo la testa; come poteva credere, quella ragazza di nome Rose, che Christopher Morgan potesse amare la sciocca figlia di un baronetto di campagna? Una ragazza che non possedeva una dote considerevole, che non era bella, che passava inosservata ovunque andasse... avrebbe messo in ridicolo il duca.
Ecco la verità.Sua madre non c'era più, sua sorella era ignara di tutto a Kensington, suo padre era finito in chissà quali mani, e lei aveva perso un'identità. Nascosta in una fattoria, Juliet era diventata un'ombra e Christopher l'aveva bellamente rifiutata davanti a una sconosciuta. Ovviamente non provava nulla per lei. Come avrebbe potuto, del resto? Juliet era solo la piccola, ingenua, appassionata di romanzi e poesie, il che la rendeva una ragazza perspicace, ma l'intelligenza a corte non era né mai sarebbe stata vista di buon occhio per un matrimonio prosperoso. Lui l'aveva salvata da una morte certa, perché era sicura che l'uomo dai capelli biondi non si sarebbe curato di portarla via dalle grinfie di un incendio, ma ciò non implicava che provasse dei sentimenti verso di lei.
L'aveva fatto per riflesso d'animo; Juliet ormai sapeva che tipo di uomo fosse Christopher Morgan, ed era consapevole che non avrebbe lasciato morire un'innocente. Ma questo non rendeva il duca innamorato di lei. Se pensava che quel bacio lontano avesse smosso qualcosa dentro di lui, era un'ingenua. Aveva ottenuto la sua piccola soddisfazione personale, e Juliet aveva ceduto. Ma quando ci ripensò, il suo cuore si incrinò un poco.Rose la stava fissando. Si rese conto che probabilmente non aveva mai smesso di farlo da quando Christopher era uscito. Juliet era rimasta in silenzio ad arrovellarsi la mente sui ricordi, e ciò l'aveva portata a tacere.
—Vi sentite bene davvero?— le domandò, sinceramente in ansia. —Siete ancora pallida e i vostri occhi sono lucidi.
—Non preoccupatevi— disse lei, passandosi una mano sugli occhi ed esibendo un flebile sorriso di cortesia. —Sono ancora un po' debole, ma sto bene. Vi ringrazio per quello che avete fatto per me, Rose. E per Christopher.
Rose le scoccò un'occhiata gentile, come se una parte di lei comprendesse quello che si agitava nell'animo di Juliet. —Il vostro nome è Juliet, vero? Il duca mi ha parlato di quello che vi era accaduto e... dicevo sul serio, poco fa.
Quando Juliet assunse un'espressione confusa, Rose si spiegò meglio. —Riguardo ai suoi sentimenti. Credo davvero che provi qualcosa per voi.
—Impossibile— replicò lei, alzando la voce per l'amarezza. —Mi avete vista bene? Sono scialba e insignificante, un insetto in pratica. Nessuno mi ha mai degnata di attenzione.
Non lo disse per farsi compatire. Fin dall'infanzia era stata circondata da elogi verso sua sorella, da menti denigranti il suo aspetto fisico, nessuno che avesse mai osato avvicinarla perché chissà di quali idiozie sarà invasa la sua mente a causa di tutti quei libri...
Una donna intelligente era un'arma a doppio taglio, e lei ne era consapevole. Nessuno l'avrebbe scelta in moglie, e quella era un'altra delle ragioni che si sommavano al suo aspetto per allontanare un uomo del suo stesso lignaggio, figurarsi uno come Christopher Morgan.
Rose tacque per alcuni istanti, poi le sorrise di nuovo, stavolta con più convinzione.
—Eccome se vi ho guardata bene. Vi ho osservata attentamente, perché da quando il padre di Joshua se n'è andato, osservare è uno dei miei impieghi preferiti.Sospirò, poi baciò Joshua sulla fronte e tornò a guardarla. Juliet non si spiegava ancora perché le rivolgesse quegli sguardi gentili, come se fossero accomunate da chissà quale passato, come se Rose la comprendesse davvero in qualche modo. Era la prima volta che qualcuno, a parte il duca, la guardasse con sincero interesse.
—Credetemi, Juliet— riprese Rose, il tono di voce determinato e convinto, —non c'è assolutamente nulla in voi che non possa far battere il cuore di un uomo come quello.
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- IN REVISIONE - Loving Juliet.
Любовные романыWest Sussex, 1837 Juliet Palmer è la semplice figlia di un baronetto di campagna e paventa il giorno in cui dovrà sposarsi, conscia del fatto di non essere all'altezza delle belle fanciulle dell'aristocrazia londinese. Da sempre immersa in libri e...