~Capitolo 24~

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-9 agosto-
-Sophie-

Trenta minuti di auto insieme ad un'insolita allegra Arielle e sono finalmente arrivata alla fondazione Maeght, un luogo magnifico che consiglio a chiunque di visitare. Una struttura interessante, circondata da un giardino arricchito di straordinarie sculture. É un'architettura immersa nella pace e tranquillità della natura a soli pochi passi da Saint Paul de Vence, un borgo dove un tempo hanno soggiornato i più grandi artisti e reso noto soprattutto grazie a Picasso.

Il sole splende alto nel cielo azzurro del mattino e prevedo che farà caldo anche quest'oggi. Arielle mi ha pregato di accompagnarla a questo evento e avrei voluto rifiutare con tutto il cuore, ma non potevo. Non potevo lasciarla sola nel caso Cameron fosse apparso, nonostante rischio di incontrare Leonardo. Sono consapevole che il rischio è alto, ma dopo aver saputo tutta la storia non posso lasciare la mia amica da sola. Se mi ha chiesto di accompagnarla, vuol dire che tutta questa allegria cela solo un gran nervosismo all'idea che Cam possa apparire alla fondazione.

Mi liscio la gonna bianca dai piccoli fiori blu, lunga fino al ginocchio e abbinata ad una semplice canottiera morbida bianca come le zeppe. I capelli li ho legati in una coda alta e avrei tanto voluto che questo evento si svolgesse all'interno dell'edificio beneficiando dell'aria condizionata, ma a quanto pare si tiene sul tetto.

Varcato il cancello ci avviamo lungo la stradina asfaltata che arriva fino all'ingresso in perfetta armonia con il prato all'inglese e le sculture che lo arricchiscono di vita e colori tra cui riconosco quelle di Mirò, Alexander Calder e Fernand Lèger. Osservo affascinata l'ambiente, come ogni volta che vengo in questo posto, ma soprattutto mi colpisce il lieve vociare che arriva dal tetto.

All'ingresso un giovane vestito di tutto punto ci consegna un cartoncino elegante con il programma della mattinata, dove leggo piacevolmente che ci sarà anche un rinfresco nel Labirinto Mirò. Forse non ci sarà aria condizionata, ma si può bere e mangiare passeggiando fra le sculture e ascoltando la natura.

«Credi che avremo brutte sorprese?» chiede Arielle iniziando a salire le scale.

«Spero di no.»

«Come sto?» chiede fermandosi sul primo ballatoio.

Sorrido guardandola perché mi sembra assurdo che lei possa avere qualcosa fuori posto. Il suo aspetto è sempre impeccabile e in questo momento le sto invidiando la chioma rossa tenuta ferma sulla testa, mentre la mia coda inizio a sentire che si sta già ammorbidendo. Indossa come al solito una gonna severa che le fascia i fianchi stretti e il sedere, abbinata ad una morbida camicia che le accarezza la forma del seno prosperoso. Le decoltè alte sono dello stesso bianco candido della maglia, mentre la gonna è di un celeste che richiama le sue iridi.

«Sei perfetta.» rispondo sorridendo e togliendole dalle mani quel povero foglio già stropicciato. «Forse avranno il buon gusto di non presentarsi.»

La sua risata amara attira l'attenzione di una donna anziana che sta salendo le scale, ma non ci presta attenzione più di tanto. «Quello è ovunque. Perché non si arrende?»

«Tu vorresti lo facesse?»

«Certo!» ribatte sicura, ma sappiamo bene che non è del tutto sincera e infatti sbuffa. «Forse mi fa piacere il fatto che non si faccia abbattere, chiunque altro avrebbe lasciato perdere. Potrà anche farmi piacere, ma non cambia quello che ha fatto.» sospira riprendendo a salire le scale e l'affianco. «Mi ha preso in giro e faccio fatica a credere che non lo rifarebbe.»

Finiamo di salire le scale e quando raggiungiamo la terrazza sulla sinistra per poco non mi viene un infarto. Per una volta avrei fatto bene a seguire la mia parte egoista e restarmene alla mia galleria, anche se grazie ai clienti che mi ha portato Arielle posso permettermi qualche giornata per me. Bhè, oggi avrei dovuto dedicare la mia giornata alla galleria.

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