Nonostante l'allerta meteo, tutti i locali pubblici- scuola compresa- rimangono aperti. Durante la pausa pranzo, una spruzzata di neve comincia a posarsi lievemente sugli alberi, sulla strada e sulle auto dei professori e degli studenti dell'ultimo anno parcheggiate dietro alla scuola.
Le teste di decine di studenti si voltano verso le ampie finestre della mensa per ammirare il silenzioso e inesorabile spettacolo dei fiocchi di neve. Altri, invece, iniziano ad imprecare a voce alta o perché hanno la macchina nuova o perché hanno paura a tornare a casa se la neve comincia ad attecchire sulle strade.
In ogni caso, non è un problema mio e dei miei amici Anne e Aaron, visto che prendiamo sempre l'autobus.
- Ora sì che inizia ad esserci una vera atmosfera natalizia.- approva Anne, scartando il suo secondo tramezzino al tacchino.
- A proposito, che ne dite se questo weekend andassimo a fare un giro ai mercatini di Natale?- propone Aaron.
Annuisco, aggiungendo che secondo me è un'idea fantastica. Mi piace uscire con loro due perché, oltre al fatto che sono i miei unici amici, hanno dei caratteri molto simili al mio: sono pacati, gentili e discreti. Non sono sciocchi e superficiali come Jonah Marais, Corbyn Besson e i loro tirapiedi, ma non sono nemmeno dei morti che camminano. Diciamo che, come me, hanno un'idea moderata del divertimento.
- Sarebbe perfetto, così potrei comprare i regali per i miei genitori e per mio fratello.
- Anne, Natale è fra meno di dieci giorni.- la rimprovera Aaron sbarrando gli occhi.- Io ho preso tutti i regali minimo un paio di settimane fa, compresi quelli per voi due.
- D'accordo, ma tu hai un problema cronico con le scadenze.- lo prendo in giro bonariamente.
Aaron scuote la testa, borbottando qualcosa fra sé e sé mentre finisce il suo pranzo.
- Claire, non ci hai più detto niente del lavoro al negozio di tua zia.- Anne cambia argomento.- Come sta andando?
- Lo adoro. Sto pensando seriamente alla possibilità di mandarlo avanti da sola quando zia Laila non ne vorrà più sapere.
- Beata te che hai già le idee chiare.- sospira Aaron.- I miei vogliono che vada a studiare legge come hanno fatto loro, ma piuttosto di marcire sui libri di diritto civile e penale preferirei vivere da eremita.
- Ti ci vedo, sai, con il tuo bastone e la tua sacca di iuta in giro per gli Appalachi.- scherza Anne, rubando una patatina dal vassoio di Aaron, che le rivolge una finta occhiata rancorosa.
- Ad ogni modo, dubito che mia madre mi permetterebbe di lavorare a tempo pieno nel negozio della zia.- replico sconsolata.- Spero almeno di riuscire a convincerla a farmelo passare come secondo lavoro.
- Se a te piace, tua madre non dovrebbe interferire.- mi appoggia Aaron.
- Tuo padre, invece, cosa ne pensa?
- Non gliene importa granché.- mi stringo nelle spalle.- Continua a ripetere che la vita è comunque piena di imprevisti e fregature, quindi tanto vale scegliere almeno un lavoro che mi piaccia sul serio.
- Parole sante.- concorda Aaron.- Fallo parlare coi miei, magari riesce a far esplodere la loro bolla immaginaria in cui io sono il nuovo Harvey Specter.
- Ti manca solo la laurea e due nei sul sopracciglio sinistro, l'acidità di Harvey Specter ce l'hai già.- lo punzecchia Anne ridacchiando.- E a volte sei pure stronzo come lui.
Aaron le fa il terzo dito e scarta imperterrito una barretta ai cereali.
- A proposito di persone stronze, indovinate chi è venuto a comprare un mazzo di fiori l'altro ieri?
STAI LEGGENDO
Venom// Jonah Marais Why Don't We
FanfictionAmore è solo una parola, ma tu porti la definizione.