~ Capitolo 14 ~

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Contro ogni mia aspettativa e volontà, mi ritrovo seduta su una comodissima sedia al ristorante del Carlton in mezzo ad Arielle e Leonardo e davanti Cameron. Devo ancora capire come sia possibile che io mi trovi proprio qui, in questo posto a sorseggiare dell'ottimo vino bianco fresco e frizzante e a stuzzicare salatini e pesce. Piccole prelibatezze che mi mancheranno.

Il mio abito lilla non credo sia adatto alla situazione, ma fino a che sto seduta, nessuno lo noterà. Ha una scollatura a barchetta, con maniche lunghe e strette come il corpetto per poi aprirsi in una gonna morbida fino al ginocchio con piccoli ricami viola scuro. Le mie decolté sono alte e devo ammettere di aver avuto paura di cadere almeno un paio di volte mentre camminavo, ma per mia fortuna Leonardo mi ha sostenuto gentilmente offrendomi il suo braccio. Un comportamento molto galante che proprio non mi aspettavo.

Lui é impeccabile come al solito con quella camicia bianca dalle maniche tirate fino ai gomiti e i primi due bottoni slacciati, al contrario di Cam che indossa una semplice maglietta e un paio di jeans. Non è l'unico con un abbigliamento del genere, ma per mia sfortuna le donne sono tutte eleganti. Non ce n'è una che indossi dei pantaloni, o dei jeans, tutte con abito e tacchi, con piccole borse dove ci sta a malapena il cellulare.

Arielle si è adeguata alla situazione con il suo tubino nero dai ricami celesti come i suoi occhi. È da togliere il fiato e il suo sorriso allegro mi trasmette felicità.

«Scusatemi.» dice Leonardo all'improvviso e si alza dal tavolo lasciandomi da sola con i due piccioncini.

Credo proprio che Arielle si sia presa una bella cotta per Cam, ma non posso dire lo stesso del ragazzo dopo aver visto l'occhiata che ha dato al sedere della cameriera. Dovrò farlo presente alla mia amica appena possibile, non voglio che soffra per un imbecille del genere.

Prendo una tartina al salmone gustandomela perché devo ammettere che le mie papille gustative danzano al contatto con il cibo. Devo trattenere i mugolii di piacere.

«Vi va di andare a fare un giro sul lungo mare più tardi?» chiede speranzoso Cam.

Arielle prontamente accetta, ovviamente, mentre io scuoto la testa perché non ho intenzione di fermarmi ancora più a lungo. Inoltre quando sono arrivata c'era un cielo che minacciava pioggia e sono anche sicura che ora si stia già sfogando un bel temporale. L'odore d'acqua raggiunge delicato le mie narici, ma i muri privi di finestre in questa sala non mi permettono di vedere fuori se il mio fiuto è corretto.

In realtà non mi importa molto perchè seduta a questo tavolo sto bene. La sottile inquietudine che mi segue sempre è quasi annullata dalla serenità che provo ora.

Un pensiero mi colpisce in fretta facendo traballare la pace provata in questa serata. Mi sto lasciando andare troppo e non va assolutamente bene. Questo hotel è troppo in vista e ho notato alcuni fotografi all'esterno e non ho intenzione di finire sui giornali. Non so se il mio ex mi stia cercando, ma non voglio correre il pericolo a solo un anno di distanza dalla fine del mio incubo. Devo interrompere i rapporti perché non ho la minima idea di chi siano Cam e Leo e non ho nemmeno voglia di scoprirlo. Figli di papà del genere non vorranno passare altro tempo con me appena scopriranno chi sono davvero e non voglio finir ferita per essermi affezionata troppo. Non voglio conseguenze.

«Io torno a casa, sono molto stanca e domani dovrò tenere aperta la galleria fino a tardi.» dico pensando che il viaggio di ritorno sarà imbarazzante.

All'andata mi è venuto a prendere Leonardo e mi è sembrato tranquillo, forse un po' troppo dato che ha provato ad allungare le mani. Mi ha appoggiato una mano sul ginocchio mentre guidava, che ho prontamente spostato, ma quel sorriso malizioso non è mai scomparso dal suo volto fino a quando non ha parcheggiato. Una volta arrivati all'hotel ha iniziato ad agitarsi e non mi ha più rivolto la parola se non lo stretto necessario.

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