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Cara Teresa

Ti scrivo questa lettera per porgerti le mie più sentite scuse, sono scappato e so che non me lo perdonerai mai. Ma io ti avevo avvertita che un giorno sarebbe accaduto.
Vorrei poterti abbracciare, dirti che tutto andrà bene e che starai meglio, ma mentirei e sai che a papá le bugie non sono mai piaciute. A te ne ho raccontate fin troppe e in mia difesa dico che erano tutte a fin di bene.
Mi sono sempre comportato male con te e tu me ne hai sempre voluto per questo.
La mamma diceva che sarei diventato un villano e che non avrei avuto un futuro con nessuna donna di questo mondo per via del mio carattere, ma sai, a me bastava solo divertirmi; non ho mai voluto una sposa come tu non hai mai voluto un marito.
Adesso mi rendo conto del perché, insomma, a me bastavi tu.
Ti ho abbandonata. Merito il tuo odio più di chiunque altro.
Secondo la nonna sono un pessimo esempio per tutti e scappando le ho dato ragione.
Ci rivedremo un giorno, fidati, anche se so che tu mi fiaccherai un paletto di legno nel cuore.
Tu adesso mi odi e lo so, potrai pugnalarmi infinite volte, tirarmi coltelli sperando di beccare la mia testa, ma niente di questo mi impedirá di smetterla, di smettere di essere tuo fratello.
E che tu lo voglia o no io ero, sono e sempre rimarrò tuo fratello e tu mia sorella.

Tuo fratello.

Leggere quella lettera non aveva senso, eppure lo stava rifacendo, per l'ennesima volta dopo le altre mille prima di quella.
-me la ricordo quella lettera.
Risuonò una voce nelle sue orecchie che la costrinse a tornare nel mondo reale.
-tuo fratello la scrisse prima di andarsene e mi chiese di dartela solo quando lui sarebbe stato abbastanza..
-..lontano, si lo so nonna, me lo ripeti sempre.
Posò il foglio ormai ingiallito sul tavolo e raggiunse la signora anziana che stava lavando i piatti.
Si alzò le maniche della maglia fino ai gomiti e cominciò a sciacqauare i piatti e le posate insaponate.
-sai cosa non ho mai capito di quel bastardo di mio fratello?
Curiosa la nonna le domandó:
-no, cosa?
-il perché lui se ne sia andato. Perché proprio quando io avevo solo lui.
-perché non sapeva badare a se stesso, se fosse rimasto avrebbe avuto anche te a cui badare e, ovviamente, non ce l'avrebbe fatta, quindi scappò.
-si ma non penso che sia stato solo per quello nonna, c'era sicuramente dell'altro.
Finì di asciugare gli ultimi piatti rimanenti e li ripose al loro posto.
-tesoro, adesso non pensarci va bene?- la nipote sbuffò e guardò la nonna -saranno ormai anni che non vai più a scuola, potresti trovarti un lavoro come designer in centro.
-si nonna lo so.
-e allora su, vai.
Sbuffò e sorrise.
-Perché sei convinta che io debba trovarmi un lavoro? Non ci servono soldi in più.
-è per te il lavoro! Non per i soldi, non per me, né per la casa, ma per inserirti nella società, io ormai sono vecchia, non posso più lavorare e non ne ho più bisogno.
Rise la nonna alla sua ultima frase.
-non andrò a cercare un lavoro per ora, farò solo un giro della città.
Si asciugò le mani con una tovaglia da cucina e si avviò alla porta. Prese le chiavi e le ripose nella tasca.
-allora vado nonna.
Disse la ragazza aprendo la porta.
-stai attenta tesoro, buona giornata!
Disse la nonna con il suo solito tono affettivo.

Si chiuse la porta alle spalle e sospirò.
Scese i gradini del portico, attraversò il vialetto e salì sulla sua moto.
La accese e partì.

