~~ Capitolo 5 ~

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Il bel turista non si è fatto vedere nel pomeriggio, nonostante io l'abbia intravisto durante la mia pausa pranzo e non era da solo. Ha rimediato in fretta alla mia compagnia rifiutata. Una ragazza graziosa, che credo di aver già visto da qualche parte, gli stava accanto sorridendo.

L'americano sono convinta di averlo già incontrato, ma mi pare alquanto impossibile vista la mia situazione e la nostra evidente differenza di status. É vestito sempre tutto firmato, da capo a piedi, e io l'unica firma che posso permettermi è la mia dietro le tele dei dipinti.

Sospiro appoggiando il mento alla mano e guardando le pareti bianche ricche di dipinti intorno a me. La luce artificiale del soffitto illumina la stanza mentre la luce del sole si affievolisce. Fra quasi un'ora dovrò chiudere e lui ancora non si è fatto vedere.

Era tutto un inganno? Ha comprato il dipinto solo per invitarmi ad uscire a pranzo? Se l'ha fatto davvero, allora è proprio fuori di testa. Mi ha lasciato l'assegno con una cifra più alta di quel che doveva e nemmeno me ne sono accorta subito. Ho portato in galleria solo tre dipinti nuovi da mostrargli, ma ovviamente è stato inutile.

«Ciao.»

Sobbalzo sulla sedia, ma non posso impedirmi di sorridere. «Ciao.»

«Scusa il ritardo, ho avuto un piccolo contrattempo.»

Certo e quel contrattempo é una ragazza frizzante dai capelli castani. Almeno non ha cattivi gusti, anche se mi dispiace solo per lei, mi sembrava gentile. I suoi modi di fare nei confronti del turista erano dolci, perciò non deve essere una cattiva persona, ma sicuramente ingenua visto che é caduta nella trappola del moro.

«Non preoccuparti, per fortuna sei arrivato prima della chiusura.» dico cercando di mantenere un tono più formale possibile. Mi alzo in piedi e appoggio sulla scrivania le tre tele che ho scelto. «Ho portato altre tele. Cosa ne pensi?»

Si avvicina osservandole distrattamente per poco e poi si volta verso di me sorridendo con quella sua espressione che tanto mi infastidisce. Il suo viso sarebbe proprio bello, se solo riuscisse a tenere la sua espressione normale, se solo facesse trapelare di più le sue vere emozioni.

Il suo sguardo mi perfora e non riesco a capire perchè inizio ad essere tanto agitata. É un semplice ragazzo in jeans e camicia, dai capelli scompigliati e gli occhi castani più belli che abbia mai visto. Sono così caldi che riescono a scaldare anche me e questo non va bene.

Dannazione! Che vado a pensare? É bello, ma finisce qui, ho visto ragazzi molto più belli di lui, eppure... ha qualcosa che lo rende affascinante. Forse l'aurea che emana, o più probabilmente il marrone caldo dei suoi occhi che tradiscono quell'espressione indifferente che vuole mantenere. O il portamento elegante e sicuro di sé, magari potrebbero essere le sue grandi mani curate e mascoline, o... Non so, sto solo divagando.

Se solo fosse più simpatico e io fossi più intraprendente, gli avrei già chiesto di posare per me. Non tutto lui, anche se non sarebbe male, ma il suo volto. Dipingerei i suoi occhi quando ammira qualcosa che gli piace, o come le sue labbra si stendono in un sensuale sorriso, come ora.

Ora? Perchè mi sta sorridendo in questo modo? Perchè sento così tanto caldo? Che cavolo mi sta succedendo all'improvviso?

«Sei libera per cena?»

Come fa a spiazzarmi appena apre bocca? «Sono lusingata del tuo interesse, ma...»

«Mi farebbe piacere cenare e parlare di arte.» continua imperterrito, per poi sfoggiare il sorriso che suppongo faccia a tutte le ragazze, ma lo guardo male e lui smette. «Siamo partiti con il piede sbagliato, cosa ne dici di ricominciare?» chiede sorridendo speranzoso e allungandomi la mano. «Mi chiamo Leonardo e oltre ad essere interessato a comprare un altro dipinto, vorrei chiederti di uscire a cena. Che ne pensi?»

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