Raggiunse il centro della città in poco tempo, parcheggiò la moto e cominciò a passeggiare.
New Orleands, una città movimentata e sempre in festa. Ci passava le estati e alcune feste lí.
Aveva anche imparato a conoscere la gente del posto, soprattutto una in particolare.
Sorrise al pensiero e camminando si ritrovò al quartiere Francese.

La gente li era molto più movimentata e si festeggiava sempre.
Vide un gruppo di ragazzi che parlavano tra di loro e vide una faccia familiare.

-come sempre dovrete essere discreti, non fatevi notare e trovatela.
-ma guarda! Che strana gente si può trovare in giro per New Orleans!
Lei con le mani nelle tasche del giubotto di jeans si avvicinò sorridente.
Il ragazzo di pelle scura alzò lo sguardo sulla ragazza.
-Chi non muore si rivede!
Esclamò il ragazzo.
Congedò i suoi ragazzi che si sparsero e corse ad abbracciarla .
-ooh Teresa! Mi sei mancata tantissimo.
Disse lui.
-anche tu Marcel!
Sciolsero l'abbraccio.
-vieni, andiamo a prenderci qualcosa.
La spinse leggermente con una mano dietro la schiena e la condusse in un bar.
Entrando il calore li travolse.
-questo Teresa, è il bar migliore di tutto il quartiere francese.
Teresa si guardò intorno.
-non me lo ricordo questo bar.
Marcel rise.
-questo perché è stato inaugurato dopo la tua ultima visita.
Presero posto al bancone e Marcel ordinò per entrambi un bicchierino di Barbon.
-allora, per quale motivo sei qui?
Chiese lui.
-beh vedi, era ora di cambiare aria dopo l'incendio, ti sarà arrivata voce.
-si ho sentito
Marcel bevve un sorso e lo stesso fece Teresa.
-si è trovato il responsabile?
-no, lo sto ancora cercando
Rispose lei.
Bevve un sorso e nel frattempo Marcel parlò
-ma sono passati quasi cento anni dall'incendio.
Lei sorrise.
-ed è da prima dell'incendio che io e te non ci vediamo.
Disse lei.
-già.
-so che siete sopravvissuti in pochi della tua famiglia.
-si, solo io ed i miei nonni; i miei genitori e mio fratello sono morti.
Marcel sgranò gli occhi.
-anche tuo fratello?
Chiese incredulo lui.
Teresa sospirò.
-Si, anche lui..
-ne sei sicura?
Chiese Marcel.
-si, perché?
-beh, ultimamente abbiamo avuto problemi con tuo fratello..
Teresa aggrottò la fronte.
-non è possibile.
-ti dico che era lui. Per forza.
-ti stai sbagliando Marcel. Lui è morto davanti ai miei occhi!
Marcel sospirò.
-avete ancora contatti con lui?
Chiese poi Teresa.
-no, se n'è andato prima che Klaus potesse ucciderlo.
-Klaus Mikaelson?
-si, è in città da ormai una anno.
Rispose lui.
Marcel lesse negli occhi di Teresa incredulità misto a preoccupazione.
-se vuoi posso portarti da Klaus, per saperne di più, siamo piuttosto amici.
Teresa lo guardò.
Lei sapeva benissimo della storia della vita di Marcel.
-Perché lui dovrebbe sapere qualcosa su mio fratello?
Chiese lei.
-credimi, conosco molto bene Klaus, so per certo che dopo la fuga di tuo fratello lo avrà sicuramente cercato.
-dici che saprà dove trovarlo?
Chiese Teresa.
Marcel sorrise.
-anche se non lo sapesse, tuo fratello ha ancora delle questioni in sospeso con Klaus ed Elijah- bevve un sorso di Barbon dal bicchierino- lo conosci, tornerà di sicuro a cercare Klaus.
Teresa si sistemò meglio sulla sedia.
-come facevi a non sapere che tuo fratello fosse vivo?
Chiese lui.
-te l'ho detto, l'ho visto morire davanti ai miei occhi.
Marcel posò il bicchiere dopo aver bevuto l'ultimo sorso.
-beh, è vivo, in qualche modo.

Diversamente uguali//Elijah MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora